Il processo di trasformazione in atto che ci ostiniamo a chiamare declino

L’economista francese Jacques Attali sostiene che sono stati i mercanti, nel corso dei secoli, la componente socio economica che forzando la mano agli stessi assetti e confini statuali del tempo, si sono spinti oltre il mondo conosciuto favorendo gli scambi economici e culturali tra i diversi popoli.

Papa Benedetto XVI nella sua prima Enciclica sostiene che l’uomo è dotato di una curiosità intrinseca che lo spinge ad ”andare oltre i confini del conosciuto”. E’ quindi il sapere umano la forza che spinge continuamente al cambiamento ed alimenta le trasformazioni tecnico –scientifiche, economiche e sociali.

Alessandria, come del resto l’Italia vive una delle più complesse rivoluzioni determinate dalle nuove scoperte scientifiche. Dal diffondersi – in ogni branca dell’attività umana – dell’innovazione tecnologica e dell’automazione che prevede il passaggio di molte funzioni operative “dall’uomo alle macchine” tramite l’utilizzo della robotica e dell’intelligenza artificiale.

Non c’è solo la guida dei veicoli senza pilota, ma la stessa gestione di delicati processi operativi nell’ambito del sistema creditizio, prima eseguiti dal personale bancario e oggi assegnati a “Bancomat”intelligenti.

Identico processo è in atto, anche se in misura più lenta, negli Enti locali, non solo nelle gestione dell’anagrafe, dell’elettorale e del comparto tributario, ma anche in quello urbanistico e dei lavori pubblici. L’innovazione tecnologica, da tempo ormai, ha riguardato anche il settore sanitario, sia per quanto attiene le diagnosi delle malattie che gli interventi chirurgici veri e propri, mediante l’utilizzo di avanzati strumenti robotici.

Nonostante tutto questo, bisogna dire che  il settore pubblico rimane,  in qualche modo, protetto dalla territorialità degli insediamenti e dei relativi pazienti, per cui la concorrenza non è così aggressiva come nel settore privato.

Il settore privato, tolte le attività artigianali e di   manutenzione che pure si sono dotate di tecnologia molto avanzate, è molto più esposto alla concorrenza, Questa oggettiva situazione obbliga le imprese ad adeguare continuamente i propri mezzi di produzione per fornire al mercato prodotti competitivi di alta qualità.

E’ questo processo in atto che determinala la così detta disoccupazione tecnologica. Vale a dire l’espulsione dai processi produttivi del personale meno qualificato Ciò comporta anche la necessità di attuare una marcata riqualificazione del personale verso livelli di più alto profilo professionale, ricorrendo a corsi di riqualificazione. In questo delicato passaggio, un compito particolare spetta alla scuola pubblica, di ogni ordine e grado, chiamata a fornire alle nuove generazioni le necessarie conoscenze sia culturali che tecnico – formative.

Nel caso alessandrino, siamo in presenza di un declino irreversibile? O si tratta di una fase caratterizzata da profonde trasformazioni dovute al passaggio storico dalla “Rivoluzione Industriale alla Rivoluzione Informatica” , che si muove nel segno della globalizzazione?

Sappiamo che la società e con essa l’economia che regola e disciplina produzione e consumi, sono in continua trasformazione.

La trasformazione sul piano economico è determinata dalla continua innovazione dei processi produttivi, dall’innovazione dei prodotti, dalla nascita e cessazione delle aziende e dalla stessa vita esistenziale dell’imprenditore.

“La storia economica – afferma lo storico Carlo M. Cipolla – è storia dei fatti e delle vicende economiche a livello individuale, aziendale e collettivo”.

“La globalizzazione – dice Andrea Manzella – ha cambiato la struttura sociale conformata negli ultimi due secoli sui modi di produzione. Creato la figura del lavoratore isolato di massa; riducendo o azzerando la valenza politica dei corpi intermedi, cancellando o vulnerando i legami di solidarietà  sociale. Ha poi consentito forme di dominanza incontrollata del capitale finanziario e delle sue fluttuazioni acefale, con asservimento della politica a regolazioni da essa non create. Infine ha precarizzato le appartenenze politiche connesse a “concezioni del mondo”. Svuotandole della logica passione che le animava e le rendeva credibili. In altri termini ha segnato la trasformazione degli stessi partiti”.

Nel vivo di questo profondo cambiamento, è ipotizzabile una rinascita economica della nostra città?

Alessandria sino alla fine degli anni ’80 vantava un’economia molto attiva..In Piemonte era seconda solo a Torino. Un’agricoltura fiorente, un’industria diversificata, Sviluppata la rete commerciale, Un terziario avanzato di tutto rispetto. Elevata la propensione al risparmio. Un’espansione edilizia equilibrata.

