I nodi della Legge di Stabilità

Il dilemma del governo: come realizzare le demagogiche promesse elettorali senza compromettere il delicato equilibrio dei vincoli europei e la fiducia degli investitori internazionali.

Di Maio sostiene che gli italiani vengono prima dei mercati, quindi il programma deve essere realizzato già con l’esercizio 2019: flat tax, legge Fornero, reddito di cittadinanza.

Stando all’analisi fatta da Carlo Cottarelli, la flat tax costerebbe da sola 50 miliardi. Le misure per superare la legge Fornero 8 miliardi. Il reddito di cittadinanza altri 17 miliardi. In tutto 75 miliardi di euro, circa 5 punti di Pil. Inoltre per far scendere lo spread ci vorrebbe una chiara riduzione del deficit e del debito rispetto al 2018 per circa 5 miliardi. Questi sono i costi dei temi che Lega e 5stelle hanno promesso in campagna elettorale, ma i veri problemi che impediscono al nostro paese di procedere in maniera più spedita riguardano: la lotta all’evasione fiscale, (stimata in oltre 100 miliardi l’anno), evitando di riproporre condoni tombali; combattere la corruzione nel pubblico impiego (circa 60 miliardi l’anno); semplificare le norme in materia di giustizia civile per ottenere la conclusione dei processi in tempi ragionevoli.

Inoltre ci sono problemi urgenti che fanno cambiare la scala delle priorità, come il crollo del viadotto di Genova, l’esigenza di mettere in sicurezza le nostre strade e autostrade, l’urgenza di sbloccare i finanziamenti agli enti locali per assicurare interventi nelle scuole e negli edifici pubblici, varare un piano nazionale in difesa del suolo e dell’ambiente, ridurre progressivamente la pressione fiscale sul lavoro e le attività produttive.

Realizzare tutto il programma sbandierato in campagna elettorale non è possibile dato la limitatezza delle risorse finanziarie. Cosi come non è possibile finanziare il programma ricorrendo all’indebitamento pubblico, essendo quest’ultimo già di notevoli dimensioni, oltre il 130% del Pil.

I segnali provenienti dai mercati finanziari sono eloquenti: se viene meno la fiducia circa la politica finanziaria del governo, gli investitori stranieri abbandonano i nostri titoli di Stato e se vuoi venderli devi aumentare il rendimento e lo spred sale.

Prima gli italiani, dicono Di Maio e Salvini, ma gli italiani circolano sulle strade e autostrade, usufruiscono degli edifici pubblici, i nostri giovani frequentano ogni giorno gli edifici scolastici, ad ogni temporale migliaia di  famiglie, di artigiani e di commercianti sono costretti a cambiare mobili ed attrezzature perché distrutte dall’acqua e dal fango .   

Nonostante le sparate propagandistiche di Di Maio e Salvini, il recente vertice di governo pare prenda coscienza della complessità del quadro macroeconomico, sia interno che internazionale. Il governo giallo – verde deve comprendere che le soluzioni autarchiche (l’Italia fa da sé) appartengono ad un’altra epoca.

I vertici di questi giorni hanno optato per una linea più rassicurante verso l’Europa e il mondo degli investitori: il programma verrà realizzato ma con gradualità nel corso dell’intera legislatura. La Nota di aggiornamento al Documento di Programmazione Economica e poi la legge di Bilancio 2019 dovrebbero registrare la svolta ed i vari dietrofront, nonché l’abbandono dei roboanti toni demagogici .

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