Vertice storico ad Ankara: 6 partiti di opposizione annunciano un memorandum d’intesa per tornare al sistema parlamentare.

Il 28 febbraio nella capitale della Turchia, per la prima volta, 6 partiti di opposizione si sono riuniti. L’incontro era stato preceduto da diverse riunioni fatte nei mesi precedenti tra alcuni esponenti dei 6 partiti. Così l’incontro di Ankara ha assunto un’elevata importanza, perché è stato il primo incontro a livello dirigenziale mentre, nei precedenti, i partiti venivano solamente rappresentati da segretari o da delegati. Inoltre ha assunto ulteriore valore grazie all’accordo che è stato siglato. Ma prima di arrivare a questo punto storico vediamo chi sono questi 6 partiti e chi mancava tra loro.

CHP (Partito Popolare della Repubblica)

Partito fondatore della Repubblica di Turchia, oggi è la principale formazione politica parlamentare. Su 581 seggi ne possiede 135. Nell’ultima tornata elettorale i suoi candidati hanno vinto le elezioni amministrative in diverse città molto importanti come Izmir, Antalya, Ankara e Istanbul. CHP, oggi, con una serie di difficoltà, potrebbe essere definito come un partito social democratico, filo europeo, transatlantista e laico. CHP è affiliato all’Internazionale Socialista e all’Alleanza Progressista, è anche il motore della nascente coalizione composta da diversi partiti dell’opposizione.

Iyi Parti (Partito Buono)

Nasce nel 2017 dalle costole del Partito del Movimento Nazionalista (MHP, conosciuto con la sua formazione giovanile “lupi grigi”). Guidato dall’ex Ministra degli Esteri, una dei fondatori del partito del governo (AKP) nonché un’ex professoressa universitaria di letteratura turca, Meral Aksener. Iyi Parti nasce con una linea politica molto critica verso il governo, la figura di Erdogan e la sua famiglia ma anche verso il movimento nazionalista turco. Aksener si definisce laica e nazionalista. Aksener dal 2007 al 2011 fu la vice del Parlamento nazionale. Iyi Parti oggi possiede 36 seggi.

Saadet Partisi (Partito della Felicità)

Attualmente, dopo l’AKP, sarebbe l’esponente più importante del movimento conservatore della Turchia. Sarebbe la formazione politica dove Erdogan iniziò la sua carriera. Dopo lo scioglimento avvenuto nel 2001, con la decisione della Corte Costituzionale, Erdogan e i suoi alleati abbandonarono questo percorso fondando un nuovo partito: AKP. Da quel momento fino ad oggi Saadet non è mai riuscito a ottenere più di 4% di voti. Il suo leader Temel Karamollaoglu fu il Sindaco di Sivas durante il “massacro di Sivas” del 1993 quando furono arsi vivi 37 intellettuali in centro città. Karamollaoglu è critico nei confronti del governo soprattutto per le sue politiche economiche e la sua alleanza con gli ultranazionalisti. In questi ultimi anni hanno ha ricevuto diversi inviti per l’adesione al governo, lanciati, da parte di Erdogan. Karamollaoglu sarebbe quella parte più vicina, ideologicamente, al governo attuale, all’interno di questa nuova coalizione nascente. Saadet è un partito politico islamista e euroscettico, attualmente ha solo 1 seggio nel parlamento nazionale.

Demokrat Parti (Partito Democratico)

A differenza del suo omonimo italiano qui si tratta di un partito di centro destra. Nella storia della Repubblica di Turchia ci furono diverse esperienze partitiche con questo nome, sempre con le stesse posizioni ideologiche. Quell’attuale esiste dal 2007 e nasce dall’unione di due storici partiti di centro destra, DYP e ANAP, che governarono la Turchia per circa 30 anni ma con l’arrivo dell’AKP perdettero le elezioni drammaticamente e si ridussero fino allo 0,14% nelle elezioni del 2015. Demokrat parti è critico nei confronti del governo soprattutto per il suo piano economico e per le misure adottate che limitano le libertà individuali. Attualmente occupa 2 seggi nel parlamento nazionale.

Deva Partisi (Partito della Democrazia e del Progresso)

Nasce nei primi giorni della pandemia, ossia il 9 marzo del 2020. Fondato da una serie di persone che hanno fatto parte del percorso politico dell’AKP, e non. Il leader attuale è Ali Babacan, ex Ministro per le Relazioni con l’UE, degli Affari Esteri e anche ex Ministro dell’Economia. Babacan è anche uno dei fondatori dell’AKP. Collaborò con i governi di Erdogan per ben 13 anni. Deva critica fortemente le politiche economiche del governo ma anche le misure attuate per limitare le libertà individuali. E’ un partito liberale, di centro e filoeuropeo e transatlantista. L’abbreviazione del nome del partito, “Deva”, vuol anche dire “rimedio” in turco e il partito possiede solo 1 seggio attualmente nel parlamento nazionale.

