Chi si crede Napoleone e chi si crede… “Joker”

Visto finalmente Joker. È un film bellissimo con una bellissima colonna sonora. Racconta la discesa agli inferi di un individuo con dei problemi, lasciato solo dalla società che dovrebbe invece aiutarlo. Un po’ come spiega Papa Francesco quando denuncia l’orrore della “cultura dello scarto”, il tema dei più deboli scartati dalla ferocia della globalizzazione capitalista. È anche un film intellettualmente divertente perché, contrariamente alle attese, ti frega: si capisce che non nasce assolutamente nessun genio del crimine. Il finale lo chiarisce senza ambiguità. È tutto un equivoco che cresce intorno ai problemi del protagonista che certo la combina molto grossa ma alla fine la paga anche. E non è detto, se proprio ci si vuole ricollegare in qualche modo a Batman, che sia lui il vero Joker, infatti non è lui ad assassinare il padre di Bruce Wayne ma qualcuno che approfitta della confusione originata dalle sommosse scatenate dai comportamenti del clown. E’ uno che finisce nell’ingranaggio della manipolazione di massa, mediatica, giornalistica, politica, e la paga. Un perdente che si immedesima per un attimo, come atto estremo e disperato di ribellione, in un potenziale super-villain in costruzione ma che in realtà è preda di un delirio allucinatorio, questa almeno la mia personale interpretazione. Un ragazzo tendenzialmente buono che subisce in continuazione un sacco di angherie e che alla fine non inscena alcun piano criminoso, ma si ribella con la violenza contro tutti quelli che lo hanno picchiato, seviziato, messo nei guai, umiliato. La saga di Batman non c’entra dunque praticamente niente, è un pretesto astuto utilizzato dagli autori, una specie di richiamo letterario (e anche uno stratagemma per sbancare al box office – ça va sans dire). Questo è obiettivamente divertente e riequilibra la cupa violenza conseguenza delle decisioni sbagliate del protagonista. Film dunque equilibrato, il finale non giustifica assolutamente la violenza, anzi, è la necessaria e logica conclusione drammaturgica. È anche un film d’arte che ha meritato il primo premio a Venezia, denso di rimandi e citazioni cinematografiche, da Charlie Chaplin, nelle cui movenze si identifica l’interprete Joaquin Phoenix, in giù. Certo chi si aspetta un reale e filologico collegamento con la saga di Batman può rimanere deluso e avere qualcosa da recriminare. Il regista Todd Phillips si può paragonare a un dirottatore aereo, ha preso la storia di Batman e ha girato un finto prequel, e così l’ha portata dove voleva lui per dire quello che gli pareva sull’attualità politica… e noi volentieri invece di arrestarlo lo ricopriamo di milioni di dollari al botteghino.

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