In vista un “Governo Ombra” propositivo ed efficace. Magari!

C’è chi dice che sta per formarsi un nuovo “rassemblement” al Centro dell’agone politico che dovrebbe trovare in Giuseppe Conte, Enrico Letta, esponenti di spicco dell’attuale PD, rappresentanti del variegato mondo civico italiano, non meglio definiti “portavoce di istanze della Società Civile, con obiettivi programmatici semplici, raggiungibili e in continuità con quanto di buono fatto dall’Italia negli ultimi Trent’anni. Non sono io a dirlo, scriverlo (anche se un po’, lo ammetto, me lo auguro), ma – addirittura – è Matteo Salvini in persona a vedere “nubi all’orizzonte”, come le ha chiamate. Nubi che porteranno pioggia battente e corrosiva o meraviglioso refrigerio…Mah… Per il momento limitiamoci ai fatti.

Le figure politiche di cui sopra, sicure dell’inutilità del “colpo di spugna” che ha portato al tempo stesso all’eliminazione dei partiti, alla loro paralisi di fatto (con le restrizioni ai  finanziamenti) e alla  conseguente nascita di un rancoroso mondo di “mai contenti”, perennemente in bilico fra un “eterno No” e un avventurismo sciocco oltre che autolesionista. Quelli che si sentono in grado di riportare l’Italia sulla “buona strada” e che si candidano ad essere le vere “persone perbene”, odiosa tautologia che va per la maggiore.

Se le cose dovessero mettersi per il meglio (ovviamente per chi ritiene positiva una tale operazione) non mancherà il sostegno del già Ministro dell’Industria Carlo Calenda che, in tutti i modi , cerca di portare il gioco su un livello differente dal confronto chiuso, tutto interno al  Partito Democratico. La sua recente esternazione (*) ha riguardato proprio questa eventualità: arrivare a breve ad un “Governo Ombra” con idee originali, “classiche” per molti aspetti (specie dal punto di vista economico), doverosamente attente ai segnali di rinnovamento provenienti da più parti. Carlo Calenda si propone di portare il PD ad una maggiore distanza non equivoca  (e, si intuisce dell’intera costituenda coalizione) rispetto ai “pentastellati. “Partito Democratico e Movimento cinque stelle sono e rimarranno incompatibili” afferma con forza. Ci dividono il rispetto dei valori liberal democratici, dello Stato di diritto, delle Istituzioni e l’idea di progresso e di società. Il M5S è un avversario politico da battere esattamente come la Lega. Un avversario politico da battere, con il conseguente recupero di milioni di cittadini delusi che hanno guardato a Grillo e alla sua creazione come ad una alternativa credibile. Già è stato analizzato più volte il voto “grillino” e si è visto che la componente di centro-sinistra o più nettamente di sinistra (come origine) non è maggioritaria e arriva al massimo al 40% dei voti globali espressi. Si tratta comunque di svariati milioni di voti da recuperare. Operazione da indirizzare anche alla “sacca del non voto”.  Come?

La proposta, nel complesso, si presenta semplice e diretta: Ci sono oggi tre priorità evidenti su cui costruire immediatamente un piano per l’Italia: scuola e formazione, sanità e investimenti. Chi guarda al portafoglio e all’ “opinione dei mercati” passa subito al punto tre…. Ma, vi assicuro, una sbirciatina ai primi due non guasta.

Lapidario il commento di Calenda sui tagli operati nella recente manovrina: “Il Governo Conte ha cancellato 4 miliardi sulla scuola, noi dobbiamo proporre un investimento che chiuda il divario con i paesi avanzati e riavvicini rapidissimamente le aree di povertà educativa alla, già non brillante, media nazionale. In soldoni si tratta di una proposta che dovrà riguardare tutti i cicli e gli orientamenti, compresi l’educazione tecnico professionale e gli Istituti Tecnici Superiori.  Dovrà essere, sempre secondo quanto sostiene Calenda al Direttivo nazionale, un impegno senza limiti di spese, con una attenzione alla formazione fino ai 18 anni, con un stretto  collegamento con il mondo del lavoro operato con “patti di collaborazione” (sia a livello di  rappresentanze industriali e commerciali nazionali e regionali, sia con una rivoluzione oraria e negli spazi di utilizzo delle scuole stesse). Il tutto combinato con uno sforzo teso alla cosiddetta (e mai praticata) “Educazione permanente”. Obiettivo finale: portare la quota parte per istruzione e cultura al 5% di PIL nazionale. Sogni…può essere… Ma per ottenere risultati ci vogliono aquile dall’occhio lungo non arvicole timorose della propria ombra.

