Gandhi ed Einstein

la nostra sacra responsabilità

di essere umani.

Chi scrive queste parole è Raimon Panikkar nel prologo di un libro edito da mc / movimenti cambiamenti dove Gandhi ed Einstein si cimentano in un dialogo possibile, ma mai avvenuto, sul grande tema della Pace. Naturalmente le parole sono le loro, scritte durante le loro vite, vite che – continua Panikkar – “non potrebbero essere più differenti per razza , educazione, professione, temperamento, gusti…eppure hanno in comune proprio quello che tendiamo a dimenticare: la natura umana che le due tradizioni da cui essi provengono affermano essere divina. Einstein e Gandhi sono due uomini autentici che hanno scoperto e vissuto la loro umanità ( il massimo valore dell’essere umano ) senza reprimerla, ma coltivandola.

Sono stati così umili, cioè così autentici da non avere, né l’uno né l’altro, voluto giocare in alcun modo il ruolo di personaggio importante. Ogni uomo è unico e dunque non classificabile…..

Tocca a noi seguirli nel cammino di umanità che hanno percorso attraverso sentieri diversi…..

Per essere grandi bisogna essere umili, e per essere umili bisogna essere naturali. Einstein e Gandhi non ignoravano ciò che avevano realizzato, ma lo consideravano semplicemente come il loro karma: avevano lasciato che la loro umanità risplendesse naturalmente…..

La loro grandezza sta nella loro umanità, non si sono identificati con il proprio ruolo, di scienziato l’uno, di politico l’altro, non sono due specialisti. “

Quello che i Maestri illuminano, più che con le parole con la loro esperienza, sono temi di interesse universale: il senso della Vita, di quella Vita comune a tutti noi e a cui noi siamo “dono” .

“I puri di cuore, dice una Scrittura, vedranno Dio, cioè saranno divini.

Erano sognatori, perchè credevano nell’uomo?”

In un momento di guerra come quello che oggi stiamo vivendo quello che necessita è il silenzio e l’ascolto.

Come scrive Allan Poe “ ciascuna parola non è essa, forse, un movimento nell’aria?” E oggi non sentite l’uragano di parole che affollano le nostre vite, parole di plastica, parole senza quella Sapienza che conosce e pratica la differenza tra la nostra polarità creativa e quella distruttiva ?

Uccide più la parola che la spada, e oggi ci stiamo ammazzando senza più alcun rispetto per ciò che siamo: uomini e donne responsabili della propria umanità.

E’ soprattutto un disarmo culturale quello che ci compete, che le parole di Einstein e di Gandhi possano portare luce nel profondo buio della via e dei nostri cuori:

“Noi ebrei abbiamo il dovere di mettere a disposizione del mondo la nostra triste esperienza plurimillenaria e, fedeli alle tradizioni dei nostri padri, diventare i soldati della lotta per la pace, insieme agli elementi più nobili di ogni ambito culturale e religioso.

Se siamo incapaci di arrivare a un’onesta collaborazione e a patti onesti con gli arabi, significa che non abbiamo imparato nulla dai nostri duemila anni di sofferenze e ci meritiamo tutto quello che ci succederà.

Preferirei un accordo ragionevole con gli arabi sulla base di una convivenza pacifica, che non la creazione di uno stato ebraico.

Per come concepisco l’essenza del giudaismo rifuggo dall’idea di uno stato ebraico completo di frontiere, di esercito e di un qualche potere temporale. Il ritrono a una nazione nel senso politico della parola significherebbe allontanarsi dalla spiritualità che il genio dei nostri profeti ha infuso nel nostro popolo.

Spero che poco alla volta verranno stabilite delle relazioni con il popolo arabo basate su un fruttuosa collaborazione sul rispetto e sulla fiducia reciproci. Questo infatti è l’unico mezzo attraverso il quale i due popoli possono raggiungere la vera indipendenza dal mondo esterno.

L’atteggiamento che il popolo ebraico terrà verso il popolo arabo darà la vera misura dei suoi criteri morali.” ( Albert Einstein )

“Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo, la verità e la non violenza sono antiche come le montagne “ ( Gandhi )

Patrizia Gioia
1 novembre 2023 , Festa cristiana di Ognissanti.

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