A sinistra servono contenuti, non nuovi contenitori*

Una critica lucida al “blairismo” che ci sentiamo di sottoscrivere come Redazione, in spirito costruttivo, ovviamente. Da sempre “CittaFutura” bada ai contenuti e alle proposte e vede con criticità i personalismi. Come, da sempre, si è chiesta se la “globalizzazione” in atto fosse quella migliore possibile.  Cofferati entra in medias res, senza polemiche e con la forza dell’esperienza.

In politica,come è noto, il contenuto di una proposta vale molto di più del contenitore nel quale la stessa viene collocata. Non solo, ma il contenuto definisce l’efficacia, la coerenza, la funzionalità e la credibilità del contenitore. Purtroppo da tempo, in particolare nei momenti più difficili, la sinistra politica mette in disparte il merito delle cose da fare e si affanna a cercare un contenitore “nuovo”. Aggettivo che si presta a molteplici manipolazioni ed è incapace di produrre da solo effetti risolutivi.

L’idea che quelli che sono “fuori” dai partiti della sinistra, pur mostrando attenzione per i loro valori, si coinvolgono costruendo qualche spazio specifico per loro è priva di qualsivoglia efficacia. Questo vale per chi ha a cuore in particolare l’ambiente, oppure il lavoro, o i diritti o altri temi. Confinarli in uno spazio definito per dimostrare che ti occupi di loro o dedicargli una attenzione specifica, ma scissa dal generale è inutile e controproducente. Gli affanni e la crisi della sinistra in Europa negli ultimi trent’anni nascono dall’incapacità di affrontare gli effetti della globalizzazione senza rinunciare ai valori fondanti della sua storia. Addirittura di aver guardato alla globalizzazione come processo positivo in grado di favorire spontaneamente il superamento delle diseguaglianze, la riduzione delle povertà e l’estendersi della democrazia. Sbagliando profondamente la sinistra europea ha scelto Blair in opposizione a Delors.

Bisogna ripartire da quell’errore per porvi rimedio, tutti insieme. Con pazienza ma con costanza, lasciando a dopo il tema dei contenitori. La forma partito è l’ultima cosa da affrontare e, paradossalmente, la meno difficile perché i contenitori si possono plasmare e adattare se il progetto è condiviso e convincente. Le priorità sono altre. La sinistra deve proporre una ipotesi di crescita che rispetti l’ambiente attraverso i comportamenti, usando l’innovazione e la conoscenza. Deve realizzare una redistribuzione equa della ricchezza prodotta destinandone una parte cospicua a cancellare la povertà. Deve assicurare che, nella società che cambia e nelle sue democrazie, i diritti individuali devono crescere connessi a quelli collettivi e mai messi in contrapposizione. Temi enormi certo, ma che trovano verifica anche nei piccoli problemi quotidiani, ancor più importanti dove la sinistra governa. Ovviamente a cominciare da noi. È importante organizzare gli approfondimenti del caso.

Mi consento un solo piccolo esempio. Per la sinistra quale deve essere la rappresentanza del lavoro e le sue competenze nell’era della robotica ormai avviata? E quale deve essere il rapporto tra il tempo di lavoro e il tempo di vita in questa fase di trasformazioni epocali? Quale condizione deve produrre la tecnologia nell’ambiente che ospiterà il nuovo lavoro? Si potrebbe proseguire a lungo passando da un tema ad altri non meno importanti per il futuro prossimo. Non dimenticando mai che le proposte che la discussione avanza devono essere rapidamente realizzate dove la sinistra governa. Perché anche la coerenza e il rifiuto della demagogia sono “di sinistra”.

*Huffpost, 12 gennaio 2020.  Sergio Cofferati

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*