Perchè ‘Italo’ non collega Alessandria con Roma?

In un intervista concessa a La Stampa del 22/10/2020 l’amministratore delegato di Ntv annuncia il rischio che la società non sopravviva senza gli aiuti dei fondi anticovid. In questo periodo siamo abituati a sentire le lamentele, spesso anche giustificate, degli imprenditori; lamentele che, come prima reazione, richiamano alla mente il proverbio ligure “Chi nu cianze nu tetta” ovvero è utile piangere per avere accesso alla “tetta” degli aiuti di stato. Ovviamente, come da copione, nell’intervista si parla dei rischi che corrono i 1.500 dipendenti e gli altri 3.500 dell’indotto (sarebbe interessante sapere come si arriva a calcolare i 3.500 lavoratori dell’indotto). Certamente quelli che sicuramente rischiano sono i lavoratori visto che l’azienda dispone ancora di < .. corposa “riserva da fusione” (del veicolo che ha acquistato Italo all’interno della società stessa). Riserva che, nonostante il prelievo straordinario del 2019, ammonta ancora a oltre 1 miliardo e mezzo.[1]>

Nell’intervista l’AD di Ntv ci informa che prevede che il bilancio del 2020 si chiuda con un “rosso” di 500 milioni. I mezzi di informazione (v. nota 1) ci fanno sapere che i “ricavi da servizi di trasporto” (ci sembra corretto pensare che si parli del ricavato dei biglietti) sono ammontati nel 2019 a 680,6 milioni. Se supponiamo che il ricavato dalla vendita dei biglietti si sia realizzato con un tasso di occupazione dei posti del 100%, l’imposizione di riempire i convogli solo al 50% porterebbe ad una riduzione dei ricavi di circa 350 milioni, le mie scarse competenze in tema di bilanci mi impediscono scoprire come si produrrebbero gli altri 150 milioni di rosso. Siccome è quasi impossibile che tutti i convogli viaggino con un tasso di occupazione dei posti del 100% la riduzione degli introiti è da mettersi in relazione al tasso medio di occupazione dei posti che non si conosce, ma sarebbe sicuramente minore di 350 milioni. Resta sempre da verificare quanta parte delle spese per circa 5.000 occupati tra lavoratori dipendenti e lavoratori dell’indotto sono coperti in qualche modo dalla cassa integrazione. È più probabile che i ricavi siano bassi perché mancano i clienti per riempire i convogli anche al 50% della capienza; cosa che spiegherebbe pure la riduzione dei collegamenti, da 112 a 87 e infine a 60, comunicata dall’AD di Ntv.

Per la verità la cosa più interessante che veniamo a sapere (confesso che in questa babele di decreti la cosa mi era sfuggita) è che il Governo ha stanziato a favore delle imprese di trasporto a mercato[2] 1.2 miliardi da distribuire in 15 anni, cioè 80 milioni all’anno per 15 anni, ovvero poco meno di 220.000 euro al giorno che saranno ripartite fra Trenitalia e Ntv con un qualche criterio non ancora conosciuto, ma probabilmente legato al traffico svolto. La concessione di sussidi ai servizi a mercato pare una contraddizione in termini, ma da noi si è in grado di trovare una giustificazione/spiegazione a tutto.

Sulle tratte su cui la domanda è tale da permettere che le imprese, in concorrenza fra di loro, possono coprire i costi e anche realizzare degli utili non dovrebbero essere concessi sussidi. Perché non dare questi contributi ad Trenitalia e Ntv come corrispettivo di servizi svolti “in aree a scarsa domanda di mobilità” facendo si che anche treni tipo Frecciarossa o equivalenti siano a servizio di aree in cui i due gestori di treni a mercato ritengono di non avere interesse economico? L’Associazione “Città Futura” da molto tempo ha proposto il ripristino di una relazione veloce[3] Torino/Asti/Alessandria/Piacenza per Roma. Il Ministero dei trasporti potrebbe valutare di concedere contributi Trenitalia e Ntv solo per effettuare treni oltre che su questa relazione anche su altre che interessano aree che in conseguenza dell’entrata in funzione delle linee AV hanno subito un peggioramento dell’offerta di servizio ferroviario. Dopotutto non si tratterebbe che di ammettere l’importanza del principio di “servizio universale” .

  1. https://it.businessinsider.com/bilancio-2019-ntv-nuovo-trasporto-viaggiatori-fondo-gip-covid-19/
  2. Per spiegare cosa si intende per treni a mercato o con sovvenzioni riportiamo la definizione che si può trovare sul sito di Trenitalia: < Servizi a Mercato, svolti in piena autonomia commerciale, il cui rischio d’impresa è totalmente a carico di Trenitalia: in questo ambito sono compresi i servizi cosiddetti Frecciarossa, Frecciargento e Frecciabianca;Servizio Universale, regolato dal Contratto relativo ai servizi di trasporto ferroviario passeggeri di interesse nazionale sottoposti a regime di obbligo di servizio pubblico, per il quale Trenitalia riceve un corrispettivo dallo Stato al fine di garantire il trasporto sul territorio nazionale, prevalentemente in aree a scarsa domanda di mobilità. In questo Servizio sono compresi i cosiddetti treni Intercity Giorno ed Intercity Notte.>
  3. https://www.cittafutura.al.it/sito/collegamenti-ferroviari-veloci-alessandria-roma/

    https://www.cittafutura.al.it/sito/rilancio-del-trasporto-ferroviario-merci-passeggeri/

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