Gelecek Partisi (Partito del Futuro)

Nasce nel 2019, fondatore e il leader attuale è Ahmet Davutoglu, l’ex Primo Ministro del governo AKP. Davutoglu oltre a ricoprire questo ruolo di grande responsabilità fu anche il Ministro degli Esteri per 5 anni e il segretario nazionale dell’AKP per 2 anni. Insomma si tratta del numero 2 della storia dell’AKP dopo Erdogan se non addirittura il suo ex braccio destro. Davutoglu è l’ideatore di una serie di politiche estere del governo dell’AKP soprattutto in un periodo storicamente molto importante ossia l’inizio della guerra delle deleghe in Siria. Davutoglu fu il Primo Ministro dal 2014 al 2016 ossia nel periodo degli attentati dell’ISIS in Turchia, il conflitto armato esploso tra le forze armate e la guerriglia curda del PKK e la sua carriera fu interrotta da Erdogan pochi mesi prima del fallito golpe del 15 luglio 2016.

Davutoglu oltre la sua importante carriera accademica ha sempre fatto parte delle formazioni politiche di diversi tipi conservatrici. Gelecek Partisi è molto critico verso il governo per via della sua alleanza con gli ultranazionalisti e le politiche economiche attuate. Nei confronti di Davutoglu, l’AKP ha avviato, in diversi tempi, delle campagne di linciaggio mediatico. Gelecek Partisi critica direttamente la figura di Erdogan per via del sistema di parentalismo e clientelismo che ha creato in questi anni. Gelecek Partisi è filoeuropeo e fortemente transatlantista attualmente non ha nessun seggio nel parlamento nazionale.

HDP (Partito Democratico dei Popoli)

E’ il secondo partito dell’opposizione. Attualmente possiede 56 seggi. Nasce dalle costole di una serie di esperienze partitiche che possiamo definire come “filo curde”. Tuttavia dalla sua fondazione, 2012, ad oggi ha dimostrato di essere il principale partito di sinistra della Turchia. Numerosi suoi sindaci e parlamentari sono in carcere oppure vivono in esilio. Nelle elezioni del 2019 perché i candidati di altri partiti dell’opposizione potessero vincere l’HDP nelle grandi città non ha presentato nessun candidato. L’HDP non fa parte di questa nuova squadra di oppositori, nei suoi confronti c’è una netta distanza da parte dell’Iyi Parti principalmente ma non solo.

Un primo passo

ll memorandum d’intesa che il CHP, Iyi Parti, Saadet Partisi, Gelecek Partisi, Demokrat Parti e DEVA hanno concordato, ha l’obiettivo di ripristinare il sistema parlamentare e rafforzarlo. La Turchia attualmente si governa con un sistema presidenziale, dal 2016, che concentra una serie di poteri forti nelle mani del Presidente della Repubblica; dalla nomina dei rettori fino alla sospensione dei Ministri. La mancanza della “fiducia” e la figura del Primo Ministro fa sì che il governo sia una sorta di consiglio dei Ministri nominato, controllato e governato direttamente e solamente dal Presidente della Repubblica.

Il leader del CHP Kemal Kılıçdaroğlu, il leader del Partito Buono Meral Akşener, il leader del Partito della Felicità Temel Karamollaoğlu, il leader del Partito Futuro Ahmet Davutoğlu, il leader del Partito Democratico Gültekin Uysal, il leader del Partito DEVA Ali Babacan si sono incontrati al Bilkent Hotel di Ankara. I capi dei 6 partiti politici sono entrati contemporaneamente in aula fianco a fianco. https://www.cumhuriyet.com.tr/Archive/2022/2/13/1907445/kapak_005335.jpg

Alcuni punti salienti del memorandum d’intesa sono i seguenti:

