Mentre a Roma si discute, Sagunto viene conquistata

Questa celebre frase ha in questo momento un valore ben preciso, riferito all’Italia.
Con una valanga di problemi, che riguardano tutta la struttura dello Stato italiano, e a cui mensilmente se ne aggiunge un altro, i soliti disturbatori del Movimento 5 Stelle, che a questo punto converrebbe chiamare “Movimento 5 dita”, hanno avuto la volontà e la capacità di far saltare il banco e di porre ancora una volta l’Italia, mosca bianca, fuori dal contesto storico europeo.
Io credo che in questo contesto l’Italia non ci sia mai stata, ma nel passato qualche volta ci ha provato, e c’è quasi riuscita: alludo a molti decenni fa.
Ricordare i tantissimi problemi di questo paese è un elenco lunghissimo, che, invece di accorciarsi, continua ad allungarsi in mezzo all’indifferenza generale.
La guerra in Ucraina sarebbe il momento topico di questo periodo, ma per i giochetti di corte romani una guerra nucleare rappresenta poco più che uno scherzetto, vista la continuità delle schermaglie parlamentari, che fanno sorridere tutta l’Europa, l’Italia rientra senza pudore nei giochetti che l’hanno sempre contraddistinta.
Pseudo Destra contro Pseudo Sinistra, gente che cerca di rappresentare qualcosa che non c’è, mentre per lo meno i 5 Stelle rappresentano saldamente il Nulla, per chi lo vuole capire.
Poi, fra settanta giorni, il pericolo di una vittoria delle Destre, così in controtendenza rispetto a tutta Europa (Ungheria a parte)…
Mentre le persone di una certa età, che hanno convissuto con il PCI di Enrico Berlinguer, stentano a riconoscersi nella figura in penombra di Enrico Letta.
Al Centro corrono tutti, si direbbe, i vari Renzi, Calenda, Di Maio, e ciascuno cerca un posticino o uno strapuntino nel prossimo Parlamento, ma cosa possono fare? Ben poco.
Sinceramente, devo dire che questa mitizzazione di Mario Draghi mi ha disturbato, come se solo lui potesse dirigere il concerto di sessanta milioni di persone.
A me è sembrato un buon maggiordomo di Biden, un buon maitre di Bruxelles, ma sinceramente non l’ho mai visto come un Salvator Mundi, di leonardesca memoria.
Forse sbaglio, ma c’erano degli economisti più alla mano come Carlo Cottarelli, che potevano essere più chiari e più “democratici”.
A proposito di Carlo, ce n’è un altro che mi sembra importante rammentare in questo periodo, il Carlo Cattaneo del Politecnico, quello di una Repubblica Italiana Federale, che vedeva nella Svizzera e negli Stati Uniti, come successivamente nella Germania Federale, quale una forma più democratica di rappresentanza, con la democrazia che viene “dal basso”.
Cattaneo rappresenta anche una bella spallata a quella Roma ventri potente, che, anche in questi giorni, abbiamo visto ingerire, fra le mura dei suoi palazzi, i milioni di Euro degli Italiani, milioni che potrebbero essere destinati a ben altri scopi.
Ma, lo sappiamo, è dal 1870 che questa città si fa forte di un nome del passato per ingerire le risorse produttive del Paese.
Visto che in Italia non c’è stabilità e tutto è costantemente in discussione, si potrebbero cambiare le carte, puntare sull’autonomia regionale e vedere chiaramente chi sa provvedere a se stesso.
Non un atto di cinismo, ma una verifica effettuale di competenze e meriti.

Giorgio Penzo

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