Nostalgia dei bei tempi andati: corroborante il profumo delle marmitte (c’è pure Pirandello!)

La nuova giunta insediata a Tortona dalle elezioni della scorsa primavera ha “onorato”, con netto assenso -parziale- dei commercianti del centro e incontrovertibile rapidità decisionista una delle promesse programmatiche a suo tempo presentate alla cittadinanza. Confermando, pur tra le proteste di una parte della medesima (altra frazione degli stessi commercianti centrali inclusa) l’estensione -non apocalittica, onestamente- dell’isola pedonale: “Abbiamo il massimo rispetto per l’opinione di quanto hanno promosso e sottoscritto la raccolta firme, ma abbiamo ritenuto di procedere in questa direzione anche in coerenza con il nostro programma elettorale, che lo scorso 26 maggio era stato votato da 7.895 tortonesi” (sindaco dixit: “Roba da Chiodi” avrà subito commentato qualche immancabile qualunquista bastiàn cuntràri…). Per i lettori non tortonesi che, anche attraverso la stampa cartacea e digitale della nostra zona, si fossero appassionati del problema, anche soltanto perché chiaramente investe un nodo di carattere generale (vero Amici della Bicicletta alessandrini e non?), quello della disciplina del movimento e della qualità ambientale dei centri urbani, va introdotto qualche chiarimento. Ma forse soprattutto un… ridimensionamento della questione, nei termini che si espliciteranno alla fine. Ci sia prima però consentita qualche considerazione, non necessariamente votata al politicamente corretto imperante, stavolta in tema di ZTL.

Che nostalgia per i bei tempi andati, quando c’era licenza d’inquinare, quando non si doveva rinunciare all’atavica propensione ad usare l’auto anche per spostamenti brevi, come andare al bar o, Dio ce ne scampi, in tabaccheria. Ognuno si impegnava a fondo, con ardore, a profumare l’aria con i gas di scarico. Oggi il dannato salutismo imperante impone sempre più l’uso di mezzi paramedievali come appunto la bici, per non dire della salubre passeggiata pedibus calcantibus. Limiti al traffico e isole pedonali dappertutto: queste ultime sono diventate uno dei simboli dello sviluppo sostenibile. Sembra che per qualcuno questo modo di vivere la città stia cominciando a diventare noioso: c’è il rimpianto del parcheggio selvaggio, del virile rombo dei motori, del soave canto dei clacson. Il fastidio di sentire lo scalpiccìo dei passi sul selciato, le voci e le risa di chi passa per strada o è seduto beatamente nei dehors sta diventando intollerabile. Poi ci sono i commercianti che si lamentano. E’ una costante: le vendite sono calate perché i cittadini non spendono più nei negozi all’interno dell’isola pedonale non trovando posto per le macchine davanti alla vetrina degli esercizi del centro. Risultato: nuoce agli affari e va eliminata oppure, non potendo, almeno ridotta. E chi ha il coraggio di contrastare i commercianti, la cui influenza sui Comuni ha solide radici fin dal Medio Evo? La giunta tortonese ha così preso le sue decisioni (alla facc…ina di Greta e delle sue intuibili lacrime). Nonostante le proteste scritte di un’ottantina di residenti – i reazionari ci sono da sempre – è iniziato ufficialmente il ridimensionamento dell’isola pedonale che sarà comunque, al momento, operativo solo nei mesi autunnali e invernali, tra novembre ed aprile, per intenderci. Così il traffico veicolare potrà tornare in piazzetta De Amicis e in via Emilia nord, nello spazio compreso tra via Passalacqua e via San Marziano, verso piazza Erbe. I due dehors presenti non saranno rimossi, dando così la possibilità, ai temerari che vorranno comunque frequentarli, di aspirare con voluttà il corroborante profumo proveniente dalle marmitte. La salute innanzi tutto.

Tornando seri, ammesso e non concesso che la trattazione pubblica ufficiale dell’argomento sia riuscita a mantenersi sempre su questo registro, bisogna chiarire -specie appunto agli eventuali lettori non tortonesi improbabilmente appassionatisi- che sostanzialmente siamo stati e continuiamo a stazionare dalle parti del Molto Rumore per Nulla (ma anche del teatro pirandelliano quasi tutto, lo si vedrà alla fine). L’”isola pedonale” del centro storico derthonino, ammesso e non concesso, di nuovo, che potesse/possa essere definita tale, è una delle più… microscopiche esistenti a livello planetario. Persino nella nostra Voghera, passate giunte comunali del medesimo orientamento politico dell’odierna tortonese sono riuscite a pedonalizzare presso che interamente l’Emilia (che da noi, oltretutto, è… più larga della consorella, pur non essendo notoriamente proprio la strà drita!). E ad Alessandria l’ultima compagine municipale del medesimo indirizzo -prima che lo ridiventasse l’attuale- pur mandando a pallino, si teme definitivamente, il Teatro Comunale, si era spinta a rilastricare il corrispondente Corso Roma, per chiuderlo definitivamente al traffico auto, beninteso mantenendo ben saldi gli… intoccabili attraversamenti perpendicolari delle traverse, non certo illiberalmente limitandoli ai soli residenti. (La nuova subentrata con le ultime elezioni è invece riuscita a… riaprire la circumnavigazione di piazza della Libertà, chiusa -parzialmente!- dalla precedente. L’agorà centrale cittadina continua insomma ad essere una morta gora: parcheggio a pagamento al 100% dello spazio, una volta reinghiottite dal bitume le vestigia sotterranee dell’antica cattedrale prenapoleonica, che un’altra giunta ormai remota di opposto segno aveva osato in precedenza… rendere fruibili se pur sottovetro, previa eliminazione, altrettanto inesorabile, di poche decine di stalli!).

