“Conte due” in prospettiva ecologista?

Appena insediatosi nella “poltrona due” di questa sua avventurosa traversata governativa, il nostro Giuseppe Conte si trova a dover dirimere più di una grana. Sono tornati gli sbarchi con codazzo di polemiche, i conti non tornano peggio che ai tempi di Tria, la scure Renzi – con i suoi senatori e deputati usati come punte affilate – incombe sulle azioni di Governo. I “grillini” sono . … “grillini”. Il PD sarebbe più affidabile, ma  fatica ad assumere posizioni chiare e determinate in tutte le questioni cardine. Tra queste quella “ambientale”. Infatti, una settimana dopo l’insediamento,  Conte ha dovuto assicurare i detrattori che il gasdotto adriatico (TAP) si farà, ma “noi non lo avremmo promosso”. Oppure che alle trivellazioni, oggi, non si può dire di no. Ma “se aspettate un po’, vedrete che miglioreremo e sapremo evitare questi provvedimenti”. Urka… Fuori dalle aule parlamentari però qualcuno ricorda quali sono le priorità vere, prima ancora della diminuzione dei parlamentari.

Per esempio i Verdi, tramite “comunicazione  ufficiale”  (*) della sua co-portavoce –, suggeriscono un  programma che “riduca la nostra dipendenza dai fossili; che metta in atto misure coraggiose contro il dissesto idrogeologico; che approvi la legge contro il consumo del suolo, per la messa in sicurezza e l’efficienza energetica degli edifici; che incentivi le 4 R, Riduzione, Riutilizzo, Riciclo e Recupero dei rifiuti, al posto di discariche e inceneritori”. Temi storici dei  movimenti ambientalisti, spesso messi in agenda ma pochissimo attuati. E non basta… in modo determinato si ricorda  che è tempo di applicare le numerose normative in merito alla   bonifica dei siti inquinanti,  contestualmente all’avvio della riconversione industriale dell’Ilva. Tutte misure queste che creano posti di lavoro “virtuosi”, l’inizio di una vera riconversione economica ormai non più rinviabile. “Vogliamo un programma che riduca le spese militari. Che affronti la piaga della fuga in altri Paesi di migliaia d’italiani a caccia di lavoro. E che risolva, con umanità e rispetto, la questione dei migranti, ambientali e non, che cercano solidarietà e aiuto nel Vecchio Continente”.

Se i Verdi fossero al governo partirebbero da questi presupposti. Perché da qui, dicono “ bisogna partire” se si vuole invertire la rotta. Infine la stoccata finale. “Lo diciamo subito, a scanso di equivoci: in barba alle loro passate malefatte, Pd e Movimento 5 Stelle hanno riscoperto l’ambientalismo, in tempi recentissimi e speriamo non solo a parole. Peccato che assomiglino a quei medici che individuano la malattia e poi sbagliano la terapia: Ilva, Tav, Tap, trivelle, mancata riconversione ecologica, sfruttamento intensivo del territorio, proroga delle concessioni sulle spiagge demaniali … per rinfrescare la memoria collettiva. “ Parola di Elena  Grandi co-portavoce dei Verdi. Chissà che Conte (Giuseppe)  si converta anche lui all’ambientalismo e cambi le cose… Hai visto mai?

(*)  http://verdi.it/non-ce-piu-tempo-litalia-ha-bisogno-subito-di-un-governo-ambientalista/

 

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