Riforma della Costituzione per ora ferma. All’opera i “Comitati per il No”.

E’ un coro di no quello che fa da contorno alla c.d. Riforma Istituzionale prossima ventura, che andrebbe a cambiare alcuni articoli importanti della nostra carta costituzionale, dando più poteri all’Esecutivo e, in particolare, aumentando le possibilità di movimento per Presidente del Consiglio e Presidente della Repubblica. La ministra Casellati invita a non trarre conclusioni affrettate perchè si tratta si un work-in-progress che avrà il suo viatico finale solo ad elezioni europee terminate, quindi dopo la “conta” dei pesi effettivi dei vari gruppi politici. Sicuramente c’è bisogno di un rimodellamento del sistema che, però, ha subito nel recente passato un grave scrollone con il dimezzamento  dei parlamentari e, soprattutto, con la sostanziale “terzietà”  delle forze politiche nel loro insieme a vantaggio di un leaderismo tutto da verificare.

Anche nell’area centrale, quella renziana e di Azione (e pure fra qualche esponente PD) si hanno segnali di interesse per quel che sta succedendo anche se tutti stanno ben “coperti” rispetto ad esternazioni dirimenti.

Bello l’intervento che ci è arrivato dall’amico Pino di Michele e che qui riportiamo integralmente, rinnovando qualche domanda al nostro interlocutore.

D. Siamo ad una svolta rispetto alle proposte di modifica di alcuni articoli della Costituzione o si risolverà tutto in un fuoco di paglia?

R. Il Disegno di Legge Costituzionale emanato dal Ministro per le Riforme Istituzionali del Governo Meloni, composto di  5 articoli che sembrano spianare la strada alla attuale “manovratrice”, per come è stato scritto e per le modifiche che propone non può essere accettato e va contrastato dall’ opposizione e da tutte le forze democratiche.

R. Qual è il tuo pensiero, quali sono le tue valutazioni rispetto al testo proposto?

D. La Presidente del Consiglio, evidentemente, è sempre meno convinta di aumentare consensi grazie al mancato raggiungimento di obiettivi dati per semplici e sicuri durante la scorsa campagna elettorale, pertanto, invece di occuparsi dei problemi reali della gente, propone una riforma inutile e dannosa per il Paese. L’associazione Alleanza dei Democratici (quindi non solo una mia opinione) continua ad  esprimere tutta la sua contrarietà ad una riforma pasticciata, i cui ingredienti probabilmente non passerebbero al vaglio della Corte Costituzionale. Infatti, insieme con la ammiccante eliminazione dei 5 Senatori a vita, che nessuna opposizione in Parlamento sente come una stretta necessità, con gli altri articoli ( dal premio di maggioranza alla elezione diretta del premier, alle norme per il doppio  voto di fiducia iniziale al Governo e alla possibilità di continuare il programma legislativo precedente, ma con un premier non sfiduciato, appartenente alla stessa maggioranza, per finire allo scioglimento congiunto delle due Camere) va a intaccare, e non marginalmente, i poteri che la stessa Costituzione in più punti affida proprio al  Parlamento.

R. Quindi “pollice verso”; ma è una condanna senza appello o ci sono margini su cui fare riflessioni?

D. Purtroppo, in questo Disegno di Legge si finge di ignorare che la nostra Costituzione si regge su equilibri istituzionali che fino ad oggi ci hanno permesso di equipararla  alle migliori nel mondo e per la quale i costituzionalisti più avveduti, in caso di modifiche al fine di superare l’impasse del cosiddetto “bicameralismo perfetto” (ovvero le stesse funzioni affidate alle due Camere) suggerirebbero, semmai, di avvalerci di alcuni meccanismi dell’impianto tedesco o di quello francese a doppio turno e con la sfiducia costruttiva a maggioranza assoluta.

R. Si parla di “Comitati per il NO” e di una loro organizzazione a rete già abbastanza avviata. Solo voci o c’è del vero?

D. Siamo certi che la nostra opposizione a questo Disegno di Legge Costituzionale non rimarrà isolata e pertanto riteniamo che tutto il mondo politico democratico  debba contrastare con tutti i mezzi, financo con i Comitati spontanei del NO, il percorso di questo progetto che serve solo ad aumentare il potere di chi oggi ci governa e che, con lo specchietto delle allodole che restituisce il voto per il premier direttamente ai cittadini, intende cominciare ad erodere uno strumento di democrazia come la nostra Costituzione, nata dalla Resistenza  e formulata dai nostri padri ” Costituenti”.

Fin qui le parole di Pino Di Michele che osserva, con tutto il mondo politico, quel che si sta sviluppando e che è assolutamente preoccupato riguardo a prossimi “salti nel buio” già sperimentati con un federalismo male applicato di cui paghiamo le conseguenze in più ambiti e con l’azzeramento degli Enti provincia che grida ancora vendetta.

I protagonisti di quelle operazioni al limite della correttezza giuridica e costituzionale non hanno più avuto spazio nell’agone politica ma non era, sicuramente, quello l’obiettivo. In tutti e due i casi la stragrande parte del mondo politico era convinta di muoversi nei giusti ambiti per un miglioramento globale delle condizioni di vita di italiane e italiani ma, semplicemente, qualcosa è andato storto. Ecco…prima di fare altri errori grossolani (e non rimediabili) vediamo di non fare di questa serie di modifiche solo  un campo di battaglia elettorale ma, soprattutto, un modo per adeguare i dettami di legge ad una realtà in continuo mutamento. Vedremo gli sviluppi prossimi.

 

 

 

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