L’uomo con la valigetta

L’uomo con la valigetta sono io, o meglio sono stato io per molti anni della mia vita.

Ma cosa significa esattamente? Significa che in una struttura produttiva ci sono quelli che si preoccupano appunto della produzione di manufatti, quelli che amministrano e quelli che devono venderli.

Tutte e tre le forze hanno una funzione attiva in questo processo, ciascuna è necessaria alle altre due.

Infatti, a che servirebbe produrre senza poter vendere, come si potrebbe amministrare un’azienda senza prodotti e vendite, come potrebbero i venditori esistere senza offrire sul mercato un prodotto?

In questo paese delle maschere e delle ipocrisie, sembra che il Lavoro cada dal cielo come una manna, come una sorte di Messiah che debba salvare dall’indigenza, come un angelo salvatore.

Non è così, il lavoro è qualcosa di bilanciato che è la somma di più fattori, senza uno dei quali si va verso la disorganizzazione e la caduta.

L’uomo con la valigetta, e ce ne sono centinaia, migliaia, decine di migliaia serve a questo processo e ne è parte irrinunciabile.

Ognuno di questi venditori può vendere nella propria carriera decine di milioni di euro, centinaia di milioni di euro, miliardi di euro e non è assolutamente possibile sostenere che internet li possa sostituire: alla fine l’intervento umano è, stranamente, indispensabile.

Corre voce che questi personaggi, questi export managers, si dilettino in una vita di lussi, di grandi hotels, talora di raffinatezze esotiche, ma non è proprio così, certo, alla fine di una giornata ci si può concedere un long drink richiesto al barman dell’hotel,  guardare qualche spettacolo che spesso risulta noioso, ma chi li ripaga del fatto che non esiste per loro sabato e domenica e che durante i fine settimana non possono starsene tranquillamente con la propria famiglia e i propri figli?

E poi chi li ripaga del fatto che il proprio corpo si sottopone allo sforzo di passare dai meno venti gradi di una capitale nordica ai più cinquanta gradi di un deserto africano o arabo?

A me, personalmente, è successo di dover visitare un cantiere in Kuwait e, camminando sulla sabbia, a poco a poco , ho visto avvicinarsi ai miei occhi la sabbia stessa, mentre una mano pietosa avvicinava alla mia bocca una bottiglia d’acqua che mi rinfrescava e mi ridava la vita: al cantiere ho saputo che in quel momento la temperatura raggiungeva i quarantasette gradi…

Certo, non bisogna fare di questi personaggi degli eroi o dei santi, ma bisogna constatare ciò che è vero, mentre i managers si fanno migliaia di km in aereo, senza lamentarsi e senza protestare, solo perché l’interesse della ditta cui appartengono lo richiede, centinaia, migliaia di pinguini reali, che frequentano i palazzi del potere a Roma, ostentano i loro vestiti firmati in cerimonie costosissime e di poco valore, mentre l’unico tragitto che compiono è quello fra i palazzi stessi e le banche per controllare di quanto sia ingrandito in un mese l’uovo del loro reddito.

Gentili signori, è una questione di Etica e finché  “the ordinary people”, la gente comune, non capirà le differenze e non si creerà una scala di valori, non capirà assolutamente nulla e l’Economia si ridurrà a un confronto fra chi ha i soldi e chi non li ha, mentre a un buon pensatore risulterà chiaro che c’è una scala di valori.

Viator

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