..In Italia oltre agli immigrati abbiamo anche la mafia”
Legambiente ha recentemente pubblicato il Rapporto Ecomafia 2019, con numeri e storie sulla criminalità ambientale. Descrive bene lo scempio delle risorse naturali e la minaccia, che ne deriva, alla salute dei cittadini.
Aumentano gli illeciti legati al ciclo illegale dei rifiuti, sono circa 8 mila, quasi 22 la giorno. Lo scorso anno sono stati smaltiti illegalmente 1,2 milioni di tonnellate di rifiuti speciali. Si impenna anche il cemento selvaggio, con 6.578 infrazioni e una crescita del + 68% (contro i 3.908 del 2017) Mentre 17mila sono le costruzioni abusive, fatte spesso con cemento scadente e in zone a rischio.
Aumentano anche le illegalità nel settore agroalimentare. Sono ben 44.795, quasi 123 al giorno, le infrazioni ai danni del Made in Italy (contro le 37 mila del 2017) e il fatturato illegale tocca l’1,4 miliardi (con un aumento del 35,6% rispetto al 2017).
Il 45% dei reati ambientali è stato accertato nelle 4 regioni a tradizionale presenza mafiosa, ma anche al nord gli affari loschi non mancano: ce lo ricorda la ‘ndrangheta’ che opera in Lombardia nel settore del movimento terra e la camorra che in Emilia-Romagna è attiva nell’edilizia. Sempre secondo il Rapporto di Legambiente, nel 2018 il ciclo illegale dei rifiuti e del cemento, il racket degli animali e i furti di opere d’arte e reperti archeologici hanno fruttato alle casse ecomafiose 16,6 miliardi di euro.
Le ecomafie, come dimostrano i numeri, sono una vera minaccia, ma invece di contrastarle con forza il governo Conte ha allargato le maglie della legalità, approvando il condono edilizio per la ricostruzione post terremoto a Ischia e nel centro Italia e il così detto sblocca cantieri, che rende più permeabile il sistema degli appalti alle infiltrazioni mafiose.
Si deve combattere l’abusivismo edilizio evitando il ricatto elettorale, togliendo – dice Legambiente – ai Comuni la competenza degli abbattimenti e affidandola a Stato e Prefetti. Di questo ha bisogno l’Italia per combattere i ladri di futuro. Il problema non è quello di bloccare i lavori pubblici e le attività economiche come, in molti casi, hanno sostenuto e sostengono i dirigenti del M5stelle. Il problema vero consiste nel non abbassare la guardia sui controlli da parte di tutti gli apparati dello Stato.
(a cura di) Alfio Brina
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