Fatti di casa:  droga, inquinamento, rifiuti nucleari e il ruolo disatteso del giornalismo

Giornali e giornalisti lamentano la costante emorragia di lettori attribuendo la colpa ovviamente ai lettori stessi in avanzata fase di analfabetizzazione o di rincoglionimento senile. I lettori hanno certo un sacco di loro limiti ma non potrebbe essere che la loro disaffezione dipenda un po’ anche da chi fa il giornale, da quali notizie sceglie, da chi e da come le narra? o dal rifiuto di pagare tre o quattro giorni su sette un chilo di supplementi mai letti? o dall’insofferenza per approfondimenti che già si sono sorbiti (e si sorbiranno) 24 ore su 24 sugli altri media e sui social? o dal rifiuto di trovarsi di fronte a pagine e pagine di parole prive di notizie e di contenuti.

Come allontanare il lettore? Ecco alcuni esempi di come si fa ad Alessandria.

Il caso recente più clamoroso, è quello relativo aI tre pompieri ammazzati a Quargnento nel 2019. Le tracce più o meno consistenti di stupefacenti emerse dall’autopsia delle vittime – del tutto irrilevanti nella dinamica omicida – sono servite a un direttore di testata per un pistolotto moralistico e ipocrita, inutile – “quando gli eroi perdono il mantello” – e lesivo forse più della serietà dell’informazione che non della memoria dei pompieri caduti. Quell’editoriale avrebbe avuto un significato giornalistico alto se quelle tracce di stupefacenti avessero aperto su un tema problema sociale e comportamentale attualissimo: quello del “fiume di cocaina” (Furio Ravera 2007) incontrollato e crescente che scorre in tutte le classi sociali, in tutte le professioni e a tutte le età. Un discorso magari anche sul tema del controllo frequente e indispensabile per molte professionalità rischiose e con responsabilità verso il pubblico: insomma un discorso anziché un maldestro scoop che ha danneggiato soprattutto fiducia e credibilità del giornalismo alessandrino.

Ma lo spirito giornalistico latita anche su una vicenda annosa com’è la ricorrente denuncia dei gravi disservizi della raccolta rifiuti nei sobborghi. Ogni 5 o 6 mesi, a turno e da anni, le testate cartacee e elettroniche dedicano una paginetta al tema (e magari una video intervista) per offrire una sponda all’assessore che assicura l’imminente fine del disservizio. E tutto finisce lì e nessuno che provi ad avviare un’inchiesta o ad insistere (un po’ come fa talvolta “Striscia la notizia”) per far ritornare i cassonetti spariti: se una cosa del genere accadesse (cioè se il giornale “producesse” qualcosa di utile per la società, probabilmente anche il cittadino tornerebbe ad acquistare il giornale.

Se dalla “monnezza” quotidiana dei sobborghi ci si sposta al tema, esploso nei giorni scorsi ma quasi passato nel dimenticatoio, dei rifiuti nucleari, l’inconcludenza e la sprovvedutezza del sistema d’informazione locale è anche più sconfortante. Da quanti decenni vediamo il ripetersi periodico di una settimana o dieci giorni di polemica trasversale e concorde contro il nucleare nel nostro giardino? Finita la polemica contro tutto si torna rapidamente ad una condizione di nebbiosa precarietà e incertezza che intanto conserva sul territorio quei rifiuti nucleari per cui si è protestato contro e che son qui da decenni e pare non proprio in sicurezza. Ma è poi così grave, perché le scorie radioattive sono in buona compagnia con la Val Bormida la cui bonifica …. con l’Eternit la cui bonifica …. con la Montecatini-Solvay la cui bonifica ….. E con chissà quali  quanti altri depositi di schifezze (nel nostro giardino). Non spetterebbe ai media, cerniera tra società e amministrazione di tornare sul tema, di stimolare la visione del problema bonifica nella sua complessità e nella dimensione provinciale? E magari di provare a ragionare se sia peggio vivere (come oggi) su una polveriera chimica e nucleare totalmente fuori controllo oppure su una polveriera messa in sicurezza e sotto controllo.

Un’ultima chicca mediatica esilarante del  29 gennaio“In Piemonte una caldaia su 5 non è in regola: grave danno per la qualità dell’aria”. Dove sta l’esilarante? Intanto sull’attribuire alle caldaie una responsabilità così grave, ma soprattutto nel fatto che responsabili della modesta qualità dell’aria dell’Alessandrino inteso come provincia sarebbero le 2 (diconsi due) caldaie irregolari delle 33 ispezionate!

 

Guido Ratti

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