La grave situazione sanitaria della Fraschetta non è ulteriormente tollerabile

Assemblea molto partecipata quella organizzata venerdi 7 febbraio dai ragazzi di FFF sul grave inquinamento di Spinetta Marengo. Ha avuto un impagabile merito: quello di infrangere il muro di silenzio che avvolge i danni alla salute degli abitanti ed all’ambiente provocati dal Polo chimico nel corso degli anni. L’indagine epidemiologica recentemente resa pubblica ha confermato-come ampiamente documentato da “Il Piccolo”- le eccedenze di morti e malattie specialmente tumorali nella zona di Spinetta. La testimonianza delle mamme NoPFAS che vivono l’analogo drammatico problema in Veneto è stata commovente e preziosa: ha tangibilmente dimostrato come si possa agire e reagire all’avvelenamento del suolo, delle falde acquifere ed in definitiva dell’acqua potabile causato dalla ditta Miteni nel Vicentino. Di notevole valore la relazione del dott. Morricone, medico ambientalista che ha condotto un’accurata valutazione dei dati degli studi epidemiologici dell’area Fraschetta avvalorando con l’autorevolezza della sua esperienza la gravità della situazione sanitaria. Le eccedenze dei tipi di malattie e dei tipi di tumore che raggiungono e superano in certi casi nella popolazione delle immediate vicinanze del Polo chimico il 50% rispetto alla popolazione della provincia di Alessandria e del Piemonte come potrebbero ragionevolmente essere attribuite ad altre cause? Riporto testualmente lo scritto del dott. Morricone: “Dall’analisi di questi dati si evince un importante incremento per patologie, tumorali e non tumorali, nella zona adiacente al polo chimico di Spinetta. Ciò è verosimilmente strettamente correlato alle esposizione a sostanze tossiche ed inquinanti relative all’area in esame. Come tutti gli studi di tipo epidemiologico-descrittivo (che non hanno infatti questa finalità) non è possibile stabilire un rapporto diretto causa-effetto, ma il dato è talmente eclatante che risulterebbe poco plausibile pensare ad altre ragioni, per spiegare questo fenomeno”. Sull’’A.I.A (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata dalla Provincia nel 2010 alla Solvay e che l’autorizza a produrre si legge che il numero dei camini che scaricano all’atmosfera sostanze inquinanti sono 73 . A questi si debbono aggiungere le circa 15.000 “sorgenti diffuse” che sono i piccoli o grandi rilasci in atmosfera di gas inquinanti . L’A.I.A. pone limiti sulle quantità di inquinanti che questo elevatissimo numero di fonti può emettere. Gli inquinanti in questione sono gas estremamente pericolosi e tossici . Se ne citano alcuni : l’acido cloridrico, l’acido fluoridrico, il tetrafluoroetilene, il pericolosissimo perfluoroisobutene, il PFOA prodotto fino al 2013 ma che continua a fluire all’esterno del Polo Chimico avendo penetrato ed imbevuto la falda acquifera – i dati ARPA lo comprovano. Le patologie e le morti non diminuiscono nel corso degli anni: non sembrano quindi essere causate da inquinanti emessi da reparti chiusi negli anni ’70 e ‘80 . Si può quindi concludere  affermando che le emissioni in atmosfera e nelle acque di falda siano ancora a livelli inaccetabilmente elevati , tali da causare i gravi danni alla salute ai cittadini certificati dall’indagine epidemiologica e che quindi una radicale revisione dell’AIA sia non solo necessaria ma doverosa. Il più allarmante dato in quanto riguarda i nostri ragazzi è costituito dalle eccedenze di malattie neurologiche di ben l’86% superiori per i bambini e ragazzi di Spinetta rispetto agli omologhi della Provincia di Alessandria . Non c’e’ tempo per le pur doverose ulteriori discussioni e richieste di approfondimento: i medici di base siano autorizzati ad intervenire prescrivendo analisi accurate al minimo sospetto dell’insorgere delle patologie emerse negli studi epidemiologici. La grave situazione illustrata potrebbe essere ulteriormente aggravata dalla messa in funzione di un ulteriore impianto per la produzione del c-C6O4 , un PFAS a catena corta che Solvay ha iniziato a produrre nel 2013 in sostituzione del PFOA vietato dalla convenzione mondiale di Stoccolma. Solvay ha richiesto a Provincia l’ autorizzazione a costruirne un nuovo reparto di produzione con relativo adeguamento dell’AIA. Di tale composto si conosce assai poco principalmente perché la Solvay ne ha secretato le caratteristiche in nome di una discutibile difesa di proprietà intellettuali. Istituti di rilievo quali il Ramazzini di Bologna ritengono tali composti non meno nocivi dei PFOA.

Il buonsenso induce ad opporsi a tale ulteriore potenziale causa di inquinamento in nome del principio di precauzione : invito perciò ad aderire con Legambiente, Rete Ambientalista, Medicina Democratica, Pro Natura alla manifestazione programmata dai ragazzi Fridays for Future davanti alla Provincia di Alessandria alle 17:00 di sabato 22 febbraio.

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