Su “Joker” di Todd Phillips

Sia che fosse un criminale che si preoccupava di non ferire gli innocenti mentre cercava di uccidere il suo arcinemico (Cesar Romero), un gangster frustrato che impazzisce del tutto di fronte alla propria deformità (l’indimenticabile Jack Nicholson) o un uomo che si diverte a “vedere il mondo bruciare” (Heath Ledger), ogni cineasta che si è avvicinato alla nemesi principale di Batman ha saputo trovarne un aspetto particolare da esaltare per raccontarne la storia da un punto di vista inedito, cosa che è successa anche nei fumetti e in altri media, cosa che è successa per la storia di un uomo che si trasforma in una delle menti criminali di tutti i tempi, una mente contorta creata dalla stessa società che
lo ha rigettato nella stessa identica fogna: Gotham City.
Il suo nome è Arthur. Il suo Alter-ego è Joaquin Phoenix.
Il regista Todd Phillips e il co-sceneggiatore del film Scott Silver sono partiti proprio dalla lurida e sporca Gotham (dove chiaramente ci viene presentata in una New York inizio anni ottanta) per iniziare a raccontarci la loro storia, la storia di uomo mentalmente disturbato che piano a piano, poco a poco, lo vediamo entrare nel tunnel della sua eterna e lunga pazzia.
Joaquin Phoenix lo vediamo sempre davanti alla cinepresa, non ci togliamo mai dalla sua presenza all’interno della pellicola, ogni scena è sua a priori, il film è suo dalla prima all’ultima scena.
Il film se la gioca tra i generi Cinema d’autore e Cinecomic dandosi al citazionismo (due film di Martin Scorsese “Taxi Driver” e “Re per una notte” sono tra i più citati anche con una scenografia iconica tratta da “l’Esorcista” di William Friedkin); ma questo non rappresenta un difetto per una storia e sopratutto la storia delle origini di Joker che scivola in un grandioso e maestoso finale che è un quadro, un dipinto, un opera d’arte in tutti i sensi.
Leone d’oro alla 76° Mostra del Cinema di Venezia per un film che esce proprio nella celebrazione degli 80 anni dell’Uomo Pipistrello, che non ti aspetteresti mai da un regista come Todd Phillips, proveniente dal genere comico-demenziale della trilogia di “Una Notte da Leoni” e “Parto col folle” che è una scheggia impazzita proprio come Arthur e la sua risata.
“Joker” è un film molto molto buono, una storia a sé e autoconclusiva completamente slegata dagli altri film della DC Comics visti finora e dalla trilogia del Cavaliere Oscuro di
Christopher Nolan che si comporta come vero e unico cinema d’autore.
Questa è la storia di uomo mentalmente disturbato, creato dall’odio della società nei confronti di un povero Clown che voleva solo far ridere le persone e avere una faccia felice; e non c’è modo migliore per raccontare questa storia se non in un mondo di spaccio, corruzione, mafia e pazzi: il mondo di Batman.

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