La dignità delle donne

In questo periodo in cui si parla quotidianamente di femminicidi e di donne, a cui vengono sottratti i loro diritti, io sono rimasto particolarmente colpito dalla dignità con cui le donne ucraine hanno saputo affrontare il terribile conflitto in cui si trovano coinvolte ormai da 500 giorni.

Abbiamo visto operaie, contadine, studentesse, lavoratrici di ogni tipo che sopportavano i rischi e i pericoli di una guerra ultramoderna, certo, a volte in lacrime, ma sempre piene di una volontà di resistere, di risorgere, che mi ha a volte commosso.

Per noi occidentali questa guerra è una cosa lontana, come se si svolgesse su un altro pianeta, ma la realtà è che siamo a mille km., forse meno, dai confini orientali di questo paese, e molta gente, specie quella seduta in parlamento, ne parla come se si potesse usare dei bizantinismi in una Costantinopoli del XII secolo.

La dignità brilla negli occhi di queste donne giovani, mature, vecchie, con una intensità che tutti noi dovremmo rispettare debitamente.

A proposito di donne e di dignità, mi sembra che molti abbiano sbagliato profondamente nel non proporre una donna per l’attuale settennato presidenziale.

La donna c’è e come: si chiama Liliana Segre ed ha tutte le caratteristiche per essere il primo Presidente Donna di questa Repubblica.

Italiana, ma anche ebrea, ha patito le leggi razziali del ’38 e la successiva caduta negli inferi sino ad Auschwitz, da dove è potuta sfuggire forse per caso.

Per trenta anni è stata silente, non ha voluto narrare ciò che era inenarrabile, poi ha iniziato a parlare agli studenti senza spirito di acrimonia o di vendetta, ma per svelare la verità troppo a lungo vergognosamente nascosta.

Io trovo ed assevero che Liliana Segre sarebbe un ottimo Presidente della Repubblica, che io sicuramente ascolterei con rispetto.

In questo contesto di donne che manifestano la loro dignità nei fatti e non nelle chiacchiere oziose, trovo che la televisione italiana, sia quella statale che quella commerciale, manifesti una banalità parolaia.

Tutte a parlare di dignità femminile violata, ma nessuna capace di manifestare chiaramente una opinione forte, una presa di coscienza, che è anche presa di partito.

Chi sono queste tutte? Presentatrici e conduttrici che riempiono gli schermi tutto il giorno, quasi tutte rigorosamente bionde, come se il 90% delle italiane non fossero castane o more.

Ma, queste conduttrici di cosa parlano? Della famiglia reale inglese, di Albano e Romina Power, di tanti personaggi che lasciano il tempo che trovano.

Ciò che dicono e come appaiono sembra una testimonianza di problemi falsamente reali, laddove la vita e la morte si giocano in pianure lontane, ed ottanta anni fa in un posto chiamato Auschwitz.

Viator

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