Microcosmo

Non so cosa sia successo
Nel mio stanco isolamento
E mi coglie scoramento
Nel veder scarso progresso.

Sproloquiare sul malanno
Senza d’altro argomentare
Mi distoglie dal pensare
Che ci sia rimedio al danno:

Se mi coglie uno starnuto
Il termometro è già pronto
E m’accingo a un rendiconto
Che sia tosto il benvenuto.

Più di questo inconveniente
Mi solletica il cervello
Il sentire questo o quello
Ragionar da deficiente…

Mangio come un tribunale,
Metto chili ad uno ad uno,
Tanto qui non c’è nessuno
Che può farmi la morale.

Il barlume di speranze
In cotale situazione,
Dove tutti hanno ragione,
sembra prender le distanze

Ma, ohibò, vedo il Natale
Che s’affaccia all’orizzonte
Ed ai più non passa in fronte
L’occasione eccezionale

Di scansare il Parentame
Che si siede a crapulare
Mentre chi si dà da fare
Gira il pollo nel tegame.

Sarà questa la mia Festa
Senza un piatto da lavare
Senza un pacco da incartare
Con la mente sempre desta

Fino a quando la bottiglia,
Che ho stappato con piacere,
Sia un sublime mio godere
Chè son io la mia famiglia.

Marina Elettra Maranetto

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