La nuova ZTLdeterminazione di giunta tortonese, a guardare bene le cose, non ha poi “innovato” molto. In via Emilia “sud”, la parte che ufficialmente già era e continua ad essere “isolata”, sono di fatto onnipresenti in sosta, con bella e ordinata fila tendenzialmente continua, almeno una decina di auto (sempre diverse…), assolutamente non provviste di alcun contrassegno autorizzativo di deroga, che certo non giungono lì di volta in volta volando, ma sanno di potercisi mantenere tranquillamente indisturbate [e immu(l)tate]. Piazza del Duomo era e continua ad essere anche lei allegramente circumnavigabile da un’autocolonna mobile altrettanto mutevole/continuativa -esattamente come quella della Libertà nel capoluogo provinciale- includendo la forzosa tranche di via Emilia che ne costituisce il lato minore dirimpetto alla cattedrale, e consentendo anche a Monsignor Vescovo, se gli viene voglia di aprire la finestra dello studio, di inspirare a pieni polmoni come tutte le sue pecorelle. Ed è proprio attraverso questo perimetro che giocoforza ci si immette (deduzione ovvia: ma allora già ci si immetteva!) nell’iperdibattuta piazzetta De Amicis coi due ormai famosi dehors. La “sperimentazione” stagionale della riapertura alla quale, quindi, non la “riapre”, perché aperta lo era già. Semplicemente consente ora di scegliere tra le due vie (in realtà: viuzze, come tutte quelle del suggestivo centro storico tortonese irradiantesi a lisca di pesce appunto attorno all’Emilia. Ricordate il “corto” e lo “stretto” del vecchio Monopoli preglobalizzazione?) da percorrere, mentre prima era obbligatorio imboccarne una sola e sempre quella. La qual cosa consente, questo sì nuovo, l’accesso a un’altra più vasta piazza (storicamente “delle Erbe”: ora dell’Asfalto, degli Stalli sosta e del Tribunale-fantasma) che a sua volta, manco a dirlo, era del resto già abbondantemente accessibile da molteplici provenienze. E stiamo parlando complessivamente, come ogni indigeno o allogeno imparato sa, di una zona che anche una persona affetta da deficit motorio o patentata per il solo girello potrebbe percorre a piedi, fermandosi a chiacchierare e/o a guardare le vetrine, in dieci-quindici minuti al massimo.

L’unica vera innovazione “radicale”, nel senso che comunque fa impressione, è la riapertura al traffico della direttrice via San Marziano > via Ammiraglio Mirabello (anche loro piccole e strette, amici lettori non tortonesi: piccole e strette, cfr. sopra…), che consentirà di ripassare rombanti davanti:  1) a Palazzo Guibobono, quiescente sede di intermittenti ed estemporanee esposizioni, in attesa del concretarsi di quel Museo Archeologico del cui progetto sentivamo già parlare quando eravamo studenti; 2) alla Biblioteca Civica “Tommaso de Ocheda” (ex-palazzo municipale prima del felice ripristino della Caserma Passalacqua: quindi il sindaco si sottrarrà a una par condicio respiratoria col presule; i frequentatori del patrimonio librario pubblico cittadino, non si sa); 3) al Teatro Civico, già da sempre, prima ancora di venire riaperto, dotato a sua volta di duplice parking space, interno ed esterno (cfr. sotto, voce “via Giulia”). Al fine di consentire, così si è precisato, un più agevole accesso all’ulteriore parcheggio soprastante denominato “Lavello”. Peraltro anch’esso, manco a ridirlo, già accessibile in precedenza attraverso un’altra storica illustre stradetta, dal giustamente altisonante e preannunciato nome di via Giulia. Nella quale un passante “foresto” ma normale troverebbe incredibile possa transitare, fosse pure eccezionalmente, anche una sola automobile di residente impedito: ma già spalancata in quanto vitale e insostituibile via d’accesso ai due parcheggi “teatrali” di cui sopra, oltre che al sunnominato (e in più ad un preesistente ulteriore canale di… attraversamento dell’Emilia “pedonale”). Si precisa, per gli amici automobilisti invogliati, che già prima di questa “liberalizzazione”, il reperire uno stallo vacante tanto su quell’alto piazzale dalla pittoresca denominazione che nei due più bassi “scenici” di cui sopra era cosa da raccontare increduli: giornalisti e fotografi in sempre vano agguato a immortalare chi ce la facesse. La quasi totalità degli aspiranti a sostarvi con l’auto li circumnavigava frustrata, solo per tornare a uscirne. Figuriamoci adesso.

In definitiva, cari lettori, tutto e tutti tranquilli: davvero Much Ado about Nothing, per conformarci alla lingua colonialista ormai d’obbligo. Se l’isola pedonale o ZTL che pomposamente dir si voglia, a Tortona c’era già prima, continua ad esserci; se invece non c’era, continua a non esserci. Così è se vi pare, tutto per bene, ma non è una cosa seria, il giuoco delle parti, la ragione degli altri, l’innesto, la patente, ciascuno a suo modo, come prima meglio di prima, o di uno o di nessuno, come tu mi vuoi, questa sera si recita a soggetto, sogno (ma forse no), non si sa come: insomma, ciao Pirandello!

Maurizio Mula
Nuccio Lodato

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