PRC: Comunicato stampa su vendita alegas Posta in arrivo

Siamo alla vendita dell’azienda ALEGAS da parte del Comune di Alessandria, il quale, tramite l’AMAG, intende intraprendere la strada della vendita della rete del gas.
Sta andando avanti, in modo sempre più spedito, il disegno in cui, da una parte i governi tagliano sempre più le risorse agli enti locali fornendogli allo stesso tempo, per evitare la bancarotta, strumenti quali la vendita del patrimonio pubblico. Dall’altra le amministrazioni locali, una volta arrivate ai debiti, anche per le cattive gestioni del passato, non se lo fanno ripetere due volte e cominciano a mettere in ‘svendita’ i cosiddetti gioielli di famiglia.
Tutto questo non è casuale, ma rientra nel gioco teso a svendere ai privati, sia a livello nazionale che locale, beni, servizi e tutto ciò che è pubblico, cioè di noi cittadini.
A tutto ciò bisogna opporsi; e non è mettendoci, come Comune, in prima fila tra i liquidatori, che questo può avvenire.
Che valore ha la vittoria referendaria contro la vendita dei servizi pubblici di pochi anni fa? Quanto conta ancora la volontà popolare?
Secondo noi le reti del gas, come per l’acqua, devono rimanere in mano pubblica (e non svendute alle lobby che sarebbero favorite in base alla normativa in vigore). Troppe esperienze negative, nel caso dell’acqua, che abbiamo di fronte (bollette aumentate vertiginosamente e reti ancora ridotte ad un colabrodo).
Le reti e i servizi devono rimanere in mano pubblica per le probabili ripercussioni che si avrebbero sulla qualità del servizio e soprattutto sulle tariffe, perché il Comune si priverebbe della possibilità di avere strumenti di governo del territorio che invece andrebbero rafforzati.
Il Comune, preso dall’urgenza di bilancio e della copertura dei debiti, dovrebbe quantomeno impegnarsi a riesaminare l’operazione.
Il ricavato della vendita sarebbe ‘una tantum’, detto in altre parole, noi Amministrazione incassiamo tutto adesso, chi verrà dopo si arrangia, magari vendendo qualcos’altro.
E ancora: Quali sarebbero le conseguenze per i dipendenti? Quale sarebbe il costo per i cittadini?
In conclusione, il circolo cittadino, la federazione provinciale di Rifondazione Comunista sono contrari a questa operazione di svendita, appoggeremo tutte le iniziative volte a far riconsiderare la propria decisione all’Amministrazione Comunale.
Chiediamo di indire un referendum locale, per conoscere l’opinione dei cittadini.
Il segretario provinciale
Giovanni Cirri

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