Alessandria: il bilancio del Comune e i problemi della città

L’attuale Collegio dei Revisori del Comune ha detto in modo inequivocabile al Consiglio comunale che nulla fu nascosto dal 2012 al 2017 e che i 46 mln derivanti dalla chiusura del 2011 sono stati oggi rideterminati sui rendiconti dal 2012 in poi semplicemente sottraendo quella cifra ai risultati finali, come richiesto dalla Corte dei Conti. Pertanto, si sta perdendo per l’ennesima volta loccasione di discutere una volta per tutte dei problemi della città e del rapporto fiscale, drogato, fra Stato e Comuni. Certo, non ci corre in soccorso il periodo elettorale che da sempre esaspera gli animi scatenando gli istinti peggiori alla caccia di qualche voto in “zona Cesarini”. Da un lato si punta il dito, sbagliando, sulle spese correnti attuali del Comune; dall’altro si affermano palesi stupidaggini con accuse prive di fondamento..

Nei giorni scorsi ho preso le distanze dai colleghi che ponevano l’accento su una voce che ha oggi un impatto assai marginale sui problemi di bilancio che il Comune sta vivendo. Peraltro il problema della spesa corrente lo affrontammo noi, fra mille polemiche, stretti tra chi negava l’esistenza del dissesto e chi faceva finta che non esistesse. Idem per la riorganizzazione della relazione Comune – Società partecipate che affondava sotto i colpi di contratti di servizio assenti o sistematicamente violati. Fu soprattutto questa volontà che ci allontanò dagli ambienti alessandrini che, caricaturizzando l’alessandrinità, ci accusarono di voler svendere a qualche Papa straniero il patrimonio del Comune. Lo strascico di quella attività, che semmai ha messo in sicurezza i servizi pubblici locali, sta ancora nei contenziosi aperti da quelle vicende e oggi non ancora chiusi, ATM per fare un esempio. Rimane quel che abbiamo fatto: spesa corrente fortemente ridotta e rapporti con le società partecipate sotto controllo. Allo stato delle cose non risulta che l’attuale amministrazione abbia distrutto quell’impostazione. Perché l’amministrazione Cuttica non è l’amministrazione di centrodestra che governò tra il 2007 e il 2012 ma su questo punto tornerò dopo.

Dall’altro lato della trincea si sentono cose incredibili, si dice che l’amministrazione Rossa decise di buttare la polvere sotto al tappeto, cose gravi, palesemente false. Al di là di quel che ho già ricordato, senza girare attorno alle cose, l’unico errore che può essere imputato alla Giunta di cui ho fatto parte è nel rendiconto 2016, anno in cui peraltro ero io l’assessore al bilancio, errore probabilmente riscontrabile nel non aver sciolto i residui attivi e passivi dell’ente con quelli risultati dalla fine del lavoro dell’Organismo straordinario di Liquidazione con conseguente pulizia di quelli inesigibili. Per scelta? No. Errore? Probabilmente sì ma che si è trascinato nel rendiconto 2017 e che si sarebbe riproposto nel rendiconto 2018 se non fosse arrivata la pronuncia della Corte dei Conti nel febbraio di quest’anno. Errore imputabile alla difficile conclusione del percorso del dissesto, poco chiaro anche nelle disposizioni normative dettate dal legislatore. Potevamo sciogliere i residui nel 2015 e spalmare l’eventuale disavanzo negli anni successivi? In commissione in questi giorni il ragioniere capo del Comune è stato netto: no, non si poteva, le partite OSL erano ancora dell’OSL e in quell’anno il Comune non aveva nessun disavanzo. Punto. Il 2016 si chiuse con cifre in avanzo fittizie e usate per alimentare la capacità di spesa del Comune? No. L’avanzo fu tutto accantonato secondo le indicazioni di legge e nulla servì a drogare la capacità di spesa del Comune. Le affermazioni fatte dai palchi della campagna elettorale salviniana valgono zero. Occorre anche ricordare che nel 2016 bloccammo l’accensione di mutui per non appesantire le spese del Comune, con atteggiamento prudenziale.