“Voli” d’altra parte riproposti per tutto il comparto sanitario. Dove “tutto” comprende anche una armonizzazione dei regimi pubblici e privati, definiti in modo ambiguo da centinaia di leggi e decreti, pervicacemente in vigore ancora oggi.  Il “Governo Ombra” dovrà avere idee chiare e proporre concretezza e operatività “anche in questo caso, come in quello della scuola, vanno ridisegnati governance, processi, risorse e finalità”. Il progetto per un nuovo Sistema Sanitario Nazionale dovrà agganciarsi, per esempio,  al potenziamento dell’industria farmaceutica e sanitaria, utilizzando la forza della ricerca italiana e la presenza di un tessuto industriale d’eccellenza per ottenere i nuovi obiettivi di piano. Imopegni gravosi per una compagine, quella del prossimo “Governo Ombra”, che esce comunque da trent’anni di storia patria ben conosciuti, da “governi e governicchi” e da scelte – alla lunga – dimostratesi insufficienti a fronte del procedere inesorabile della Società, specie quella internazionale.

Sugli investimenti, infine, l’attenzione maggiore.   La carenza di investimenti pubblici e privati è considerata quasi una  “ruota sgonfia” (sic) dell’economia italiana. Lavoro, salari, produttività dipendono dalla capacità di rimettere in moto gli investimenti, cioè dall’ appeal che dovrà tornare ad avere l’intero Stato in tutti i suoi settori strategici. Una crescita anche discreta  degli investimenti privati – dal 2010 al 2018 –  che è tornata inesorabilmente in territorio negativo (-0,3%). E ciò accade proprio quando due enormi trasformazioni stanno prendendo forma, quella digitale e quella ambientale. I suggerimenti non mancano e, tutto sommato, non costano nulla. Si va dal ripristino e potenziamento degli stimoli del piano Impresa 4.0, all’allargamento del perimetro dell’economia circolare per sostenere il “green new deal” già presente in molte agende internazionali. Le fonti di finanziamento, ci dice Calenda,  “potranno venire anche dall’Europa e da un utilizzo sotto forma di incentivi fiscali automatici dei fondi strutturali.” Sintomo di un lavoro – a livello europeo – a cui sta prendendo parte e che potrebbe dare frutti positivi. Noto il fatto che riusciamo a utilizzare solo il 50% di quanto spetterebbe all’Italia nel suo complesso, data la mancanza di completezza e precisione nella definizione degli strumenti di accesso ai crediti. Vi è anche – nella proposta al Direttivo – un ampio paragrafo dedicato agli interventi in materia fiscale.  “La riduzione delle tasse, fuori dagli incentivi agli investimenti, può avvenire in modo significativo solo attraverso il recupero dell’evasione fiscale o una riduzione della spesa, praticabile solo dopo aver ridisegnato i processi della P.A. nell’erogazione dei principali servizi ai cittadini.  Anche qui lapidario e diretto. Un impegno da avviare subito  ma che darà i suoi frutti nel tempo, a cui il citato “Gopverno Ombra” dovrebbe dare il la’. Per quanto riguarda l’evasione, infine, viene previsto “un vincolo di destinazione automatico tra recupero dell’evasione e abbassamento delle aliquote (a partire da quelle sugli stipendi bassi)” . Buone intenzioni? Sicuramente. Possibilità di successo? Dipende. Soprattutto se  questa (ipotetica9 volontà collaborativa portasse alla nascita di un “governo ombra” della coalizione. “Deve essere chiaro che il mantenimento della “vocazione maggioritaria” passa attraverso una riaggregazione dei mondi liberal democratici, social democratici e popolari.  Precisato nero su bianco a scanso di equivoci e fraintesi. Non solo: “per essere credibile questo percorso deve prevedere da subito primarie di coalizione per la scelta del candidato leader.”  Musica per le mie orecchie, da sempre indirizzate verso una ampia rappresentanza, che significa ampia possibilità di discussione e capacità decisionale…in vista di una ampia adesione popolare. Da “aquilotto” di complemento, da sempre interessato a cambiare le cose ma – manzonianamente – “con juicio”.

… (*) Dal sito FB dello stesso parlamentare europeo Carlo Calenda.

Questo è l’ordine del giorno che vorrei presentare alla direzione nazionale del Partito Democratico fatto per chiarire…

Pubblicato da Carlo Calenda su Martedì 23 luglio 2019

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