“Stanno stufando gli Italiani”

 

 Il protagonismo e i tatticismi del teatrino di Salvini e Di Maio stanno stufando gli Italiani

Alla lunga, anche il ritornello  sui porti chiusi contro le navi che soccorrono in mare gli immigrati, sbandierato con tanta insistenza, in tutti i telegiornali, da Salvini, si sta rivelando un logoro argomento propagandistico. La Germania rispedisce in Italia, via aerea, gli immigrati clandestini giunti in quel paese dall’Italia; ogni giorno decine di stranieri  sbarcano sulle nostre coste da imbarcazioni minori. In pratica il flusso migratorio non è stato bloccato come vuole fare intendere il Ministro degli interni.

Quello migratorio è un fenomeno epocale che durerà ancora per molti anni a venire. Potrà essere regolamentato se da parte dell’Europa verrà definita una politica d’intervento e di aiuti verso i paesi africani e quelli del Medio Oriente oggi lacerati da guerre come la Libia, la Siria e l’Iraq.

A Salvini fa comodo lo status quo, ci sguazza sul destino dei profughi, conferma la chiusura dei Porti italiani ed accusa di insensibilità i paesi dell’Europa. Se i paesi europei si dichiarano disposti ad accogliere quota parte degli migranti, come hanno fatto in questi giorni Francia, Germania Spagna, Portogallo e Danimarca, a Salvini incominciano a rompergli il gioco escogitato per incantare gli italiani sul tema della sicurezza e acquisire consensi, e questo non gli garba proprio.

Di Maio a sua volta, in evidente caduta d’immagine, cerca di recuperare il consenso perduto ricorrendo ad argomenti sfruttati in campagna elettorale, dando la colpa per le cose che in Italia non funzionano –  e sono tante – alle forze politiche che hanno governato in passato e proponendo argomenti assurdi come la “Decrescita felice”. Chiudere la più grande acciaieria d’Europa: L’Ilva di Tarando sostituendola con un Parco naturale e i 20 mila occupati dove li mettiamo? Risolviamo il problema con il reddito di cittadinanza! Bloccare la Torino – Lione. Puntare sul fallimento  di Atlantia, concessionaria di autostrade, ma anche una delle aziende leader nel mondo nella costruzione di strade e autostrade, con migliaia di dipendenti, che opera in Europa, in Sud America e Asia. Per mesi ha sostenuto il blocco dei cantieri già  programmati e finanziati per lo opere pubbliche del nostro paese.

Un Ministro dello sviluppo che, nonostante il suo vivace protagonismo sembra più impegnato sul fronte della decrescita, che stando ai dati sull’occupazione forniti dall’Istat, si presenta tutt’altro che felice.

I temi di bandiera come il “Reddito di cittadinanza” il “Salario minimo” e per la Lega “Quota cento” per le pensioni e la “ Flac tax” la tassa piatta sul fisco, sono tutti provvedimenti che comportano un forte esborso di risorse da finanziare ricorrendo all’indebitamento pubblico, ricadute dal lato della domanda non sono da escludere, ma nell’immediato scarsamente incentivanti sul lato della ripresa economica, del costo del lavoro e degli investimenti. Aziende e sindacati chiedono infatti una riduzione del cuneo fiscale che grava sul costo del lavoro, il rilancio della politica di innovazione tecnologica 4.0 lanciata dall’ex ministro Calenda e bloccata dall’attuale governo, interventi sulla formazione scolastica, l’Università, la Ricerca e le infrastrutture, lo snellimento delle incombenze burocratiche e la velocizzazione dei processi civili.

Non a caso i rilevamenti effettuati da Nando Pagnoncelli confermano che per la prima volta i consensi al governo scendono sotto il 50%. Di Maio è al 25% , ma scende anche Salvini 49%. Il governo, in meno di un mese perde 7 punti  e si colloca al 45%.

La danza dell’ottimismo e del protagonismo televisivo è evidente che non poteva durare. Il malessere è palpabile. L’ascensore sociale si è bloccato: il ceto medio sta scomparendo, i ricchi sono sempre più ricchi mentre aumenta il numero di coloro che raggiungono la soglia della povertà. Il paese reale avverte la precarietà, in particolare  i giovani, molti dei quali non studiano e non lavorano; il mondo della scuola è in continua fibrillazione; evidenti sono le difficoltà presenti sul fronte sanitario pubblico, dove mancano migliaia di medici e le file per ottenere un esame si fanno sempre più lunghe; il mondo del lavoro professionale e autonomo soffre questo clima di stagnazione, così quello del lavoro dipendente e dei pensionati falcidiati dai recenti tagli governativi nelle loro modeste entrate.

L’autunno si presenta caldo e per risolvere i problemi economici e finanziari, la chiusura dei porti non sarà più sufficiente e anche la presa e l’incanto di Salvini sulla sicurezza è destinato a scemare.

Il governo dovrà, inoltre, fare i conti con i problemi ancora aperti legati alla procedura d’infrazione dell’Europa verso l’Italia per debito eccessivo e la stesura del bilancio dello Stato 2020.

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