Ma l’energia nucleare può essere compatibile?

Tutti abbiamo ben presenti le parole di Massimo Scalia e Gianni Mattioli che, da fisici di vaglia quali sono (nel caso di Massimo, purtroppo, “è stato”), che ci raccontarono come da un primitivo interesse e entusiastico sostegno alla scelta nucleare (con centrali prototipo in Italia) siano passati in breve ad una avversione documentata e scientificamente inoppugnabile. Segnalarono già a inizio anni Settanta dello scorso secolo problemi prevedibili per il confinamento delle scorie, difficoltà di vario tipo nel campo della sicurezza di gestione e, progressivamente sempre più con dati aggiornati, la sostanziale diseconomicità complessiva della filiera nucleare. I costi di “decomissioning” delle centrali in funzione per pochi periodi (Caorso, Trino ecc.) e di gestione delle scorie italiane, ancora alla ricerca di un sito idoneo, ne sono una drammatica conferma. Sorprende, perciò, la scelta “nuclearista” che sta imboccando il Governo in carica con l’avallo – pare – della maggioranza del Parlamento, pur in presenza di pronunciamenti referendari, anche recenti, che hanno fatto capire chiaramente come la pensino gli italiani .

Riteniamo pertanto utile proporre ai candidati alla carica di consigliere della  Regione Piemonte un breve questionario. Ricordiamo che la nostra regione custodisce in modo “provvisorio” e, sostanzialmente, pericoloso, la più grande quantità di scorie radioattive italiane e che, negli anni Ottanta dello scorso secolo fu oggetto di più proposte di istallazioni nucleari di PWR centrali nucleari ad acqua pressurizzata in “combinat” ciascuno da 2000 MW di potenza.

Una situazione che si potrebbe riproporre nel caso fosse approvata una qualche forma di legge con percorsi amministrativi agevolati, finalizzati alla costruzione di centrali che, anche se di pezzature minori (inferiori a 400 MW) presenterebbero, di fatto, le stesse problematiche di sempre.

Il ministro Pichetto Fratin, di recente (1) ha rilasciato una serie di dichiarazioni che vorremmo fossero prese in considerazione dai candidati dei vari schieramenti a cui, a fine articolo, chiederemmo di rispondere, in forma scritta, a tre semplici domande.

Cosa ha affermato il Ministro Pichetto Fratin

L’Italia è pronta a dire addio al carbone, la fonte fossile che genera più emissioni di gas serra”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, a Torino per presiedere il G7 di Venaria sul clima che si tiene fino a martedì 30 aprile. “Abbiamo valutato i tempi: potremmo arrivarci nei prossimi mesi, anche se con l’attuale scenario geopolitico è più probabile parlare di un anno per quanto riguarda l’Italia continentale e 2027 per la Sardegna”, ha detto Pichetto Fratin.

Per il ministro l’impegno sulle rinnovabili non basta: “Vogliamo far crescere fotovoltaico, eolico, geotermico e idroelettrico: l’obiettivo è arrivare alla fine di questo decennio con un terzo del fabbisogno coperto dalle rinnovabili, aggiungendo 70 Terawatt di produzione. Oggi l’Italia consuma quasi 310 Terawatt di energia, ma il fabbisogno potrebbe raddoppiare per il 2050. Ma le rinnovabili non bastano. E non possiamo rovinare questo bel Paese con pale e pannelli ovunque”.

Da qui la necessità, secondo il governo, del nucleare: “Il nucleare è considerato ormai un’energia pulita, lo dimostra anche la tassonomia europea che classifica le attività che si possono definire sostenibili. Il mio ministero ha il mandato del governo e del Parlamento di approfondire sul fronte della ricerca e della sperimentazione”.

Sulle priorità del G7 Pichetto ha aggiunto: “Siamo il Paese che è al centro del Mediterraneo e che proprio per questo soffre più di tutti il cambiamento climatico, il rischio di perdita di biodiversità che è una caratteristica forte del nostro Paese, e naturalmente anche la questione dell’inquinamento, usiamo il termine più comune ma che dà più senso. Quindi le priorità sono le variazioni da realizzare sulla decarbonizzazione: un termine che significa la riduzione in modo forte dell’emissione carbonica, che parte dal primo inquinante, il carbone, poi passa al petrolio e infine alla produzione di energia pulita, utilizzando il gas come transizione al 2050. Il nucleare di quarta generazione è l’indirizzo di ricerca e sperimentazione che abbiamo avuto dal Parlamento – aggiunge Pichetto Fratin – di conseguenza lo sto portando avanti. All’altra parte, rispetto alle varie ipotesi di scenario, tengo conto e riporterò nell’ambito di ciò che mi compete, quelle che sono le risultanze della piattaforma per il nucleare sostenibile”. Sul tema della sicurezza energetica il ministro non si sbilancia: “Ci sarà il confronto durante le Ministeriali sia nella parte plenaria, sia in quella Ambiente che Energia, che sono le due settoriali, sia nelle molte bilaterali che si terranno in questi giorni, a partire da oggi”.

Queste sono le domande che facciamo ai candidati…

.1. E’ d’accordo oppure no su quanto a affermato il ministro Pichetto Fratin rispetto al c.d. “nucleare sostenibile”?

.2. E’ d’accordo oppure vuole integrare o correggere quanto affermato dal ministro riguardo alle quantità di energia prossimamente di necessità nel territorio italiano (da circa 300 Terawatt attuali a 500 circa previsti per il 2050)?

.3. Ritiene la tematica energetica centrale riguardo ad un futuro resiliente in Piemonte, ambientalmente sostenibile e con margini di miglioramento in termini di possibilità di lavoro e imprsa?

Ringraziando anticipatamente per le eventuali graditissime risposte si raccomanda di non superare le die/dodici righe per ogni risposta. Sarà poi più facile renderle pubbliche correttamente, iniziando una prima analisi di insieme. Per questa seconda fase contiamo di avere esperti, tecnici e operatori del settore collegati alle principali associazioni ambientaliste e di difesa del territorio. Il loro supporto sarà importante.

………………………………………………………………………………………

.1. https://www.ilsole24ore.com/art/pichetto-fratin-l-italia-e-pronta-dire-addio-carbone-AFnJHKmD

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*