Fini nobilissimi (con trucchetti)

Molti di noi avranno visto la lunga intervista fatta da Massimo Gramellini a Michele Santoro su La7, nella trasmissione “In altre parole”.

Michele Santoro rappresenta certamente il livello più consapevole del pacifismo italiano e mostra una visione non banale del contesto storico-politico in cui potremmo valutare il conflitto russo-ucraino, con le sue cause e le sue conseguenze. Ma lo fa con alcune importanti forzature e con alcune ambiguità, tipiche del “pacifismo di sinistra” italiano. Cioè facendo intravvedere dei caratteri ideologici su cui tornerò più avanti.

Molte di queste forzature e ambiguità vengono fuori chiaramente dalla modesta analisi che provo a fare qui.

Certamente il raggiungimento di una trattativa che metta fine al conflitto è un obiettivo che ormai moltissimi condividono, anche quelli, come me, che avevano e hanno una posizione fortemente anti-russa, dal momento che appare chiaramente irrealistico pensare che l’Ucraina, anche se tornasse a essere più rilevante l’appoggio occidentale, possa sconfiggere la Federazione russa su tutta la linea. A questa considerazione molti pseudo-pacifisti (Santoro lo ha detto in modo più implicito e vago, come vedremo) rispondono: “Visto? Avevamo ragione nel proporre la pace fin dall’inizio!”. No, cari: la pace che proponevate era quella di un Ucraina che non si doveva battere e doveva trattare con l’invasore in casa, fin dall’inizio. E di un’Europa che, in nome della pace, non avrebbe dovuto inviare armi e aiuti fin dall’inizio!

Ma, con quali ragionamenti e con quale analisi Santoro propone la pace attraverso una trattativa che, appunto, molti ora ritengono necessaria, anche noi “imperialisti, guerrafondai, servi della NATO”? Le virgolette non significa che siano parole di Santoro; la frase è scherzosa ed è presa dal linguaggio dei nostri pacifisti ex sessantottini e discendenti.

Il nostro osserva innanzitutto che la minoranza russofona ucraina, che nel Donbass è maggioranza, aveva e ha diritto all’autodeterminazione e la paragona alla minoranza italiana di lingua tedesca, ricordando che l’Italia ha dato a questa minoranza un’amplissima autonomia. Finge di dimenticare però che la parte russofona (almeno, i movimenti politici armati) volevano la secessione e non solo l’autonomia. Anche l’Italia contrastò con la forza i movimenti alto-atesini che volevano la secessione: e quindi, che paragone è? Quello che è da imputare all’Ucraina è di non aver offerto a suo tempo a quelle regioni una sufficiente autonomia e non l’intervento militare per impedire la secessione.

Più avanti Santoro dice: “…se tu cambi i rapporti di forza militari…” non ti devi stupire della reazione della Federazione russa; “Putin non può rimanere indifferente”. Nessuno di quelli che addossano solo all’Occidente le colpe della guerra in Ucraina capisce che il fatto che gli Stati Uniti (ma, direi meglio, l’Occidente nel suo complesso) hanno vinto la Guerra Fredda, è una cosa di una portata enorme e che non è un caso che tutti i popoli dell’Europa orientale non vedessero l’ora di entrare in Europa e in questo vituperato (da noi) Occidente!

Tornando a Santoro: questo lui lo sa, tant’è vero che più avanti nell’intervista dice che la Russia stessa “aveva una gran voglia di Europa”, ma insiste nel dare a queste aspirazioni un significato quasi solo economico o tutt’al più di generica aspirazione alla libertà, trascurando volutamente un elemento che da persona colta sul piano storico sa benissimo, e che è un elemento fondamentale; e cioè che la parte che ha vinto (diciamo pure un “Impero” che vince…) vuole ovviamente presidiare i suoi nuovi confini, cosa che avviene sempre nella Storia. E’ verissimo che la NATO avrebbe dovuto avere una saggezza politica e storica che non ha avuto: presidiare questi Paesi e questi confini, facendo contemporaneamente accordi di “buon vicinato” e magari di un “presidio leggero” con la Russia. Ma ciò non toglie che l’Unione Sovietica avesse totalmente perso la Guerra Fredda e che quei popoli volessero fermamente quel che ho più su accennato.

