La “Solvay” risponde alle accuse ma…manca qualcosa.

In attesa di una definizione più tecnica e circostanziata di ciò che comporta l’attività industriale della grande azienda chimica alle porte di Alessandria, di quale sia l’entità e la pericolosità effettiva di quanto – ancora – emesso in atmosfera e, dopo i lavaggi prescritti, in acqua, prendiamo atto del duro comunicato emesso dall’Ufficio Relazioni con il Pubblico dell’azienda. Premettiamo che il nostro obiettivo, come quello – ripreso nel comunicato – dell’azienda, è di “mantenere  e migliorare l’attività industriale della Solvay Solexis sul territorio alessandrino”, quindi ci limitiamo a commentare e, se possibile, suggerire possibili vie di uscita concordate. Per prima cosa ci sembra importante la rapidità della reazione della direzione aziendale che, senza frapporre indugi, parla di “salute prioritaria”, come ci pare corretta la narrazione riferita al cambio di passo – visibilissimo – di questi ultimi vent’anni di attività. I  risultati sono davanti agli occhi di tutti e su quelli occorre ragionare. Fummo noi, in un precedente intervento su “CF”, a ricordare il dato di una “gradazione sette su mille, rispetto ad un fondo di uno su mille“, basato su venti cause di morte, di cui dieci tumorali, comunicato dall’allora direzione ASL in una audizione di Commissione consiliare competente. Eravamo a metà degli anni Novanta dello scorso secolo e, pertanto, i “vent’anni” a cui si fa riferimento, ci stanno tutti. Allora, ero presente in Commissione in qualità di consigliere, si fece la domanda sulla “variabilità fra i sessi” di cui si tratta nell’allegato comunicato, con risposta che non lasciava adito a dubbi: “non ci sono variazioni significative“. L’altra area a cui si fece accenno – nella stessa audizione – era quella casalese con un’incidenza simile (del 7,5 per 1000) anche se con tipologie tumorali sue proprie. Quindi stiamo discutendo di un dato, quello attuale, che è possibile (e sicuramente verrà analizzato in questo modo nei tempi e nei modi dovuti) rapportare a livelli simili di morbilità e mortalità collegabili a fattori ambientali locali. Sullo specifico, pare venga un suggerimento a “vedere altre cause” di morbilità/mortalità nelle abitudini  della popolazione di sesso maschile. Può essere, ma – anche questo aspetto – andrebbe monitorato e verificato in modo più scientifico e attendibile. Resta la questione “capping delle discariche storiche”; argomento delicatissimo e fonte di mille problemi, prima di tutto di origine finanziaria. E’ stato fatto un conteggio di quanto verrebbe a costare una bonifica autentica dei terreni, cioè una rimozione totale di tutti gli inquinanti (in qualsiasi forma) presenti nei terreni superficiali e nelle falde afferenti ai terreni ex Montedison – Ausimont? Se sì, sarebbe utile conoscerne l’entità e, soprattutto, i tempi veri di realizzazione. Esiste un monitoraggio preciso delle sostanze stoccate, più o meno legalmente, del loro esatto posizionamento e del rischio a cui siamo esposti? Su questo aspetto fondamentale, addirittura esiziale per lo stesso futuro dell’azienda Solvay Solexis, visto che non può continuare a produrre su macerie industriali precedenti di sicurezza dubbia, ci attendiamo che si passi al più presto dal confronto – anche duro – ad un ragionamento pacato basato su fatti e prospetti ve certe. Ne va della vita e del lavoro non solo delle naestranze occupate, ma di una intera comunità.

Segue il Comunicato (ricevuto in Redazione il 23 XII 2019)

Solvay: a Spinetta Marengo la salute è prioritaria

Lo studio di mortalità indica che negli ultimi 20 anni la mortalità generale dell’area di Spinetta è allineata a quella della Provincia e della Regione. Lo studio sulle malattie indica alcuni eccessi di rischio, ma molto probabilmente non riconducibili a fattori di rischio ambientale.    

Solvay ritiene  fondamentale intervenire, dopo i recenti articoli apparsi sulla stampa,  sul  tema della salute nell’area di Spinetta Marengo.

La società, che è una delle realtà produttive che operano nel territorio, prende in seria considerazione le evidenze dell’attuale studio epidemiologico, in quanto fornisce utili elementi descrittivi sullo stato di salute della popolazione.

I dati indicano chiaramente una mortalità generale a Spinetta Marengo allineata a quella della Provincia di Alessandria e della Regione Piemonte. Per le malattie si evidenzia che molti degli incrementi identificati sono a carico solo del sesso maschile. Tale risultato rappresenta una forte indicazione che porta ad escludere il coinvolgimento di fattori di rischio ambientali.

Infatti, per patologie  comuni nei due sessi, gli eventuali fattori di rischio ambientali dovrebbero causare andamenti simili negli uomini e nelle donne e questo non è stato osservato. E’ importante pertanto valutare i fattori  di rischio riferibili anche a comportamenti individuali e non collegati a esposizioni di tipo ambientale.

La stato di salute dei lavoratori del sito di Spinetta Marengo viene monitorato costantemente secondo un rigido protocollo di sorveglianza medica.  

Ad integrazione della visita medica periodica per il giudizio di idoneità lavorativa vengono effettuati, ogni anno a tutti i lavoratori interessati, 38 esami complementari per la verifica della funzionalità dei parametri biologici. Sulla base dei dati non vi sono problemi di salute legati al lavoro.

Solvay ha anche installato all’interno dello stabilimento una importante rete di 30 centraline che eseguono circa 1.500.000 di analisi all’anno sull’aria. Inoltre 406 sensori verificano il regolare funzionamento di tutti gli impianti produttivi per la sicurezza dei lavoratori. In accordo con gli Enti sono state installate anche 2 centraline esterne al sito che fanno analisi  per la salvaguardia della collettività.

Solvay, dall’acquisizione del sito nel 2002, ha investito oltre 500 milioni di euro per la modernizzazione di tutti gli impianti, 200 dei quali su manutenzione e sostenibilità per il miglioramento dell’impatto ambientale:  sono state installate le stazioni di monitoraggio dell’aria all’interno e all’esterno dello
stabilimento; è  attivo un sistema di  barriera idraulica e relativo impianto di trattamento e depurazione delle acque con una capacità di 450 metri cubi all’ora; è stato realizzato il capping  per metter in sicurezza le discariche storiche;  sono stati fatti interventi per la bonifica dei terreni e delle falde attraverso l’applicazione di varie tecnologie.

Inoltre sull’acqua di Spinetta Marengo si fa ancora confusione tra i pozzi industriali e i pozzi delle acque potabili. Tutte le analisi effettuate sull’acqua, utilizzata all’interno e  fornita all’esterno del sito di Spinetta Marengo, hanno sempre confermato il totale rispetto dei criteri di potabilità, come emerso in sede giudiziaria nel corso dei vari processi. Il controllo di tutte le attività di Solvay viene effettuato regolarmente dagli Enti tecnici locali, con cui l’azienda collabora attivamente. La società è sempre a disposizione delle Autorità per un confronto e un dialogo propositivo, perchè la salute dei lavoratori  e della comunità di Spinetta Marengo è per noi fondamentale.

 Comunicazione Solvay Italia

 

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