La produzione di cC6O4 da parte di Solvay deve essere sospesa

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato pervenuto da Comitato Stop Solvay

Abbiamo il diritto di sapere!
La produzione di cC6O4 da parte di Solvay deve essere sospesa
Il 23 giugno è stata dimostrata una grande verità: quando donne e uomini uniti lottano e rivendicano con forza il diritto alla salute e mettono in luce le enormi ingiustizie subite, anche le multinazionali più potenti devono cedere il passo. Se non fosse stato per ciascuna persona che ha gridato il proprio BASTA, l’ampliamento della produzione di cC6o4 probabilmente sarebbe già stata approvata dalla Conferenza dei Servizi.
Era normale che Solvay cercasse una via di fuga proponendo un rinvio di 60 giorni: si è trovata con le spalle al muro. C’erano fin troppe motivazioni per dare un secco parere negativo alla richiesta di ampliamento di Solvay: i limiti del piano presentato, la pericolosità del nuovo PFAS cC6O4, l’incapacità di Solvay di trattenere e non disperdere nell’ambiente i veleni che tratta e produce, il ritrovamento di svariate sostanze tra cui il cC6O4, nel pozzo che alimenta l’acquedotto di Montecastello.
L’accettazione da parte della Provincia e delle Istituzioni della richiesta di rinvio è un’enorme delusione.
Hanno deciso di non decidere, nonostante la negazione all’ampliamento della produzione fosse l’unica scelta credibile per difendere la salute pubblica della popolazione e del territorio.
Così come hanno scelto di permettere a Solvay di esercitare tutto il suo potere e la sua prepotenza per ottenere il suo obiettivo.
Non saranno 60 giorni a consentire loro di trovare soluzioni reali ai problemi emersi.
Fra 60 giorni Solvay avrà inquinato e continuerà a inquinare esattamente come oggi. Nel frattempo il clima sarà più avvelenato e le persone che Solvay dice ipocritamente di rispettare (cittadini e dipendenti) saranno utilizzati come carne da macello.
Ecco spiegate le parole che Solvay sta sventolando in questi giorni: o ci date l’aumento della produzione oppure noi ce ne andiamo. Solvay non dice come risolverà i problemi, nega l’evidenza, non spiega da quale parte della sua produzione fuoriescono i veleni e non dà tempi e modalità chiari di intervento. Solvay minaccia rabbiosa, perché oggi i suoi enormi guadagni sono profondamente legati all’assenza di vincoli e alla deliberata possibilità di potersi muovere al di fuori della tutela ambientale e della salute delle persone.
Solvay minaccia perché non è in grado di garantire che nessuna molecola di veleno fuoriesca in alcun modo dallo stabilimento, non è in grado di garantire la salubrità dell’aria e delle acque né che le persone non si ammalino e non muoiano per colpa delle sue produzioni.
La vera domanda che doveva emergere dalla Conferenza dei Servizi è: se dallo stabilimento continuano a fuoriuscire sostanze velenose e tossiche come il cC6O4 possiamo tollerare che la produzione prosegua anche nei prossimi 60 giorni?
Una domanda semplice, che non può che prevedere una risposta ovvia.
La produzione di cC6O4 DEVE ESSERE SOSPESA perché l’acqua di Montecastello è stata inquinata, perché è emerso in modo evidente che Solvay non è in grado di garantire che nessuna porcheria esca dall’impianto.
Questa evidenza porta con sé necessariamente altre considerazioni: gli uomini e le donne che per mesi hanno utilizzato l’acqua del pozzo di Montecastello hanno il diritto di sapere quanto quella maledetta molecola sia entrata in contatto con la loro biologia.
Gli abitanti della provincia e non solo hanno il diritto di sapere se Montecastello rappresenta un unicum oppure no.
Pretendiamo pertanto la sospensione della produzione di cC604 e di ogni altro PFAS, pretendiamo la pianificazione dello screening medico della popolazione coinvolta dall’inquinamento partendo da Spinetta e Montecastello, pretendiamo di sapere con assoluta certezza che nessun altro pozzo è stato o è già contaminato.
Comitato Stop Solvay

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