Qui Santoro e i pacifisti meno superficiali direbbero: sì, ma quell’Occidente che quei popoli volevano è l’Europa, non sono gli Stati Uniti e, in più (Santoro lo ha richiamato esplicitamente) l’Europa viene impoverita da questa guerra, non gli Stati Uniti. Vero, ma è ovvio che un’Europa slegata, o “più” slegata, dagli Stati Uniti, oltre che unita in un’unica confederazione, dovrà avere una forza militare proporzionata alla sua nuova importanza economica e strategica! Un nuovo “polo” geo-strategico tra gli altri grandi, in un certo senso, e questo lo capisce chiunque. Ma qui casca di nuovo l’asino!

Infatti Santoro e i nostri super-pacifisti vorrebbero sì, dicono, l’Europa unita e indipendente dagli Stati Uniti, ma senza nessunissimo aumento delle spese militari e senza quello che sia almeno un progetto di Esercito europeo.

Santoro fa anche un audace parallelo tra l’invasione della Cecoslovacchia da parte dell’URSS e l’invasione dell’Ucraina, ricordando che Dubcek trattenne i Cecoslovacchi dal combattere, evitando un bagno di sangue, accettò la situazione e così circa vent’anni dopo la Cecoslovacchia ebbe la sua indipendenza e la libertà. Dice quindi esplicitamente che altrettanto avrebbero potuto e dovuto fare gli Ucraini. Il parallelo fa acqua da tutte le parti! Le due cose sono totalmente diverse, per cui il parallelo è decisamente capzioso! Infatti la Cecoslovacchia non faceva parte dell’Unione Sovietica: era un paese europeo occupato dall’URSS dopo un colpo di Stato, mentre l’Ucraina faceva parte dell’URSS e prima ancora dell’Impero zarista. Intendo dire che era possibilissimo pensare che la fine dell’URSS e, ancor più, la fine prevedibile del comunismo avrebbero restituito quei Paesi a una storia “europea”, mentre anche una futura fine di Putin non escluderebbe l’Ucraina dal far parte del territorio russo, se sconfitta ora su tutta la linea.

Preciso, per i nostri filo-russi: il fatto che l’Ucraina abbia fatto parte per secoli dell’Impero zarista e poi sovietico non significa che per questo gli Ucraini siano “russi”: da quasi duecento anni sono sorte una cultura e una coscienza nazionale ucraine (certo meno nelle regioni russofone!); la coscienza nazionale italiana non esisteva nel Seicento, poniamo, ma esiste dall’inizio dell’Ottocento (seppur sviluppandosi poi gradatamente), ça va sans dire!

Poi Santoro ha detto (anche qui, testuali parole!): “Il Parlamento europeo ha votato una mozione che ci propone di dichiarare guerra alla Russia nei prossimi dieci anni e si riparla di riarmo atomico per l’Europa”. E’ totalmente falso. E’ chiaro che si riferisce alla “Risoluzione del Parlamento europeo del 29 febbraio 2024”, che ho letto integralmente [https://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-9-2024-0119_IT.html] e che non dice assolutamente nessuna di quelle due cose. Oltretutto, per la seconda cosa Santoro dice “si riparla”, senza specificare se si riferisce alla Risoluzione.

Ma restiamo anche solo alla prima: in cosa consiste il trucchetto? Nel non dire che un certo testo “significa per me quella cosa”, ma che “dice” quella cosa. Poi, se qualcuno ti contesta l’ambiguità, puoi sempre dire: <Ovviamente intendevo dire che per me “significa” quella cosa>.

