Una vittoria di Pirro

Al ritorno del Premier Conte in Italia, dopo le cinque giornate di Bruxelles, combattute contro i paesi frugali, soprattutto l’Olanda, c’è stata un’acclamazione a base di epinici per la presunta vittoria ottenuta contro altri stati europei.
Ma, studiamo con attenzione i fatti e vediamo se effettivamente si è trattata di una vittoria oppure di una delle solite acclamazioni che i leader politici si vedono attribuire in Italia, anche in caso di sconfitta.
Il proposito iniziale era molto buono: quello di ottenere aiuti, possibilmente non rimborsabili, per far ripartire l’economia italiana, messa in ginocchio dal Coronavirus.
200 miliardi, conclamati ma non ancora ottenuti, sono tanti, ma non proprio tanti quanti servirebbero.
Il primo dato da ricordare è quello dell’evasione fiscale in Italia, che tocca i 100-120 miliardi (a sentire gli esperti) all’anno.
Il secondo dato è quello degli interessi sul debito pubblico, che potrebbe raggiungere l’enorme cifra di 100 miliardi, visto che nel 2020 tale debito raggiungerà i 2600 miliardi, mentre il PIL si abbasserà a 1600.
Poi, il terzo dato è quello di quanto viene sottratto dalle organizzazioni mafiose (Camorra, Mafia, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita) allo Stato, in quanto tali organizzazioni si sostituiscono allo Stato stesso, e non solo nell’Italia del Sud.
Si potrebbe poi discutere della crescente influenza di tali organizzazioni in tutta Europa.
Altri dati importanti da ricordare sono il debito dello Stato verso i fornitori del medesimo (forse 50 miliardi), sia in termini reali che in termini di enormi ritardi nei pagamenti.
Dulcis in fundo, i danni derivanti da una burocrazia lentissima, non in linea con gli altri paesi europei, ed inoltre con le infrastrutture che non corrispondono a quelle necessarie a uno Stato moderno.
Lascio perdere i vari miliardi gettati via in operazioni fallimentari quali il salvataggio dell’Alitalia, il non chiarito trasferimento di Autostrade dai Benetton alla Cassa Depositi e Prestiti, e a varie regalie organizzate nel passato da Renzi.
Come vedete, ogni anno lo Stato italiano spende o perde quantità inimmaginabili di denaro a causa della propria strutturale inefficienza.
Poi, ci sono i personaggi che dovrebbero gestire quest’importo di 200 miliardi concesso all’Italia.
Conte-Nobile Garganico, al quale si possono attribuire titoli accademici, ma assolutamente non una grande conoscenza di Economia.
Lapillo Kid, che da Vesuviano talora diventa Venusiano.
Il fratello meno sveglio di Montalbano dirige un frappé di cui non si capiscono chiaramente i contorni, ma che sicuramente non rappresenta nessuna Sinistra.
Quanto al Ministro dell’Economia, il Menestrello, gli si può attribuire una buona laurea in Lettere, ma non vedo cosa questo abbia a che fare con un dicastero così delicato ed importante come quello economico.
Questa è la squadra di governo che dirige un paese come l’Italia: non stupiamoci se questo paese, che dovrebbe procedere spedito verso percorsi transalpini, si trova invece retrocesso a capitanare le economie del Nord Africa (senza offesa per nessuno).
Il formidabile bazooka preannunciato da Conte di centinaia di miliardi si è quindi in realtà ridotto a una pallottola spuntata, solo che il canuto Leslie Nielsen era molto più simpatico del nostro Nobile Garganico.
L’incontro/scontro di Bruxelles si è risolto, a mio avviso, in una vittoria di Pirro per l’Italia, e, alla fine dei conti, rimarremo senza elefanti, cavalleria, pantaloni e dovremmo rimpiangere amaramente la perduta occasione del MES.

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