Il Movimento 5 Stelle scarica sull’Italia i suoi conflitti

Nel M 5 Stelle vengono al pettine i conflitti e l’eterogeneità delle proteste sociali che in periodo elettorale aveva raccolto, facendo propria, ogni spinta contestatrice, al di fuori di ogni logica politica e programmatica, sovente in contrapposizione al contesto europeo di cui l’Italia fa parte e dell’economia mondiale nella quale siamo inseriti come paese industrializzato fortemente esportatore. Tali conflitti fanno deflagrare all’interno del movimento stesso quella coesione ottenuta in sede elettorale.

Un conto è promettere, più difficile mantenere tanto più se le posizioni sono tra loro illogiche e contrastanti.

I grillini, con il Ministro Toninelli, hanno contestato sino all’inverosimile il collegamento ferroviario dell’alta velocità (TAV) con la Francia. Si sono opposti all’apertura dei cantieri per l’ammodernamento delle ferrovie e autostrade.

Sono contrari alle perforazioni petrolifere nel Mare Adriatico, i cui giacimenti son stati individuati, da tempo, dall’ENI.

A livello europeo si oppongono all’utilizzo dei fondi del Mes, a tassi prossimi allo zero, finalizzati ad investimenti nel settore sanitario, particolarmente colpito dalla pandemia che ha colpito il nostro paese ed ora tutto il mondo.

Sull’Alitalia annaspano nel buio più assoluto ricorrendo a periodiche iniezioni finanziarie da parte dello Stato, per altro vietate dalle norme dell’UE.

Sull’Ilva di Taranto, Grillo, inizialmente aveva proposto di chiudere il più grande stabilimento siderurgico d’Europa per trasformarlo in parco naturale – la così detta “decrescita felice”, ignorando che l’impianto siderurgico da lavoro a circa 17 mila lavoratori tra occupati diretti ed indotto. Esiste un problema di inquinamento che deve essere risolto come tale, “de-carbonizzando” gli attuali alto forni sostituendoli con impianti di ultima generazione alimentati ad energia elettrica e idrogeno, come ha prospettato ultimamente il governo.

Ancora controversa la prospettiva per Autostrade. I grillini riducono tutto ad una campagna propagandistica contro la famiglia Benetton. Anche in questo caso, dimenticando che Autostrade è una Società per Azioni con circa 7.000 dipendenti, con una base sociale internazionale, costituita da soci tedeschi, cinesi oltre ai soci italiani e europei, sono i famosi investitori di cui abbiamo tanto bisogno per ridare slancio alla nostra economia da tempo in affanno. Il problema quindi non può ridursi a ricatti o a punizioni. Se ci sono responsabilità gestionali saranno i tribunali a stabilirlo comminando le eventuali condanne, ma non può essere Di Maio a vestire continuamente ed impropriamente i panni del giustiziere in netto contrasto con la legge e le norme proprie dello “Stato di diritto”.

Hanno cercato di sfruttare ogni situazione emotiva presente in alcuni strati dell’opinione pubblica per trarne vantaggio politico – elettorale. Anche sul doloroso dramma che ha colpito la famiglia Regeni in seguito alla barbara uccisione del figlio Giulio da parte dei servizi segreti egiziani, il Presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico ha spostato i termini del problema al di fuori di ogni dimensione politico-diplomatica, minacciando – se avesse potuto – di dichiarare guerra all’Egitto. Questa corsa alla ricerca spasmodica della visibilità e al protagonismo personale, ricorrendo sovente a minacciosi ricatti, stride con la serietà e coerenza che deve essere propria di ogni forza politica di governo nonché di personaggi rappresentanti le Istituzioni.

Il “Reddito di cittadinanza” e “quota 100” per le pensioni, sono provvedimenti assunti dal governo giallo-verde ed ascrivibile a politiche assistenziali per non dire clientelari che non hanno centrato l’obiettivo: “Abbiamo sconfitto la povertà” annunciava con enfasi e tanta demagogia Di Maio dal balcone di Palazzo Chigi.

La fine dell’emergenza del coronavirus sta radicalizzando la spaccatura nella formazione maggiore del governo.

Le spinte centrifughe latenti da mesi vengono ora accelerate dall’incertezza. I sondaggi fotografano una perdita verticale di voti e di credibilità. Il terrore dei parlamentari che si possa precipitare verso elezioni anticipate è palpabile, anche perche oltre la metà di loro non sarebbe più eletta.

Per recuperare credibilità debbono correggere la linea comportamentale definendo natura ed obiettivi del Movimento medesimo, in rapporto al ruolo e alla funzione che intendono assolvere. Non si può essere forza di governo e nello stesso tempo forza di opposizione al governo medesimo.

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