Nella lunga intervista Santoro dice giustamente che il miracolo che ha fatto l’Europa dopo la II Guerra mondiale è stato quello di avvicinare la Russia all’Europa. Questo infatti è stato vero, nonostante le ovvie contraddizioni, persino prima della dissoluzione dell’URSS. Ma egli prosegue dicendo: “Adesso l’Occidente ha diviso l’Europa dalla Russia”. Ovviamente qui per “Occidente” si intendono gli Stati Uniti e il Regno Unito. Più avanti infatti dirà: “Adesso noi abbiamo costruito un muro di morti…”. Il ragionamento sta in piedi solo se si dà per scontato che questo “Occidente” ha provocato la guerra in Ucraina, dopo la quale l’Europa si è trovata costretta a rompere i suoi legami con la Russia. Che è esattamente la tesi di Putin.

Chi sostiene questa tesi fa finta di non aver sentito lo storico discorso con cui Putin, subito prima dell’invasione, ha detto che la Federazione russa deve tornare nel solco storico dell’Impero russo perché altrimenti tradirebbe il proprio destino. Più di così! Se non erro, una delle bandiere che aveva alle spalle era quella della Russia zarista. Contraddicendosi, Santoro stesso aveva citato gli orrori fatti dai Russi nella guerra contro i separatisti ceceni, la quale è appunto un pezzo importante di quella strategia imperiale!

Un’altra “perla” del nostro è stata la seguente: “In Russia dopo il ’91 c’era un livello di libertà, c’erano Netflix, Mc Donald’s, ecc., che ora questa guerra ha distrutto”. “Questa guerra”? Forse sono scomparsi Netflix e Mc Donald’s, ma è chiaro come il sole che la libertà ha cominciato a scomparire, gradatamente, con la crescita del regime di Putin, dopo il 2006/2007, non “dopo il ‘91”!

In sostanza, il fine di Santoro e dei pacifisti di sinistra, quello del raggiungimento della pace attraverso una trattativa da iniziare al più presto, è nobilissimo e lo condivido (come quasi tutti, credo). Soltanto che i trucchi retorici che ho cercato di enucleare nella sua (loro) analisi nascondono, anche abilmente, un’ideologia assurda: un pacifismo radicale sposato con un’Europa unita, che conti nel mondo; un’Europa democratica, ma che non somigli all’Occidente, origine di tutti i mali; un’Europa democratica e poco armata, ma intima amica dell’Impero fascista-zarista di Putin.

Sull’Occidente che non dovrebbe assomigliare all’Occidente, ci sarebbero altre osservazioni da fare, ma ci porterebbero fuori tema. Altri le faranno meglio di me.

Certo, il pericolo di una Terza Guerra mondiale c’è e l’intervista lo ha giustamente richiamato. Inoltre è vero che l’Europa non è ancora stata all’altezza di fare proposte che coniughino insieme l’appoggio all’Ucraina e la trattativa.

Ma non possiamo certo andare verso il nobile obiettivo della pace e di una nuova Europa con idee contraddittorie e vaghe come quelle che ho cercato di analizzare.

Ettore Livorsi 22 marzo 2024

1 Commento

  1. Credo che una lettura di questo articolo possa portare un contributo al perchè di questa assurda guerra nel centro dell’Europa e sopratutto portare elementi al punto principale di tutta la questione: si poteva prevenirla. Come successe molti anni prima tra Kennedy e Kruscev? Se non si risponde onestamente a questo non si potranno trovare mai da una parte e dall’altra le ragioni della pace
    Rivista il Mulino 2022 Riproduzione riservata 16 APRILE 2022 di Giovanni Barbieri

    Le riflessioni di Brezsinki costituiscono certamente un ottimo punto di partenza non tanto per stabilire chi abbia ragione o torto, ma per comprendere in quale complesso quadro globale la guerra in corso sia stata prima coltivata e poi sia scoppiata

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