“Il Principe digitale”

Su segnalazione del civis Franco Livorsi pubblichiamo una anticipazione del libro “Il Principe digitale” di Fortunato Musella

Lo tsunami web ha cambiato, in pochi anni, il Dna della nostra società. Tutti alla rincorsa dei dati digitali, le tracce che lasciamo in una realtà virtuale dove sino a poco tempo fa ci sembrava di “andare”, e che invece ha inghiottito le nostre vite. In un solo minuto della rete sono totalizzate 4,2 milioni di visualizzazioni su YouTube, 3,7 milioni di ricerche su Google, 38 milioni di messaggi via WhatsApp, 187 milioni di email inviate e oltre 481.000 nuovi tweet pubblicati Al centro della mutazione genetica, però, non ci sono i dati. Ma l’uso che ne facciamo. Un uso personale.

Il connubio tra individui e dati esponenzialmente cresciuti ha generato una nuova dinamica relazionale, che ha scardinato l’infrastruttura sociale costruita negli ultimi due secoli. Siamo passati dalle connessioni alla connettività. Dalla connectedness, frutto dei rapporti che ciascuno di noi intesse di propria volontà, alla connectivity, il tessuto cibernetico che le macchine ci confezionano addosso, nella mente e nel corpo. Dall’attore che fa la rete, alle reti che fanno gli attori. Questa iperpersonalizzazione ha conseguenze in ogni campo della vita associata.  Ma la conseguenza più dirompente riguarda la politica.

Ogni cittadino sviluppa le proprie convinzioni nell’autonomia autoreferenziale della rete e facendo al tempo stesso – sempre grazie al web – cortocircuito con centinaia di migliaia di naviganti.  Un individualismo di massa, autocentrato e acefalo, ma, al tempo stesso, iperconnesso. Un modello esistenziale – e mentale – come la società e la politica non avevano mai conosciuto. Sollecitato ad esprimere il proprio sentiment in maniera compulsiva sui più svariati oggetti sociali, l’individuo si ritrova impegnato nella costruzione di una propria identità digitale, parallela quando non alternativa a quella con- venzionale. Il successo della forma espressiva del selfie suggella la centralità mediatica di un ego rivolto alla sua riproduzione automatica. Nasce qui l’avversione per la politica così come si era sviluppata negli ultimi secoli, a partire dall’istituto della delega, caposaldo e anello debole delle democrazie rappresentative.

La rapidissima ascesa del webpopulismo dimostra come sia ancora incerto il destino della polis elettronica. Sempre più, sarà il digitale a decidere le nostre sorti politiche. Ma in quale forma? Per usare la metafora di Machiavelli – e di Gramsci –, chi sarà il Principe digitale? Il leader, che utilizzerà questa tecnologia rivoluzionaria per conquistare – con la fortuna, la virtù e l’inganno – il potere? Il partito, che riuscirà a risorgere dalle sue ceneri per riappropriarsi del primato perduto? O il popolo, che troverà finalmente nella rete la leva per sollevarsi ai vertici della cosa pubblica? La mappa tracciata in questo libro mostra che la partita è ancora aperta. Ma il principale potenziale di innovazione della rete risiede nella libertà degli individui: di accesso, relazione, informazione. Di responsabilizzazione. Per la prima volta nella storia dell’umanità, ciascun cittadino può gestire da sé le proprie idee. Mettendole in relazione con gli altri. Senza limiti. La rete è uno strumento straordinario per chi crede – come nel distico di Byron – che ognuno abbia il diritto di provare a diventare il proprio Aristotele.

Ma come questa opportunità si trasformi in cambiamento politico è una sfida ancora da affrontare. La sfera pubblica occidentale è nata dal corpo assoluto del sovrano. E ha impiegato molti secoli per spersonalizzarsi, e incardinarsi nel corpo collettivo dello Stato. Solo negli ultimi cento anni il pubblico ha incorporato le masse, grazie all’intermediazione dei partiti. Ma si è trattato di un compromesso. In cui il popolo ha dato una delega, rimanendo per lo più alla finestra. Nell’età digitale, questo compromesso è saltato. In rete, non esistono deleghe. La partecipazione elettronica è diretta, immediata, costante. Questo porta a un’accelerazione eccezionale di tutti i processi politici. Ma anche a una loro dilatazione. Aprendo spazi di partecipazione fino a ieri inimmaginabili. I mille corpi del re sono a portata di click. Grande è la confusione sotto il cielo. La situazione è eccellente.[1]

  1. Il seguente testo è una citazione dal volume Il principe digitale, pubblicato in questi giorni, a Bar-Roma, dall’editore Laterza. L’anticipazione è comparsa sul “Mattino” di Napoli il 15 ottobre.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*