  • La soglia elettorale sarà ridotta al 3 per cento.(attualmente 10%)
  • I partiti che hanno incassato almeno l’1 per cento dei voti alle elezioni parlamentari potranno ricevere aiuti dal Tesoro.
  • Non sarà consentito emanare decreti sui diritti e le libertà fondamentali.
  • Il potere di veto del Presidente verrà revocato.
  • Il quorum per le indagini parlamentari sarà ridotto. (attualmente ⅔ del totale)
  • La durata del mandato del Presidente sarà di 7 anni.
  • Il Presidente e il Consiglio dei ministri non avranno la facoltà di dichiarare da soli lo stato d’emergenza.
  • Saranno riorganizzati i compiti, i poteri e le pratiche dei Giudici Penali di Pace.
  • Sarà assicurata l’immediata attuazione delle decisioni della Corte Costituzionale e della CEDU.
  • Il “Collegio dei giudici e dei pubblici ministeri” (HSYK) sarà abolito. Verranno costituiti due comitati separati. (attualmente il Presidente è il Ministro della Giustizia e il suo vice è il membro fisso e 4 membri vengono nominati dal Presidente della Repubblica)
  • La pratica dei più ordini forensi sarà abolita.
  • Almeno 3/4 dei membri della Corte Costituzionale dovranno essere avvocati.
  • La Corte dei Conti sarà regolata come la Corte Suprema nella Costituzione.
  • TRT (emittente dello Stato) e l’Agenzia Anadolu (l’agenzia di stampa dello Stato) saranno ristrutturate secondo i principi di indipendenza e di imparzialità.
  • Saranno adottate misure legali per prevenire il monopolio nei media.
  • Sarà cambiato lo status legale del RTÜK (Il Consiglio supremo della radio e della televisione, è l’agenzia statale turca per il monitoraggio, la regolamentazione e l’approvazione delle trasmissioni radiofoniche e televisive). I membri saranno eletti dall’Assemblea.
  • La legge sugli appalti pubblici sarà rivista.
  • La quota di gettito fiscale devoluto agli enti locali dal bilancio generale sarà aumentata.
  • Sarà garantito che coloro che verranno scelti con le elezioni si potranno sostituire solo con le elezioni. Il sistema dei commissari sarà abolito – solo dopo le elezioni del 2019 più di 50 sindaci eletti sono stati sospesi e al posto loro sono stati nominati gli ex prefetti, giudici oppure membri dell’AKP come commissari straordinari.
  • YOK sarà abolito. (Consiglio per l’Educazione Superiore, fondato con la Costituzione del 1982, durante la giunta militare, controlla quasi a 360 gradi le università, il suo Presidente viene nominato direttamente dal Presidente della Repubblica).
  • I docenti eleggeranno i propri rettori (attualmente è il Presidente della Repubblica a scegliere i rettori delle università).
  • Verrà preparata la legge di etica politica.

“Questo è un nuovo inizio”

Nella parte introduttiva del testo letto dal vicepresidente del CHP, Muharrem Erkek, è stato spiegato perché il sistema presidenziale ha una serie di problematiche; “il sistema crea un governo autoritario attribuendo al Presidente poteri molto ampi e incontrollati/incontrollabili che gli consentono di gestire autonomamente il legislativo, esecutivo e giudiziario. Ci opponiamo a questo sistema, che va contro i principi dello Stato costituzionale, danneggia fondamentalmente lo Stato di diritto democratico e personalizza la sovranità. Rifiutiamo anche gli schemi angusti del passato. Beneficiando delle esperienze del passato, siamo determinati a costruire un nuovo sistema”.

In un certo punto del testo presentato, per riassumere il sistema che propongono questi 6 partiti, si dà spazio alle seguenti dichiarazioni:

“Il sistema parlamentare rafforzato è un sistema libertario in cui le idee sono espresse liberamente, la libertà di religione e di coscienza, la libertà di stampa, i diritti delle donne, i diritti dei bambini e i diritti ambientali sono pienamente tutelati. Questo sistema è un sistema pluralistico in cui tutte le istituzioni statali sono alla stessa distanza da tutti i cittadini senza alcuna discriminazione. Questo sistema si basa sui principi di uguaglianza, imparzialità e merito nella pubblica amministrazione, dove si combatte efficacemente la corruzione, si assicura l’indipendenza delle istituzioni di regolamentazione e di controllo e si liberano le università.

Si tratta di un primo passo ma è pure un passo senza precedenti. Se la strada dell’opposizione non sarà ostacolata e se questi 6 partiti resteranno compatti e leali, la Turchia potrebbe avere una sua nuova Costituzione e un nuovo sistema governativo. Queste novità oltre che archiviare il sistema presidenziale attualmente in atto, potrebbero anche cancellare le impronte della dittatura militare del 1980. Il fatto che questo nuovo gruppo abbia 4 piccolissimi partiti costituisce un problema numerico quindi elettorale. Infine l’esclusione dell’HDP dalla coalizione crea una serie di punti interrogativi sull’efficacia di questa proposta e sul successo elettorale che potrebbe registrare la nuova alleanza nelle elezioni in arrivo, nel 2023.

Murat Cinar

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