Cottarelli e le scelte economiche del Governo

Semplice, efficace, tagliente l’economista Cottarelli (da qualcuno definito di centrosinistra ma, in realtà, caratterizzato da altri parametri…) rispetto ad alcuni provvedimenti prettamente economici assunti dalla dirigenza Meloni. Non considerazioni cattive, semplicemente la narrazione dei fatti: “si viene a sapere di qualcosa che non funziona, si discute tra amici o poco più e poi si inventa qualcosa” (1)  .  Dove  quel “si viene a sapere qualcosa…” sa tanto di pressappochismo, di mancanza di competenze specifiche a supporto dell’attività di Ministri e membri di Commissione, congiunto con una “saudade de Draghi” che trasuda da ogni poro. Soprattutto il “poi si inventa qualcosa” preoccupa. E bene fa Cottarelli a mettere in evidenza alcuni dei più grandi flop degli ultimi mesi, decreto banche e tetto ai biglietti aerei in testa. Un invito alla calma e alla riflessione, soprattutto la perorazione a fare di meno e meglio, perchè chi ci va di mezzo è una intera nazione.
Ecco il dettaglio.
Alla fine qualcosa su come interpretare il nostro Cottarelli.
Al momento della scrittura di questo pezzo non è ancora disponibile la Nota di aggiornamento al documento di economia e finanza (Nadef) che dovrebbe essere stata pubblicata, almeno nei suoi tratti essenziali, al momento  dell’uscita di questo numero de L’Espresso (3 ottobre 2023). La Nadef sarà stata scritta, ne sono certo, con adeguata attenzione, senza fretta,  essendo un documento di grande importanza dato che fissa le risorse disponibili  per finanziare in deficit la spesa pubblica. 
Ed è invece di fretta che vi voglio parlare  oggi. Perché la fretta sembra essere una  caratteristica del modo in cui l’attuale governo (ripeto, speriamo non nella Nadef) ha spesso agito dalla sua formazione.
Il ripetuto ricorso ai decreti legge ha caratterizzato molti governi nell’ultimo quarto di secolo, ma questo governo sta battendo ogni record. Nei primi 11 mesi, l’esecutivo Meloni ha approvato in media 3,5 decreti legge al mese, contro una media di 2,1 dei governi delle precedenti quattro legislature. Ora, capisco la necessità di rispondere rapidamente ai bisogni del Paese. Ma si corre il rischio di fare dei pasticci, per esempio approvando misure inutili. Mi viene in mente l’obbligo introdotto a gennaio di esporre in tutte le stazioni di benzina italiane il prezzo medio  regionale dei carburanti. Ma chi lo guarda? Il rischio principale però è quello di prendere decisioni sbagliate per poi dover fare marcia indietro, con una perdita di credibilità, anche a livello internazionale. Cito tre esempi.
Il primo è il decreto Rave che, nella sua versione iniziale, introduceva una fattispecie di reato così generica da poter essere applicata a manifestazioni pubbliche che nulla avevano a vedere con i rave. 
Fortunatamente la norma è stata completamente rivista, con emendamenti presentati dal governo stesso o dalla sua  maggioranza, nel corso dell’approvazione parlamentare. Il secondo è il decreto legge che, in certe circostanze, fissava un tetto ai prezzi dei biglietti aerei. Di fronte al rischio che le compagnie aeree semplicemente decidessero di non volare in Italia il tetto è stato eliminato e sostituito da un più generico maggior monitoraggio dell’Antitrust (che è come dire che prima l’Antitrust non faceva bene il suo lavoro, non si sa perché). Il terzo è il decreto che tassa gli extraprofitti delle banche. Anche qui clamorosa marcia indietro  visto che la possibilità di tassare i profitti ritenuti “extra” si applicherebbe solo ai profitti distribuiti agli azionisti, non quelli trattenuti per aumentare il capitale. Si potrà dire che i profitti non distribuiti non possono essere monetizzati. Ma è ovvio che se quest’anno si distribuiscono meno profitti e si accumula più capitale, il prossimo anno si potranno distribuire più profitti (senza extra tassazione perché la norma è una tantum) dato che il capitale è già stato aumentato l’anno prima. Insomma, la norma diventa irrilevante. Ciò che resta è, però, l’impressione di un governo che agisce talvolta d’istinto, per esibire di fronte all’opinione pubblica un decisionismo che porta a scelte sbagliate. 
Insomma, invece di un «se avanzo seguitemi», siamo arrivati a un «se avanzo correggetemi». (A scanso di equivoci ricordo che la frase «se avanzo seguitemi…» fu coniata dal Henri du Vergier conte de la Rochejaquelein nel 1793; nessun riferimento  quindi al Ventennio).

