Naziskin nostrani

Ringraziamo Renza Manzone per l’opera preziosa che sta facendo… E’ un po’ come se Guido fosse ancora con noi…

(*) Sui naziskin nostrani si è detto e scritto tutto e l’opposto di tutto, meno la verità, benché siano in molti a conoscerla. Perchè un’altra volta da parte degli organismi politici e degli strumenti di informazione si tace il vero,sostituito dal solito confuso e mistificatorio polverone all’italiana? Questa è la prima domanda che ci siamo posti di fronte ad alcuni recenti fatti. Abbiamo l’impressione che, più che combattere l’agire dei naziskin, si cerchi di deprecarlo, ma  nel contempo di strumentalizzarlo per fini che non ci sono ancora chiari, ma il cui scopo può essere il creare ulteriori tensioni nel paese. Quanto detto, ovviamente, non riguarda la  Comunità Ebraica di Roma che ha fatto benissimo a reagire con la forza alle continue provocazioni a cui era sottoposta, mostrando al Paese come bastasse un piccolo gruppo di persone decise, perfino buffe nella loro incapacità di essere davvero violente, per fare a pezzi la sede dei naziskin e impossessarsi della loro bandiera. Ciò è anche bastato a indurre movimenti da sempre antisemiti, a smentire affrettatamente la propria storia e a dichiararsi convinti e affannati filo-israeliani dell’ultima ora, mostrando la viltà trasformista propria delle pecore addobbate da lupi. Ad aiutarli in questo ha contribuito certamente anche l’esistenza del Mossad, l’efficientissimo servizio segreto israeliano che, per il momento, non si è mosso ma, quando picchia, picchia veramente duro. Sarebbe ora di cominciare a dire che il movimento dei naziskin nasce sui campi di calcio europei, tra gli “ultras”, così amati e tutelati dalle stesse associazioni  calcistiche da farli entrare gratis alle partite o pagare loro  abbonamenti e trasferte, con la scusa che fanno spettacolo e danno colore. Sono anni che questi gruppi prezzolati si esibiscono tutte le domeniche in saluti romani, mostrando striscioni con croci uncinate, simboli runici, bipenni e tutta la rituale paccottiglia della simbologia fascista di mezza Europa, associando il tutto a insulti razzisti e antiebraici.

Abbiamo parlato con loro: non sanno nemmeno cosa sia ideologicamente il nazismo, ma ammirano i nazisti perché “si facevano rispettare con la forza e facevano paura alla gente”. Senza andare tanto lontano , ad Alessandria la grafia di chi ha tracciato le scritte politiche è la stessa di chi scrive insulti calcistici sui muri della città. Possibile che nessuno si sia accorto che si tratta della stessa mano? Per anni la canaglia “ultras” è stata lasciata impazzare impunita dentro e fuori i campi di calcio, permettendole di distruggere l’arredo dei treni e delle stazioni, depredando bar e autogrill durante le trasferte nonché dando sprangate a supposti avversari, in realtà identici a loro. Il tutto, molte volte, sotto gli occhi delle forze di polizia con l’ordine di non intervenire o di farlo solo in casi estremi. Sono cose che sanno tutti, che tutti hanno visto e vedono ogni domenica. I naziskin non sono arcangeli del male, alfieri della violenza, o novelle orde di Attila, come hanno scritto molti giornali, fingendo di attaccarli, ma in realtà facendone occulte ed enfatiche esaltazioni, assai simili alla retorica “dell’eroica canaglia” di fascistica memoria. I naziskin sono solo dei rifiuti della società, incapaci di avere coscienza del proprio essere perché, se così non fosse, si renderebbero conto che, chi li paga, e apparentemente li protegge, è proprio chi ribadisce le loro catene, impedendo loro ogni possibile emancipazione. Come uomini non esistono, essendo incapaci di pensiero e vivendo di ideali inconsistenti o ribaltati. Loro caratteristica è una debolezza intellettuale che li rende inabili ad affrontare un mondo che peraltro non capiscono. Sono dei frustrati, per lo più a basso reddito, che traggono la loro sola e unica ragione d’essere nell’appartenenza a un gruppo di persone simili a loro, e ricercano nella violenza cieca, fine a se stessa, l’unico modo di essere “qualcuno”. La loro forza deriva dall’impunità, dal poter fare cose che,in altre circostanze, sarebbero loro impossibili. Il giorno che questa impunità fosse loro tolta, sparirebbero come  fantasmi al levarsi del sole. Del resto ciò avvenne anche per le squadracce dei picchiatori fascisti, per lo più reclutati tra il più irsuto e affamato sottoproletariato, storicamente incapace di fare i propri interessi. Dopo la Marcia su Roma, come si esaurì il loro uso strumentale e si smise di foraggiarli, mettendo anche in galera i più imbecilli, che non avevano capito che il gioco era finito, si sciolsero senza problemi e tornarono a essere i reietti di sempre.

Se i naziskin,di per sé, non ci preoccupano più del dovuto, essendo solo delle brutali e acefale masse di manovra, così non è per chi sta loro dietro, per chi nell’ombra ne guida l’azione. Questo è il vero pericolo che va combattuto. Come è risultato dai processi a Freda, Ventura e Delle Chiaie, dietro l’eversione nera, a fare da regia, c’erano sempre i servizi segreti italiani deviati. Oggi è ancora così? Non siamo in grado di dare una risposta. Chi è in grado di farlo sono i politici che, in merito, tacciono o si limitano a fare dell’inutile retorica antifascista.

 

Guido Manzone (* Aydin) –     Il Piccolo 21-11-1992

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*