Adesso basta femminicidi!

Purtroppo nessuno lo dice: il primo problema della violenza sulle donne (equivalente a molte altre violenze, dimostrazioni di machismo) è l’uomo. L’uomo (spesso giovane, a volte insicuro, talvolta pure bullizzato) che per far vedere che è un uomo (attenti bene…l’esempio colpisce ma va vicino al vero…) “va a duecento all’ora in strada per far vedere che ha coraggio, tratta male (al limite della violenza e della morte) per far vedere che è un vero macho, uccide senza pietà (…la pietà non è nei suoi schemi) animali dai più piccoli ai più grandi, condendo il tutto con un ghigno accattivante, … ” e potremmo continuare. Chi tratta male le donne forse non si rende nemmeno conto di ciò che fa, della gravità dell’atto, perchè “si fa così’…si deve fare così…”.

Ben venga pertanto la netta presa di posizione dei sindacati CGIL e UIL sull’argomento…precisi, duri, con riferimenti storici a credenze ancestrali, netti nella richiesta di iniziative e provvedimenti adeguati. Un pugno nello stomaco…salutare.

Grazie al Presidente Penna che ce lo ha segnalato (n.d.r.)

………………
Da questo palco, le donne e gli uomini di CGIL e UIL vogliono ribadire con convinzione che le politiche di questo Paese devono cambiare anche per mettere fine alla continua strage di donne,
vittime di femminicidio, e per contrastare tutte le forme di molestie e violenze di genere.
Nel nostro Paese, infatti, è ancora drammaticamente viva la cultura che ha dato origine allo ius corrigendi, al delitto d’onore e al matrimonio riparatore: una cultura che considera le donne una
proprietà di cui disporre a proprio piacimento.
Cambiarla è possibile e assolutamente necessario se non vogliamo continuare a piangere le tante Giulia, uccise per mano di chi diceva di amarle. Una ogni tre giorni.
Da tempo unitariamente chiediamo al Governo un approccio integrato e sistemico, in particolare:
• di inserire l’educazione all’affettività, al rispetto e alle differenze a partire dalla scuola dell’infanzia e per tutto il percorso scolastico, introducendo il tema della parità, del contrasto alle violenze di genere e all’odio omotransfobico. È, infatti, fondamentale contrastare la cultura del possesso con appositi momenti di formazione/discussione nei percorsi curriculari degli studenti;

• di prevedere percorsi formativi rivolti a tutti gli operatori che, a vario titolo, si occupano di prevenzione e contrasto alla violenza di genere;
• di prevedere formazione specifica per i magistrati per tutto ciò che riguarda la violenza sulle donne;
• di inserire il contrasto alle violenze e alle molestie sulle donne tra gli argomenti della formazione obbligatoria su salute e sicurezza per le lavoratrici e i lavoratori;
• di introdurre incentivi specifici per la stabilizzazione lavorativa delle donne vittime di violenza;
• di rendere strutturale il reddito di libertà;
• di finanziare adeguatamente i centri antiviolenza e aumentare la disponibilità di posti in casa rifugio
• di completare il Piano Strategico Nazionale sulla violenza maschile contro le donne 21/23 con il piano operativo che deve dettagliare ruoli, responsabilità, tempistiche e risorse
finanziarie.

La stabilità e la qualità del lavoro sono essenziali per permettere alle donne di emanciparsi da una relazione violenta. Invece l’Italia continua a collocarsi agli ultimi posti di tutte le classifiche internazionali che misurano la partecipazione delle donne alla vita economica dei Paesi, relegandole peraltro a lavori precari, a bassa qualificazione e al part-time “involontario”. Servono, per questa ragione, investimenti strutturali per contrastare il divario occupazionale e salariale tra donne e uomini.
Senza lavoro e salari adeguati le donne non saranno mai libere.

CGIL e UIL chiedono inoltre
• di mettere fine all’attacco, anche istituzionale, alla libera scelta e all’autodeterminazione delle donne. Va tutelato il diritto delle donne a scegliere di interrompere una maternità non desiderata. A scegliere sul proprio corpo;
• di mettere fine alla cultura della colpevolizzazione che giudica le donne, trasformandole da vittime a colpevoli della stessa violenza subita. Ricordiamo sempre che le parole hanno un
senso.

Per ottenere questi risultati continueremo a mobilitarci, a partire dalle numerose iniziative territoriali previste in occasione del 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, camminando fianco a fianco con tutte le donne e gli uomini delle nostre Organizzazioni Sindacali.

Per costruire insieme un Paese libero dalla violenza e da tutte le discriminazioni di genere.

1 Commento

  1. NOME: ROSSELLA NAPPINI
    ANNI: 52
    PROFESSIONE: INFERMIERA
    RESIDENZA: ROMA
    VITTIMA DELLA VIOLENZA SULLE DONNE

    Vorrei che domani 25 novembre, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, si parlasse anche della tragica fine di ROSSELLA NAPPINI.
    Perché vogliamo ricordarla?
    Perché, nonostante la sua tragica fine, non è stata oggetto dell’attenzione necessaria né della stampa, né della politica.
    In breve.
    La Rossella ha una relazione con un extracomunitario, il, marocchino Adhil Harrati.
    Come capita spesso nella vita, la Rossella decide di chiudere la relazione. Decisione non accettata da Adhil il quale il pomeriggio del 4 settembre 2023 si reca nell’androne di casa della Rossella in attesa del suo rientro.
    La Rossella non ha nemmeno il tempo di rendersi conto di ciò cui sta andando incontro che viene ridotta in fin di vita con una decina di coltellate. Lui si da alla fuga e la Rossella muore, priva di un aiuto, tra atroci sofferenze.
    Quando l’ambulanza arriva è già troppo tardi e così anche la Rossella va ad aggiungersi al tragico e lungo elenco delle donne vittime della violenza maschile.
    La tragica fine della Rossella si consuma nel più assordate e incomprensibile silenzio della stampa e in assenza di una qualche forma di sincera indignazione da parte delle organizzazioni femministe. E tutto ciò nonostante l’efferatezza della violenza consumata sul corpo della Rossella.
    Perché nessuna manifestazione di solidarietà? Forse non era considerata funzionale agli interessi di qualcuno?
    Auspichiamo che domani 25 novembre in tutte le manifestazioni per l’eliminazione della violenza contro le donne la ROSSELLA NAPPINI VENGA DOVEROSAMENTE RICORDATA E ANNOVERARTA TRA LE VITTIME DEL FEMMINICIDIO
    gcastronovo.blogspot.it

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