Il bisnonno emigrato in Argentina

Nel caso dell’Italia, per esempio, l’esperienza della Liguria rivela l’esistenza di precoci movimenti migratori che, già alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX, avevano come destinazione le Americhe e in particolare il bacino del Rio della Plata.

Paola Corti, Storia delle migrazioni internazionali, Editori Laterza, Bari 2003

Da un interessante servizio sull’emigrazione italiana in Brasile, apparso sull’inserto “il venerdì” di Repubblica[1], apprendo che il 21 febbraio scorso sono stati celebrati i 150 anni dai “primi sbarchi degli italiani” in quel Paese, e che ai nostri bisnonni «calabresi» hanno dedicato persino un monumento! Perbacco, mi sono detto, qui da noi si fa di tutto per chiudere le frontiere così da impedire l’ingresso all’immigrazione, mentre in Brasile si festeggiano addirittura i figli, nipoti e bisnipoti di quei primi nostri connazionali colà immigrati un secolo e mezzo fa, che oggi ammontano a 30 milioni (pari al 13,9% dell’intera popolazione brasiliana che nel 2023 ammontava a 215,31 milioni di abitanti). In quel servizio si accennava, inoltre, al fatto che “[i]l Brasile, per numero di nostri oriundi, è terzo al mondo, dietro gli Stati Uniti e l’Argentina. Vi arrivarono soprattutto dall’Italia settentrionale: Veneto, Friuli, Liguria, perfino Valle d’Aosta. Ma anche dalla Sardegna, dalla Campania (…).”

La lettura di questo articolo mi ha riportato alla mente che, date le precarie condizioni economiche nelle quali vivevano le famiglie contadine a fine Ottocento-primi del Novecento, mio bisnonno Giacomo con due dei suoi tre figli emigrò in Argentina, laddove rimase e, nonostante le ricerche effettuate da un notaio presso il consolato di quel Paese, del bisnonno e della sua famiglia si sono perse le tracce.

 

Dedicato al bisnonno Giacomo e ai figli Agostino e Giuseppe emigrati in Argentina

Al di là delle vicende legate alla mia famiglia, può essere di qualche interesse approfondire il fatto che l’emigrazione di connazionali in Argentina, anche se non viene ricordata come quella brasiliana, è stata, se non superiore, altrettanto importante rispetto a quella brasiliana.

In un altro interessante articolo si legge che nel “panorama continentale americano, in nessun posto gli italiani ci sono andati e ci sono rimasti come in Argentina. (…) [O]ggi l’Argentina è la Nazione, fuori dall’Italia, con la maggiore presenza italiana. È anche una questione culturale e identitaria, perché l’Argentina è anche la Nazione nella quale la cultura italiana si è maggiormente radicata, a tal punto che l’italianità ha dapprima messo in discussione l’identità nazionale argentina, per poi entrare a tutti gli effetti a far parte della argentinidad, dell’identificazione di ciò che è argentino”. [2]

“La «grande emigrazione» – si legge ancora in questo articolo – ebbe inizio nel 1870, ed è strettamente legata ai processi di trasformazione che ebbero luogo nelle campagne italiane. I fattori scatenanti di questa ondata migratoria sono oggetto di un ampio dibattito storiografico. Ci si chiede se abbiano avuto un peso più rilevante i fattori interni od esterni, ovvero se si sia trattato di un processo di “espulsione” dall’Italia di masse che non riuscivano più a trovare le condizioni minime di sopravvivenza, od ancora ad un processo di attrazione da parte della “Merica” su persone in cerca di migliori condizioni di vita”.

A conclusione di queste brevi note dedicate all’emigrazione italiana nei Paesi dell’America Latina, mi piace ricordare quanto ha recentemente sottolineato, in un altro interessante articolo apparso su Il Sole 24 Ore[3], il giornalista e scrittore Beda Romano, esperto in geopolitica e questioni migratorie in Europa, articolo nel quale egli fa presente che, stante l’attuale condizione di “inverno demografico” che caratterizza il nostro Paese, all’Europa senza figli serviranno “7 milioni di lavoratori al 2030”. Non rimane pertanto che augurarsi che le origini argentine di Papa BERGOGLIO e l’imminente uscita della sua autobiografia facciano ben sperare su un possibile ritorno in massa nel nostro Paese dei figli dei bisnonni emigrati in Argentina!

di Bruno Soro
Alessandria, 15 marzo 2024

  1. D. Mastrogiacomo, “Ai nostri bisnonni hanno fatto un monumento”, il venerdì di Repubblica, 23 febbraio 2024, pp, 45-47.
  2. A. Galbarini e L. Gianfranceschi, Italiani dell’Argentina: come e perché siamo andati e siamo rimasti nella “terra argentea”, Centro Studi AMIStaDes, Ricerca, Analisi e Formazione in Affari Internazionali, Roma 2020.
  3. B. Romano, Europa senza figli, l’intero Continente è sotto pressione, Il Sole 24 ore, 3 marzo 2024. Nel 2008 è uscito il suo secondo libro Misto Europa. Immigrati e nuove società: un viaggio nel Vecchio Continente, un saggio edito da Longanesi sull’integrazione e il multiculturalismo nell’Europa del XXI secolo.

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