Migliori servizi per il “Cristo”

Il “Cristo” è il quartiere più giovane di Alessandria:

  • La costruzione del primo cavalcavia che lo collega al centro è del 1882;
  • La Chiesa di San Giovanni Evangelista è del 1900, la SOMS del 1912.

Con l’abbattimento dei bastioni, tra la fine del 1800 e i primi anni del 1900 iniziarono gli insediamenti abitativi, prima vi erano solo cascinali e “case sparse”.

  • Gli abitanti sono 1500 nel 1881, 2800 nel 1901, 5600 nel 1911. Oggi, con i sobborghi, 25.000.

Ma è anche il territorio più antico.

Nell’area del “Cristo” sono stati rinvenuti oggetti che lo indicano tra le più importanti stazioni preistoriche della regione: neolitica e in seguito romana.

Così come il contadino furbo che nel 1175 inganna il Barbarossa è, secondo la leggenda, “Gagliaudo di casa Ollara”, del cascinale dell’Aulara

E la “Massaria Boida”, la Cascina della Boida, lungo Corso Acqui, c’era già quando non esisteva il “Cristo. Ci sono notizie sull’esistenza di questo cascinale nel 1486. Nel 1729 viene acquistata dal Marchese Ghilini e passa da 58 a 271 moggia. Nel 1807 gli abitanti del “Cristo”, in assenza di una chiesa, si rivolgono al Vescovo perché la Boida si possa utilizzare come luogo di culto. Un luogo da salvare, una testimonianza del lavoro e delle fatiche dei campi degli avi del “contado.


A causa della sua configurazione, al di qua della ferrovia, il Cristo, da sempre, vive separato dal resto della città. Una condizione che è rimasta anche dopo la realizzazione del sottopasso che lo collega alla Pista. Per questa ragione il quartiere e tutta la zona a Sud di Alessandria, sobborghi compresi, ha impellente bisogno di servizi efficienti e di prossimità forniti sia dal Comune che dalle aziende partecipate (acqua, gas, rifiuti, trasporti).

Non è quindi un caso che il primo “Consiglio di Quartiere” sia nato proprio al Cristo per dare voce alle istanze dei cittadini nei confronti degli amministratori dell’Ente locale. Fra i molti che si sono impegnati mi piace ricordare due presidenti: il primo Walter Rivera, negli anni ’70 e ’80 e, in tempi più recenti, l’amico Antonio Martano. Ed è positivo che anche oggi la necessità di una struttura di quartiere sia avvertita dai cittadini.

Una “Casa della salute” per Alessandria Sud

La pandemia da Covid, nella quale siamo ancora immersi, ha, inoltre, evidenziato l’assenza o le carenze delle strutture sanitarie del territorio, quelle indispensabili a prevenire e curare le persone. Nel 2005 si è riusciti con l’impegno, in particolare, della SOMS e del sindacato dei pensionati della CGIL a preservare la palazzina uffici della ex “Imes” e ad insediarvi il Distretto socio sanitario. Dopo alcuni anni di buon funzionamento, con la presenza di infermieri, medici e di un dentista, la struttura, da parte dell’Asl è stata depotenziata, il personale ridotto e ci sono stati anche periodi nei quali il servizio è stato sospeso. Tutto questo agli abitanti del Cristo non può andare bene.

Gli investimenti che la Regione Piemonte intende fare con i fondi derivanti dal “Pnnr” per rafforzare il sistema della sanità nel territorio non devono essere destinati tutti e solo al “Patria”. Una sede scomoda, distante e già carica di incombenze amministrative. I 25 mila abitanti di Alessandria Sud compresi nei quartieri Cristo, Norberto Rosa e nei sobborghi (Cabanette, Cantalupo, Casalbagliano e Villa del Foro) rivendicano una “Casa di comunità” da insediare, ampliandola, nell’attuale sede del distretto. Una casa della salute nella quale operi un équipe multiprofessionale di medici di medicina generale, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e che può ospitare anche assistenti sociali. Una sede dove organizzare ed estendere l’assistenza domiciliare per la popolazione anziana e le persone disabili.

Rilanciare lo “Scalo merci” della ferrovia

Ma il quartiere Cristo può tornare utile ad Alessandria anche nell’invertire il declino economico, sociale e di abitanti che da troppo tempo affligge il capoluogo. Nel creare o ricreare occasioni di lavoro. Non molti decenni fa lo “Smistamento” ferroviario che dalla stazione arriva sino a lambire l’abitato di Casalbagliano, rappresentava, con Bologna, uno dei principali “Scali merci” d’Italia. Un’area immensa con decine di binari che occupava centinaia di persone. E al Cristo, tutt’ora, abitano numerose famiglie di ex ferrovieri o figli di ferrovieri. Credo sia giusto ricordare che la presenza dello “Scalo” è stata anche la principale ragione per la quale, nel corso del secondo conflitto mondiale, Alessandria ha subito pesanti bombardamenti e dovuto registrare un numero di vittime superiore, in rapporto agli abitanti, alla stessa Torino. E l’avvenimento più disastroso ha colpito, il 30 aprile 1944, proprio il Cristo. Oggi nel trasporto delle merci le necessità della logistica, sia per ragioni ambientali che per superare i limiti della mobilità stradale, sono destinate ad orientarsi verso un maggiore utilizzo della ferrovia. Questo, unito al previsto sviluppo dei traffici dei porti liguri, Genova e Vado, e alla realizzazione di nuove infrastrutture (Terzo Valico), pone le premesse per una ripresa e un rilancio dello scalo alessandrino. Da sempre riferimento naturale dei traffici dalla Liguria. Per evitare che le merci siano, come già successo nel passato, orientate altrove, occorre che amministratori e parlamentari del nostro territorio si impegnino con assiduità nei confronti della Regione, del Governo nazionale e della dirigenza di Rfi. Superando divisioni di parte e operando nel comune interesse del nostro territorio.

Corso Acqui e le scuole “Zanzi”

Le elezioni comunali rappresentano anche l’occasione per sollecitare i candidati a sindaco della città nel considerare maggiormente nei loro programmi una realtà importante come Alessandria Sud. Dove certo i problemi non mancano. Per quanto riguarda, in particolare, il Cristo i disagi del traffico e della mobilità urbana sono evidenti. La trasformazione di Corso Acqui come “Zona 30”, con tutta evidenzia ha fallito il suo scopo. Percorrerla in bicicletta è, infatti, decisamente rischioso, le restrizioni della carreggiata sovente generano ingorghi e i pedoni sono costretti su marciapiedi irregolari, non certo consoni ad una via commerciale, ricca di negozi. Avendo poi, qualche tempo fa, anch’io frequentato le scuole di Piazza “Zanzi” e, ricordandola attorniata e ombreggiata da importanti alberi, impressiona negativamente il suo stato attuale con pavimentazioni sconnesse e tanto cemento. E le zone verdi, attrezzate e fruibili da giovani e anziani, risultano anch’esse carenti e scarsamente curate.

In ogni caso una buon momento, quello della campagna elettorale, per i cittadini attivi di partecipare, avanzare proposte, suggerire soluzioni, informarsi sui programmi dei candidati e, soprattutto, pretendere ascolto.

Renzo PENNA

Alessandria, 21 marzo 2022

 

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*