I primi segnali di recessione sono legati ai processi di ristrutturazione di gruppo e aziendali, determinati dalla rivoluzione tecnologica che insieme alla libera circolazione delle merci e dei capitali porterà alla caduta di ogni barriere doganale, alla globalizzazione del mercato, alla finanziarizzazione dell’economia e all’affermarsi delle multinazionali.

Il settore del commercio e della distribuzione resta il comparto maggiormente investito dalle trasformazioni. Il così detto terziario che comprende anche molti profili professionali, per decenni, insieme all’industria, ha assorbito l’eccedenza di mano d’opera espulsa dall’agricoltura, nonché l’assorbimento di gran parte della mano d’opera femminile la quale, favorita dalla maggiore scolarizzazione e dalla spinta del mondo femminile a conquistare margini  di autonomia economica nell’ambito della famiglia e della società.

Alessandria era una città commerciale con centinaia e centinaia di botteghe e negozi. Nei due decenni che hanno completato il  secolo scorso, il diffondersi dei supermercati ha praticamente cancellato questa realtà distributiva sostituita dai grandi Supermercati. All’inizio di questo secolo il diffondersi degli acquisti on-line (circa il 15% degli acquisti) sta mettendo in difficoltà la stessa organizzazione delle grandi catene distributive, In molti sobborghi sono scomparsi anche i negozi primari sostituiti da forme di ambulantato che settimanalmente raggiungono i vari sobborghi per vendere agli abitanti, sprovvisti di mezzi di trasporto per raggiungere la città, derrate alimentari come carne, pesce e frutta.

Nel frattempo, le abitudini alimentari della gente sono cambiate, la prima colazione ed anche la pausa pranzo, per ragioni anche logistiche, in molti casi, viene  consumata fuori casa,  per cui si regista una espansione dei Bar e delle  pizzerie.

Nuove attività di servizio alla cura delle persone sono nel frattempo sorte. Ciò nonostante, nel complesso, i livelli occupazionali si sono contratti.

La popolazione del Comune  continua ad invecchiare ed è in continuo diminuzione: circa 93.500 abitanti di questi il 13% sono  immigrati. Il calo della popolazione è concausa a sua volta della contrazione del settore edilizio e degli occupati nel loro complesso.

Nella realtà alessandrina si registrano essenzialmente tre punti di estrema criticità: 1) Il problema  del lavoro e dell’occupazione; 2) la carenza di parcheggi; 3) l’inquinamento atmosferico. Alessandria è una città che da decenni riscalda le proprie abitazioni utilizzando il gas metano, per cui l’inquinamento è dato essenzialmente dal trasporto privato. I veicoli privati presenti nel nostro comune sono superiori alla media nazionale ed europea. Il diffondersi delle auto elettriche ed ibride, dovrebbe nel corso di un decennio risolvere il problema dell’inquinamento nei nostri centri storici.

Più in generale, il nostro paese registra carenze a livello di infrastrutture: edifici scolastici non a norma, strade dissestate, ferrovie inesistenti , impianti di depurazione mancanti, controllo ed imbrigliamento delle acque piovane per evitare il periodico ripetersi delle alluvioni ed assicurare una  gestione del territorio protetto dal rischio di frane e smottamenti.

Su quest’ultimo punto è opportuno che lo Stato predisponga un “Piano pluriennale” di intervento territoriale in accordo con le varie Regioni. I periodici disastri che si registrano sulla viabilità:frane e crollo dei viadotti, impongono anche un più rigoroso sistema di controlli preventivi  con scadenze programmate.

Il settore pubblico, in particolare gli Enti Locali, oggetto negli ultimi decenni di continui ridimensionamenti e tagli di risorse, nonché di riforme annunciate ma mai completate, hanno finito col compromettere il proprio ruolo di entità di governo locale. In molte realtà mancano competenze e profili professionali adeguati in grado di gestire il territorio. A queste carenze è opportuno porvi rimedio predisponendo piani di riordino delle stesse piante organiche dei comuni.

Nella fase attuale, il cambiamento è dominato da una forte carica di concorrenzialità e competizione, ragione per cui, se alcune aree geografiche si sottraggono a questa sfida, rischiano di sconfinare in un lento declino. Noi dobbiamo evitare ad Alessandria questo infausto destino, chiamando a raccolta le forze migliori della nostra società, da quelle culturali a quelle imprenditoriali, stimolando le varie forze politiche a scegliere classi dirigenti adeguate ed amministratori competenti.

Alfio Brina

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