Congresso della CGIL e crisi della politica

(*) Questo congresso si svolge in una congiuntura politica ed economica che la nostra generazione non conosceva da anni, né in questa misura né in questa fattispecie.

In passato abbiamo combattuto molte battaglie per conquistare diritti e miglioramenti economici fino ad allora mai raggiunti. Almeno fino agli anni ‘70.

Sono state le nostre lotte che hanno consentito la conquista dello stato sociale e maggiori spazi di libertà politiche e sindacali.

Oggi lo scenario italiano e internazionale si presenta in modo altamente preoccupante. Ci troviamo in una guerra a due passi da casa che coinvolge l’Europa e fa sentire i suoi effetti negativi anche sulla nostra economia, peraltro non florida di suo. Pensiamo anche solo al prezzo del gas e dell’energia elettrica che incideranno pesantemente sui bilanci delle famiglie, oltretutto in una fase di crescente inflazione.

Ai problemi economici si è aggiunta la crisi della politica che ha contribuito a ingenerare una sfiducia che alle ultime elezioni politiche si è tradotta in un pesante astensionismo finora mai raggiunto.

Del resto tutto è cambiato. Sono cambiati ad esempio i parametri sui quali si fondava la rappresentanza sociale con al centro il lavoro e la tutela dei lavoratori. Al contrario oggi ci sono nuove forme di sfruttamento e disoccupazione.

Un cambiamento si è prodotto nell’area della sinistra modificandone profondamente la visuale e lasciando scoperto un vasto mondo non più rappresentato.

E questo in un momento nel quale proprio queste difficoltà  fanno maggiormente sentire, a mio giudizio, un maggior bisogno della sinistra.

Che alle ultime elezioni ha subito una debacle mai raggiunta.

Basti pensare alla povertà che oggi colpisce 5,6 milioni di persone cresciute del 7,7% nel 2021.

Secondo uno studio condotto da Chiara Saraceno in Italia le condizioni che creano la povertà vanno ricercate in particolar modo:

  • nella frammentazione del lavoro
  • nel lavoro povero non solo giovanile
  • nella bassa occupazione femminile

e questo si verifica non solo al sud, ma anche al nord dove si stanno annidando condizioni di povertà prima sconosciute.

Oltre all’inflazione che, se non contrastata, porterà ad un ulteriore aumento dell’area della povertà e del disagio.

 

Oggi, per la prima volta dal dopoguerra, abbiamo un governo guidato dalla destra. Come questo sia potuto accadere non è oggetto di questo dibattito. Tuttavia fin dalla prime enunciazioni questo governo ha delineato il suo orientamento che in breve si può riassumere in:

  • “non intralciare chi vuole” fare. Tradotto: meno regole alla classe imprenditoriale e al mondo della finanza (a questo proposito mi viene in mente Guido Carli – già Governatore della banca d’Italia – quando parlava di liberare l’economia dai lacci e lacciuoli);
  • più circolazione del denaro contante; non si è ancora fatto, ma si farà. Il che equivale ad una facilitazione dell’evasione fiscale;
  • Cancellazione delle cartelle esattoriali inevase;
  • Abolizione o forte restrizione del reddito di cittadinanza;
  • Introduzione di contratti privatistici nella Pubblica Amministrazione secondo la dichiarazione del ministro Zangrillo, così come sta avvenendo nella sanità con il ricorso alle cooperative.

E’ in questo scenario che il sindacato dovrà sostenere le proprie proposte in difesa del mondo del lavoro e dei pensionati:

  • sostenere la sanità pubblica continuamente svuotata dai continui tagli a favore di quella privata;
  • difendere le pensioni (sembra che sia in programma la revisione degli adeguamenti in vigore dal prossimo anno);
  • difendere l’occupazione e aumentare i posti di lavoro soprattutto per i giovani che poi sono quelli che garantiscono le nostre pensioni.

 

Se non ci sarà un aumento dell’occupazione e una diminuzione del precariato e di tutte le forme disaggreganti nei rapporti di lavoro avremo una società sempre più impoverita e essa stessa disgregata. Oggi il sindacato, la CGIL, ha più che mai bisogno di discutere per capire come siamo arrivati a questo punto, ma nel contempo ha bisogno di ritrovare compattezza e sostegno da parte di tutte le categorie in quello spirito unitario che è stata la sua forza.

Lo SPI contribuisce già molto, ma credo sia disponibile, come sempre, a dare un po’ di più se adeguatamente valorizzato.

 

Concludo con una informazione: l’Associazione “Città Futura” sta lavorando per promuovere una giornata di studio sulla situazione della povertà in Alessandria.

Ci sono già stati due incontri: uno con Margherita Bassini del Cissaca, al quale ha partecipato anche Antonella, e un altro con Scaltritti dell’Associazione San Benedetto al Porto ed è in programma un incontro con la Caritas.

E’ un tema che può coinvolgere anche il sindacato pensionati, in  particolare la Lega centro, la quale, se lo riterrà opportuno, potrà dare il proprio contributo.
Mi sembra un’iniziativa importante sia dal punto di vista conoscitivo sia per cercare di scuotere l’apatia che avvolge la città dove non si parla più di niente.

Forse è una situazione generalizzata, ma io penso sia utile alzare il velo sui problemi reali che esistono anche se ne parla troppo poco.

 

Alessandria, 22 novembre 2022

Grazia Ivaldi

 

 

(*)  Sintesi dell’intervento svolto al Congresso della Lega Spi – Cgil di Alessandria

 

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