La Turchia di fronte ad un bivio

Durante la recente visita in Arabia Saudita, Vladimir Putin ha fatto capire che nulla si muove in medio Oriente  senza il consenso della Russia. Potrà apparire un po’ brutale, scritta li’ per li’, ma – attendete un momento –  e vedrete che la politica geologica promossa dal nuovo zar sta mietendo successi, anche inaspettati.  Intanto è a Ryad, proprio nel pieno del tourbillon siriano, ben sapendo che una sua visita ha un solo e unico significato…”Garantisco io per le bizze di Rayyip (Erdogan)…tranquilli…tutto sotto controllo” (1)  .  E ai Sauditi questa politica gattopardesca piace. Tutto cambia…niente cambia…è sufficiente che “nessuno disturbi i nostri affari, petroliferi soprattutto… , il resto è nelle mani di Allah”.   Qualche segnale, qualche movimento strano, d’altra parte, era già arrivato al nostro Rayyip… Due Ayatollah, fra i più importanti in Iran, avevano  messo in guardia il vicino turco dal non andare al di là di un certo limite nel Rojava e, comunque, per cautelarsi, hanno raddoppiato la loro presenza militare lungo il confine turco, proprio a fianco del biblico monte Ararat. Altro “missilino” era arrivato dal giovane Assad, rampollo di famiglia diventata  importante grazie ad operazioni non sempre cristalline. “Attenzione che se toccate le città del nord Syria, interverremo con unità dell’esercito regolare siriano….magari anche a Membic e Afrin.…” . Missilino che ha fatto pienamente il suo dovere, perchè – secondo le autorità turche – Membic e Afrin (con i loro territori) si potevano già considerare enclave turche, praticamente già annesse come nuove province del califfato. Invece no. Le parole di Bashar Assad ci suggeriscono (e suggeriscono ai “consiglieri” di Istanbul) che dalla base di Latakia (SY) possono partire in ogni momento elicotteri ed aerei russi, che Putin – sotto sotto – sta mollando Erdogan e che si è concretizzato quello che più temeva il governo della Sublime Porta: l’accordo fra le massime autorità curde ed i rappresentanti ufficiali del governo siriano. Ergo… ergo… le parole , le minacce di Erdogan valgono meno di zero.  A Sere Kanye, a Kobane, a Hamude, lungo l’Eufrate e a Fish Kabour sul Tigri(unico passaggio ufficiale possibile per entrare / uscire dalla Siria del nord), da 24 ore (siamo al 14 ottobre) sono arrivati i rinforzi, sia russi che siriani governativi. Game over.

Ora il nostro caro Rayyip si trova di fronte ad un bivio…o alza la posta e prova a combattere contro i “Ka 52” ed i corazzati “Mi 28” (2) arrivando alla mobilitazione generale, con tutto quanto ne consegue… o si ferma e fa finta di prepararsi a combattere. “Can che abbaia non morde” e, un pochino, diventa anche patetico. Ed è proprio quest’ultimo epiteto che scuote la mente dell’ex militante religioso islamico, dell’ex calciatore (di secondo piano) , dell’uomo tutto casa – moschea – famiglia. Quello che vendeva lupini e tortelle dolci nel quartiere di Aksaray a fianco del gran bazar coperto…quello che faceva il bello e il cattivo tempo, che incarcerava i suoi stessi amici e collaboratori sulla base di accuse assurde. Quello stesso che ha voluto azzerare i vertici militari delle varie armi e che ha l’abitudine di pensionare i giudici non in linea con il suo pensiero… Proprio lui. Ora deve temere l’onda che lo spazzerà via e che, in qualche modo, ha contribuito ad ingrossare lui medesimo. La stessa onda (composta della miglior gente di>Turchia) che lo ha già sloggiato, con i suoi scherani, dalle Municipalità di Istanbul e Ankara…nonostante la ripetizione delle elezioni. L’onda che non lo sopporta più.

I prossimi giorni saranno cruciali, come tutti possiamo immaginare. Ma…molto probabilmente la rete tessuta in buona parte dagli analisti di Putin e anticipata in modo nemmeno tanto sibillino dal suo portavoce a Ryad Yuri Usakov (3) sta man mano avviluppando tutto lo staff turco, reo di voler stare contemporaneamente con lo zar e con Putin, con la NATO e con i potentati del gas russo.  Reo di voler sfruttare le debolezze degli altri a proprio vantaggio, pensando che l’aver risanato Istanbul dai rifiuti, averla resa “europea” con cinquanta chilometri di metropolitana e tre ponti da rivista, fosse sufficiente a trasformare il rospo in principe. Noi ce ne eravamo accorti da un pezzo…ora – e qui vengono i problemi più grossi per Rayyip – se ne sta accorgendo anche il suo popolo.

http://www.ufkumuzhaber.com/menbicte-suriye-ordusu-ile-oso-arasinda-catisma-80887h.htm     Bella serie di descrizioni di vari aspetti dell’emergenza in Syria. In turco con la possibilità di traduzione immediata.

(2) –  Elicotteri da combattimento russi (di ultima generazione)

(3)   – Yuri Usakov  –  portavoce a Ryad dell’Ufficio di Presidenza di Vladimir Putin. Su https://www.nytimes.com/reuters/2019/10/14/world/middleeast/14reuters-syria-security-turkey-russia-ushakov.html alcuni dettagli sul suo intervento. 

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