Carola Rackete. Un vero capitano

In molti sono con noi, il capitano De Falco, il meglio della Politica, il mondo veramente cristiano che non è schiavo di pregiudizi, un po’ tutti, anche quelli che – sempre più nervosamente e con imbarazzo – affermano “Ma io sto con Salvini” oppure “In qualche modo bisogna fermarli e rimandarli a casa loro”. In pochi dicono oggi, fateci caso, “Aiutiamoli a casa loro” perchè qualcuno – nell’Europa che conta – ha cominciato  a fare due più due e il risultato che è venuto fuori  è molto preoccupante. Specie per chi ha fatto speculazioni per decenni ed ha vissuto (e vive) grazie ai costi bassi della mano d’opera, alla depredazione di territori e ambienti di ogni tipo e alle esclusive d’utilizzo dei giacimenti di petrolio, di coltan, di fosfati, di minerali rari, di uranio ecc..  Soprattutto continuando perpetuazione delle guerre più o meno locali, sicura fonte di remunerazione nel mondo oscuro (e oscurato) del commercio d’armi. La vicenda della “Sea Watch” con un palleggiamento di responsabilità che fa rabbrividire, ci ha riportato alla realtà delle contraddizioni sempre più stridenti. Per esempio riguardo ai quasi cinquanta miliardi di euro che, da subito, dovremmo trovare noi europei per avviare un riequilibrio per troppe volte negato. Questo, infatti,  è il contenuto indigesto di  uno dei tanti “libri bianchi” prodotti da pool di esperti e Università, in vista di scelte importanti dei Commissari europei alle prese con proposte di bilancio serie (*) . Bene ha fatto il sito http://globalist.it a mettere in chiaro di chi e di cosa stiamo parlando, sostenendo la campagna di raccolta fondi a favore della “ong – Sea Watch”.  La disobbedienza ai diktat del Ministro Salvini, infatti, non potrà che comportare sanzioni di certo non lievi. Mtettendo in modo perentorio a confronto due persone: “il ‘Capitano’ Matteo Salvini, fuggito dal processo sulla Diciotti, cavalcatore d’odio, sventolatore di rosari e paladino di valori cristiani che è il primo a disattendere”; e poi Carola Rackete, passaporto tedesco, 31 anni, il coraggio di sfidare una legge ingiusta e la responsabilità di 43 vite a bordo della sua nave, per le quali sta rischiando la galera. “Chi, domanda ‘Globalist.it‘, è il vero Capitano?” La risposta è  chiara.
Carola è nata a Hambürhen, nella Bassa Sassonia, ed è una veterana della Ong Sea Watch con cui collabora fin dal 2016. Nel 2017 è coordinatrice degli avvistamenti dei due aerei della Ong, Colibrì e Moonbird.
Carola è laureata in conservazione ambientale alla Edge Hill University nel Lancashire, in Inghilterra con una tesi sugli albatros, ha pilotato una nave rompighiaccio al Polo Nord, è stata ufficiale di navigazione per l’Alfred Wegener Institute. Parla cinque lingue, ha collaborato con Greenpeace ed è stata ufficiale di navigazione per l’Alfred Wegener Institute a soli 25 anni. Chiude il comunicato, pertanto, con un perentorio “Sbruffoncella a chi, ministro Salvini?”
Con questo epiteto si era espresso solo due giorni fa il Ministro degli Interni Matteo Salvini, con tanto di registrazione video autoprodotta e autotrasmessa dai potenti mezzi della tecnologia moderna. Non ha bisogno di consultarsi con nessuno, il “nostro”. Osserva, guarda, chiede qualche informazione a chi è più o meno sulla sua lunghezza d’onda…e via. Ecco il comunicato giornaliero, modello “Bar Sport” che tanto piace agli italiani. Bella la risposta di Carola che fa di un “privilegio”, più presunto che reale, un atto di forza costituendo un’esortazione  per chi – trentenne come lei – si è già arreso. “Sono fortunata. Sono bianca, sono tedesca, ho il passaporto giusto. Ho potuto frequentare tre università, sono nata in un paese ricco. Me ne sono resa conto a 26 anni che ero una privilegiata. Da allora, ho sentito l’obbligo morale di aiutare chi non lo era come me“. Lapidario il finale di “Globalist.it” immediatamente ripreso con simpatia, dal capitano De Falco, quello  che ricordò al sedicente capitano  Schettino, come ci si comporta. Tranciante la frase dell’ex parlamentare grillino che – nella seconda parte – riprende testualmente il Globalist. “Una persona di qualità che fa onore alla divisa che porta, come solo un vero Capitano potrebbe fare“.

La Redazione di Città Futura sostiene la scelta coraggiosa di Carola Rackete e, per quanto possibile, cercherà di sostenerne significato …ed eventuali conseguenze. L’intervento umanitario in mare è sempre e comunque prioritario e troverà il suo miglior coronamento in una attività seria di revisione di tutto quanto il neocolonialismo (combinato con il “turbocapitalismo”) ha prodotto in questi ultimi decenni.

(*) – “Bilanci che non possono più solo guardare all’accumulazione a tutti i costi ma che devono guardare agli interessi veri di tutti” cfr. «Che tipo di mondo desideriamo trasmettere a coloro che verranno dopo di noi, ai bambini che stanno crescendo?». Questa è la domanda che vive al cuore della Lettera enciclica di Papa Francesco Laudato si’Sulla cura della casa comune (LS12). Non una domanda ideologica, né «tecnica», ma un interrogativo forte che pone la questione ecologica come centrale per la nostra umanità. E così prosegue il Pontefice: «Questa domanda non riguarda solo l’ambiente in modo isolato, perché non si può porre la questione in maniera parziale. Quando ci interroghiamo circa il mondo che vogliamo lasciare in eredità, ci riferiamo soprattutto al suo orientamento generale, al suo senso, ai suoi valori. Se non pulsa in esse questa domanda di fondo, non credo che le nostre preoccupazioni ecologiche possano ottenere effetti importanti» (LS 160; corsivo nostro). E diciamolo subito: la prospettiva di questa enciclica non è esclusivamente «ecologica» nel senso che il suo contenuto non si limita a fenomeni — peraltro molto importanti — quale il cambiamento climatico. Laudato si’, come vedremo, è una vera e propria enciclica sociale a tutto campo. (https://www.laciviltacattolica.it/articolo/laudato-si-guida-alla-lettura-dellenciclica-di-papa-francesco/) 

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