Vendita di Iveco alla Cina

Iveco; Fornaro e Grimaldi: “La possibile vendita di Iveco alla Cina è allarmante, su questo settore strategico il Governo intervenga immediatamente”.

“La possibile vendita di parte di Fpt Industrial e del Gruppo Iveco a Faw Jiefang, ovvero il più grande produttore di camion della Cina, costituisce una notizia estremamente allarmante; stiamo parlando di un pezzo importante della storia industriale italiana con ricadute molto forti dal punto di vista occupazionale soprattutto in Piemonte e nel torinese” – è il commento di Federico Fornaro, capogruppo di Liberi Uguali alla Camera e di Marco Grimaldi, capogruppo di Liberi Uguali Verdi in Piemonte.

La notizia della vendita era rimbalzata qualche mese fa ma ora sembra che Faw Jiefang faccia sul serio e avrebbe presentato a Cnh industrial una nuova offerta dopo quella rifiutata lo scorso anno: “Iveco è da sempre un pezzo industriale strategico per Torino, per il Piemonte e per l’Italia – proseguo Fornaro e Grimaldi – per questo motivo occorre che la situazione sia monitorata con attenzione; occorre ottenere garanzie per gli stabilimenti italiani, in particolar modo per quelli torinesi, e per il mantenimento dell’occupazione. Molto spesso, quando i pezzi industriali italiani finiscono sotto il controllo di multinazionali straniere, il rischio è che anche le produzioni emigrino verso altri Paesi e in questo settore strategico non ce lo possiamo assolutamente permettere”.

“A questo proposito – ricordano Fornaro e Grimaldi – se la trattativa proseguirà come sembra, occorrerà tutelare il nostro Paese, e l’Europa più in generale, per capire se ci sono i presupposti per attivare la normativa del golden power, quei poteri esercitabili nei settori della difesa e della sicurezza nazionale, nonché di taluni ambiti di attività definiti di rilevanza strategica nei settori dell’energia, dei trasporti e delle comunicazioni, che permetterebbero allo Stato di dettare specifiche condizioni all’acquisito di partecipazioni, di porre il veto all’adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all’acquisto di partecipazioni”.

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