Regione Piemonte – Commissione Legalità

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, unitamente, i comunicati stampa pervenuti dai gruppi consiliari del PD e di LUV

Ravetti, Rossi, Sarno (Pd): “Con la Commissione Legalità il Piemonte manda un segnale forte alle mafie”

“Il Piemonte manda un segnale forte alle mafie. Alla piena condivisione dell’aula, ora, deve seguire l’impegno nel rendere la commissione più efficace possibile” così il capogruppo del Partito Democratico Domenico Ravetti e i Consiglieri Diego Sarno, Coordinatore regionale per il Piemonte di Avviso Pubblico, Domenico Rossi, già vicepresidente della commissione legalità nella scorsa legislatura, commentano l’istituzione della Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi .

“La commissione dovrà diventare pungolo per Consiglio e Giunta affinché non manchi mai l’attenzione su questi temi. Da subito dovrà tornare a occuparsi di riutilizzo sociale dei beni confiscati, stipulare protocolli con Prefetture e Forze dell’ordine e dotarsi di consulenti esterni per comprendere al meglio i fenomeni sul nostro territorio” commenta Domenico Rossi.

“Sarà necessario inoltre – aggiunge Diego Sarno – avviare percorsi di formazione permanente del personale politico e amministrativo di Regione Piemonte per affrontare con maggiore contezza il fenomeno”.

A partire dal 2010 le diverse operazioni delle DDA piemontesi e lombarde hanno, infatti, reso evidente che il Piemonte non solo non è estraneo all’interessamento della criminalità organizzata, ma in esso possiamo riscontrare un forte radicamento.

“Le evidenze giudiziarie – concludono i consiglieri Rossi e Sarno – confermano che la criminalità organizzata ha saputo instaurare solidi legami anche con segmenti della politica, condizionare il funzionamento di alcune istituzioni piemontesi e interferire nelle attività economiche. Per questo la lotta alle mafie non può e non deve essere delegata a Magistratura e Forze dell’ordine, tocca a ciascuno di noi fare la propria parte e, a maggior ragione, a chi ricopre un ruolo istituzionale spetta porre le condizioni per rendere i territori inospitali alle mafie”.

 

Commissione antimafia, Grimaldi (LUV): Contro il ‘socio occulto’, che inquina il nostro tessuto sociale e produttivo, la politica deve tornare in campo

Il Consiglio Regionale ha votato oggi la delibera che istituisce la Commissione permanente per la promozione della cultura della legalità e il contrasto ai fenomeni mafiosi e l’emendamento, a firma Grimaldi, Sarno e Rossi, che ne amplia le competenze e il perimetro.

La vecchia Commissione speciale evolve dunque in un organo stabile, che avrà il compito di vigilare sui fenomeni della corruzione e dell’infiltrazione della criminalità organizzata nell’attività pubblica, sulle procedure di assegnazione degli appalti pubblici, sulle molteplici connessioni del fenomeno mafioso e sulle sue ricadute economiche e sociali.

Proprio in questi giorni si è cominciato a parlare dell’indagine della Direzione investigativa antimafia sulla bancarotta della Ares, cooperativa a responsabilità limitata «vampirizzata» da alcuni personaggi legati alle cosche della ‘ndrangheta. Gli investigatori hanno seguito le tracce di alcuni assegni, legati al conto corrente di una società improduttiva da un paio d’anni: nessuna dichiarazione dei redditi, nessuna attività, ma un milione di euro in entrata e 400 mila in uscita. Una «scatola vuota» che poteva far comodo a qualcuno. Un paio di settimane fa, infatti, è incominciato il processo a sedici personaggi per bancarotta, con contorno di svariati reati fiscali e fallimentari. L’imputato numero uno è il ragioniere Pasquale Bafunno, ma tra gli imputati c’è anche Luca Domenico Trimboli, nipote di Domenico, all’epoca inserito nell’elenco dei cento latitanti più pericolosi.

“La mafia, proprio qui al Nord, è un ‘socio occulto’ che spesso inquina la politica e la pubblica amministrazione, stravolge il mercato e vampirizza cooperative e imprese grazie a una strategia di aiuti, relazioni e finanziamenti” – dichiara il Capogruppo di Liberi Uguali Verdi Marco Grimaldi. – “Sappiamo bene che al Piemonte spetta il triste primato di ospitare il primo comune sciolto per mafia: Bardonecchia nel 1995. Nonostante le molte operazioni giudiziarie che si susseguono per scardinare l’assetto delle organizzazioni mafiose in Piemonte – come Minotauro del 2011 che ha fatto luce sulla presenza ramificata della ‘ndrangheta, o le recenti indagini che mostrano le organizzazioni criminali al centro dei traffici di riciclaggio o delle curve dello stadio –, le mafie sono una piaga che trova sempre il modo di rigenerarsi. Ecco perché auspicavamo da tempo un organo di vigilanza regionale che restituisse a pieno titolo alla politica un ruolo virtuoso di contrasto alla mafia”.

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