La sinistra deve sostenere Zingaretti

Stanno succedendo –e si stanno dicendo e vedendo- cose dell’altro mondo nella politica italiana. Ma la sinistra è del tutto afona, inesistente. In preda a totale smarrimento, priva di ogni barlume di strategia, confusa e numericamente insignificante, subisce passivamente gli avvenimenti dei quali non sa darsi spiegazione alcuna. Vissuta nell’ultimo quarto di secolo all’ombra del potere e delle sistemazioni istituzionali, con una élite dirigente prevalentemente impegnata a programmare la propria carriera, crede ancora di poter continuare ad essere tenuta in vita dal riflesso condizionato dell’ “andare al governo”.

Nel marasma della vita pubblica italiana, con tutto quello che c’è da fare, riesce solo a fregarsi le mani ogniqualvolta i 5Stelle litigano con la Lega perché si illude che il tempo di un suo ritorno al governo si stia così accorciando. Ma, accantonato ogni rapporto con la sua storia e la sua cultura, nell’entusiasmo infantile di un accesso non tardo nella stanza dei bottoni, non sa usare nemmeno il pallottoliere. Vuole andare al governo con i grillini anche se i numeri danno ad essa torto. I 5Stelle, infatti, sono in caduta libera: i sondaggi li danno al 15 per cento con la ragionevole prospettiva di uno smottamento continuo. Il PD, se dovesse allearsi con Casaleggio e Toninelli, si spaccherebbe esattamente in due. La sinistra-sinistra che aleggia come un fantasma è data all’1,8 per cento, Così, l’alleanza PD, sinistra, 5Stelle non potrebbe contare su una consistenza superiore al 25 per cento. Allora? Allora è chiaro che si tratta di una prospettiva non solo politicamente fallimentare, ma anche numericamente assai problematica.

Per fortuna, il PD di Zingaretti non ha perso del tutto la capacità di analisi ed esclude giustamente ogni prospettiva di governo con i pentastellati. E proprio per questa scelta Zingaretti sta subendo un attacco non solo dall’interno del suo partito, ma a quanto pare anche dalla stessa sinistra radicale. Questa, infatti, anche se inconsapevolmente, sta svolgendo proprio il compito di fronda contro Zingaretti. Volendo l’alleanza col movimento di Grillo cerca di accreditare tale alleanza come la vera alternativa al governo gialloverde e, implicitamente, di screditare quella per la quale invece si sta impegnando l’attuale segretario del PD. Insomma, siamo arrivati al punto di avere una sinistra non solo ininfluente e inutile ma oggettivamente dannosa.

Il ruolo che la sinistra sta svolgendo contro Zingaretti è del tutto ingeneroso e miope. E’ davvero incredibile che una forza senza peso elettorale e ormai senza più legami col corpo vivo del Paese non trovi di meglio che oziare nell’attesa di una imminente mitica andata al governo. Per esempio, in Puglia, parte della sinistra pensa sicuramente di poter fare diventare comportamento nazionale quello di Articolo Uno col suo assessore Borracino gettato senza ruolo nella giunta Emiliano. Una forza politica che con lo zero per cento, o appena su di lì, si vuole accreditare come baluardo del governo pratico, “tecnico” direbbe Gramsci, fa venire in mente l’immagine di un carrozziere fallito che vuole acquistare la FIAT. E’ elementare in questi casi rammentare che è necessario prima esistere e poi andare al governo. Secondo alcuni, in altre parole, la “novità storica” da auspicare sarebbe quella di un movimento nato contro la “casta” che si allea con una porzione della casta di sinistra.

Purtroppo, anche a sinistra si pensa davvero che l’andare al governo sia indispensabile per contare. Che altri modi non ci siano. Che costruire un partito organizzato, legami forti con la società, sviluppare la battaglia delle idee, organizzare lotte, avere saldi ideali, non serva a niente. O si è al governo o non si è nessuno: questo convincimento appare la base della ‘cultura’ della sinistra rimasta, a tal punto radicata da indurre a ritenere di fare davvero una cosa di sinistra indebolendo la posizione dell’attuale segretario del PD. Basterebbe, però, ricordare, per smontare questa credenza, che il PCI di Togliatti e Berlinguer, pur condannato all’opposizione, svolgeva ugualmente una essenziale funzione nazionale e che esercitava ugualmente nella società un peso e una egemonia veri. Altri tempi, certo, che ci dovrebbero insegnare però come la politica e i partiti siano molto di più di strumenti per l’esercizio del potere.

All’attuale sinistra, così pragmatica e concreta (ma per questo anche a rischio di estinzione), così impaziente di andare al governo, bisogna far capire che l’unica politica davvero realistica oggi è quella di sostenere Zingaretti e di opporsi con eguale impegno sia a Salvini che a Di Maio, ad entrambe le componenti del governo gialloverde. Che non ci sono scorciatoie e che bisogna attrezzarsi per un lavoro di lunga lena. Ha proprio ragione Zingaretti quando afferma che bisogna stare lontani “dai giochini politicisti del quotidiano e immergersi in un confronto con la società”.

Egidio Zacheo

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