Chi è Carlo Cottarelli,

Originario di Cremona, 69 anni, economista, dal 2013 al 2014 Cottarelli è stato Commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, nominato dal governo Letta. Dal 2014 al 2017 ha ricoperto il ruolo di direttore esecutivo del FMI. Dal 2017 è stato direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici Italiani dell’università Cattolica di Milano e visiting professor presso l’università Bocconi. Il 28 maggio 2018, in una situazione politica di stallo a più di ottanta giorni dalle elezioni politiche, è stato incaricato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella di formare un nuovo governo, incarico che Cottarelli ha accettato con riserva (ha poi rimesso il mandato il 31 maggio). Alle elezioni politiche del 2022 è stato candidato al Senato nel collegio uninominale Lombardia – 11 (Cremona), sostenuto dalla coalizione di centro-sinistra in quota Partito Democratico, dove ha ottenuto il 27,37% dei voti, arrivando secondo dietro alla candidata del centro-destra Daniela Santanchè. Tuttavia risulterà eletto senatore al proporzionale, in quanto capolista del Partito Democratico nel collegio plurinominale Lombardia. Il 13 ottobre 2022 è entrato a Palazzo Madama. Ora il ritorno all’esperienza accademica.

In una lettera a Repubblica, l’economista ha spiegato i motivi che sono alla base della sua scelta. “È innegabile (basta vedere la composizione della nuova Segreteria) che l’elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo – si legge nel documento – . Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra, ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi». Cottarelli ha elencato tutti i temi in cui sente di avere «posizioni diverse da Elly Schlein”, dal Jobs Act al freno al Superbonus, dai termovalorizzatori, all’utero in affitto al nucleare.

Una questione chiave, ha spiegato l’economista, è il ruolo che il “merito debba avere nella società. Il principio del merito era molto presente nel documento dei valori del Pd del 2008, l’ultimo disponibile quando decisi di candidarmi. Manca invece in quello approvato a gennaio 2023 e nella mozione Schlein per le primarie”.

Le divergenze con la linea Schlein hanno influito sulla scelta, ma “rispetto alla mia attuale posizione al Senato, due cose hanno reso più facile accettare la proposta fattami dall’Università Cattolica – si legge ancora nella lettera di Cottarelli . Primo, in questo momento storico mi sembra che nella vita parlamentare ci sia molta, troppa animosità. Spesso le posizioni sono espresse “per partito preso” e i dibattiti sono solo un’occasione per attaccare l’avversario. Non intendo criticare i miei colleghi. Una forte contrapposizione tra maggioranza e opposizione è probabilmente inevitabile in questo momento storico, ma i dibattiti estremizzati non sono nelle mie corde. Forse allora, nel mio piccolo, posso essere più utile al Paese tornando a commentare le politiche economiche dall’esterno, dicendo quello che penso senza il rischio di autocensurarmi”.

“Dicendo quello penso” e non ciò che si deve dire o fare perchè l’ha stabilito il partito o la coalizione, magari infarcendo di epiteti  interlocutori,  per lo più rispettabili,  solo per il fatto che “si deve fare” e che “devono fare brutta figura di fronte all’elettorato”. Ecco…questa è proprio una delle motivazioni che stanno portando ad una progressiva disaffezione dalla politica tutto quanto l’elettorato italiano. Davvero un bel risultato. E, tra l’altro, queste “pastette” sono proprio all’origine dell’iperattività (in condizioni di nebbia fitta) del rimorchiatore Giorgia Meloni. Si aggancia a cose più grandi di lei (e di loro), tira, sbuffa, pigia sull’acceleratore dando gas al massimo ma, non riesce a risolvere…anzi…a volte sbatte sulla banchina.

Bravo Cottarelli che toglie il cerone  ad un viso segnato da rughe interne e da mille graffi esterni.

…….
 .1.  Angelo Bonelli  a Radio Radicale . 2 ottobre 2023  –  https://www.radioradicale.it/scheda/709714/il-complotto-contro-il-governo-meloni-intervista-ad-angelo-bonelli

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*