L’unico motivo di dialettica che si innescò con i revisori dei conti fu sull’ipotesi di accordo con le banche per la liquidazione di Valori.Al e SviAl, dialettica che risolvemmo subito a vantaggio della posizione dei revisori, chiedendo un parere alla Corte dei Conti e poi ritirando la delibera.

La scorrettezza dell’attuale maggioranza sta nel non ammettere una volta per tutte che negare l’esistenza del dissesto in quegli anni, come fecero quando erano minoranza, fu un atteggiamento irresponsabile per quanto efficace politicamente. Peraltro, oggi, gran parte delle uscite di cassa mensili vanno per pagare quel pregresso e che il peso del debito sta ancora in buona parte in quella storia. Del resto il nuovo rendiconto 2012 proposto dalla Giunta Cuttica chiude a meno 50mln di euro. Ma il top della mistificazione il palco salviniano la raggiunge quando sostiene che oggi la Lega evita il dissesto per un senso di responsabilità superiore al nostro. Altra falsità. Intanto noi il dissesto non lo scegliemmo, c’era, nella sostanza, nei numeri, nella carte, nella delibera della Corte dei Conti, nella lettera del Prefetto spedita a tutti i consiglieri comunali. Poi perché l’ammontare dei residui passivi era doppio rispetto a quello attuale. Voglio ricordare che alla prima chiamata dell’OSL, 2013 se non ricordo male, l’ammontare del debito complessivo vantato dal Comune e presentato dal lungo elenco di creditori presunti si attestava oltre i 200mln di euro. A quel momento la cifra presunta, ipotetica, di carico debitorio da sostenere era quella, poi depurata dai titoli giuridici inesistenti, non completi o non ritenuti idonei dall’OSL e, successivamente, dalla procedura semplificata, si ridusse all’ammontare poi effettivamente pagato dall’OSL. Ma in quegli anni le cifre che ballavano erano quelle e infatti le ingiunzioni di pagamento piovute sul Comune nel 2011 – 12 erano oltre sessanta. Di quella drammatica fotografia rimangono il peso dei mutui da pagare, le transazioni fuori OSL che il Comune sta pagando (qui, una postilla, perché la nuova amministrazione ha liquidato al Cissaca, per chiudere il contenzioso, l’80% invece che il 70% già pattuito?), quelle ancora da sanare e chiudere. Il dissesto quindi c’era o non c’era?

La morale, per me almeno. La pronuncia della Corte dei Conti ha aperto gli occhi a tutti, ha indotto il Comune a cambiare strategia, ad adottare un metodo più aggressivo nel cercare di risolvere definitivamente i problemi di bilancio. Dovremmo essere tutti concentrati su questo obiettivo senza furbate e colpi bassi. Questa maggioranza non ha contestato la Corte dei Conti, ha affrontato i problemi e questo le va riconosciuto, va contestata quando gioca a scaricare la colpa sul passato, senza vedersi riflessa. Noi dovremmo seguire coerentemente la nostra linea e affrontare questa fase come secondo tempo del percorso di risanamento iniziato nel 2012, cambiare atteggiamento e contenuti sarebbe incoerente e incomprensibile. Certo, alle aggressioni si risponde; si dice quel che è giusto dire nel merito, tipo sull’assurda previsione di aumento della Tari; si offre una lettura nostra, ma non si può cambiare linea. Perché il Comune di oggi non è il Comune del 2011 e la sua guida nei fatti non è la stessa di quei giorni. Sarebbe invece utile studiare una strategia di sviluppo in grado di far crescere i residenti e le attività economiche nel medio lungo periodo, chiedere che finiscano i tagli dello Stato sui fondi trasferiti ai Comuni, se no continueremo a battibeccare in eterno fino a quando non saremo vecchi, anche se forse lo siamo già.

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