Roberto Nani, tra Cuba e Mozambico

Non ci si distacca mai senza dolore.

Blaise Pascal, Breviario, Lettera a Charlotte de Roannez, 24 settembre 1656, Bompiani, Milano 2002, p. 257

 

Il 18 maggio 1944 nel quartiere Orti la signora Amelia Nani dava alla luce il figlio Roberto. Cresciuto nel quartiere, e dopo essersi laureato in lingue e letteratura straniera, Roberto Nani ha insegnato nelle scuole medie cittadine e nei corsi delle 150 ore per lavoratori.[1] Sul finire degli anni ’90, seguito a di vicende familiari e con l’intento di “dare una svolta alla propria vita”, trascorse qualche estate nell’isola di Cuba soggiornando nella piccola cittadina di Santa Clara, dove riposa il rivoluzionario e medico argentino Ernesto Che Guevara (1928-1967).

Siccome la sua curiosità e il suo interesse per i paesi poveri non gli consentivano di fare semplicemente il turista, visitando alcune scuole cittadine si accorse che i bambini delle scuole elementari avevano scarsità di materiale didattico. Al suo ritorno ad Alessandria si attivò per raccogliere presso le scuole cittadine quaderni, matite e libri che l’estate successiva avrebbe portato a Santa Clara. Poi, al suo ritorno nell’isola, avendo notato che l’ospedale infantile necessitava di pesanti lavori di ristrutturazione, tornato ad Alessandria si fece carico, in collaborazione con il Consorzio di Enti Locali ICS[2], di raccogliere fondi per la ristrutturazione di quell’ospedale.

L’anno successivo, mentre sovraintendeva all’esecuzione dei lavori di ristrutturazione dell’ospedale infantile, ebbe modo di conoscere una giovane mozambicana, Carlota Bisa Novele, che si stava laureando in giurisprudenza. Dal momento che Carlota era di madre lingua portoghese e Roberto, oltre alla lingua inglese conosceva bene anche quella spagnola, si offrì di fare da supervisore per la sua tesi di laurea. Durante le loro frequentazioni, avendo riscontrato l’interesse di Roberto per i problemi dei paesi poveri (il motivo che lo aveva indotto a recarsi nell’isola di Cuba), al fine di fargli conoscere la povertà estrema in cui versava gran parte della popolazione mozambicana[3], la giovane lo invitò a visitare il suo paese.

Ritornato ad Alessandria e superato un primo momento di incertezza dovuto sia all’età, sia al fatto di dover badare all’anziana mamma Amelia e alla zia Velia, che convivevano con lui nella stessa casa del quartiere Orti, Roberto Nani decise di accogliere l’invito di Carlota di recarsi in Mozambico, dove sarebbe stato ospitato nella casa dei genitori della ragazza nella cittadina di Lichinga, situata nella provincia di Niassa (dall’omonimo Lago Niassa) nel nord del Mozambico, a 500 km dalla capitale Maputo. Da allora, era l’estate del 2002, e nei sei anni successivi, Roberto trascorse tutti i momenti liberi che riuscì a ritagliarsi dai suoi impegni scolastici, tra Lichinga e Mitava, un piccolo villaggio di capanne alla periferia di Lichinga.

Il villaggio di Mitava

Avendo notato che la scuola elementare di Mitava era ospitata in uno stabile fatiscente lasciato dalla dominazione portoghese e che i ragazzi seguivano le lezioni seduti per terra, nella convinzione che l’istruzione è alla base dell’uscita dalla povertà e dell’inizio dello sviluppo economico, nell’estate successiva Roberto Nani si attivò per l’acquisto dei banchi per la scuola elementare di Mitava. Quando il camion che trasportava i banchi giunse al villaggio, tutti i ragazzi uscirono dall’aula e lo accolsero entusiasti al grido di “As carteiras! As carteiras! (i banchi!)”.[4]

La prima classe elementare. Bambine e bambini seduti per terra

Al suo ritorno ad Alessandria si fece parte attiva per procurarsi i mezzi necessari alla ristrutturazione della scuola elementare. Grazie anche all’aiuto finanziario proveniente dalle due edizioni del 2004 e del 2005 della corsa non competitiva «StrAlessandria», organizzate dal Consorzio di Enti Locali ICS, tornato a Mitava, ha diretto i lavori di ristrutturazione sia dello stabile della scuola elementare, che delle annesse latrine (situate all’aperto e nascoste alla vista da un riparo di canne). L’inaugurazione della nuova scuola elementare di Mitava, alla presenza di numerose autorità locali e mozambicane, avverrà il 4 ottobre 2005.

La nuova scuola elementare di Mitava

Il successo che ha accompagnato questa iniziativa ha convinto le autorità locali ad affrontare un’altra sfida: quella di ristrutturare un secondo edificio fatiscente da adibire a scuola media. Ciò, allo scopo di consentire ai bambini di Mitava e a quelli di altri villaggi vicini di frequentare anche gli studi secondari. Anche in questo caso, grazie alle capacità organizzative di Roberto Nani, la nuova scuola media di Mitava verrà inaugurata il 7 settembre 2007.

La nuova scuola media di Mitava

Nel frattempo, nell’estate del 2006, con il contributo concesso dall’Amministrazione comunale di Alessandria, Roberto Nani ha provveduto all’acquisto dei libri per la Biblioteca di Lichinga e nell’autunno di quello stesso anno ha accompagnato una comitiva di quattro studenti alessandrini in un viaggio premio a Mitava, offerto loro dall’Amministrazione Provinciale di Alessandria.

Durante i molti tragitti tra Lichinga e Mitava, Roberto fu attratto da “quella «strana costruzione» sulla sommità di una collina” che è all’origine della prima edizione del suo libro. Mosso dalla sua “infantile curiosità” e imboccata la strada di terra battuta che conduceva alla sommità della collina, giunto lassù scoprì che si trattava di un orfanotrofio gestito da alcune suore mozambicane che ospitava una trentina di bambine. Dopo essersi presentato a suor Francelina, la madre superiora, chiese “di che cosa avessero veramente bisogno”. Con un certo stupore, si sentì rispondere che le bambine avrebbero desiderato tanto una macina che avrebbe alleviato il loro compito di macinare a mano in un mortaio il mais necessario per la polenta quotidiana.

Roberto comprese subito che la realizzazione di quel “sogno delle bambine” avrebbe richiesto un notevole sforzo finanziario, poiché, oltre alla costruzione del mulino e l’acquisto della macina, occorreva portare l’elettricità da Lichinga fin lassù.

Al suo ritorno, Nani chiese all’Amministrazione provinciale di Alessandria se fosse stata disposta a finanziare la pubblicazione dei suoi racconti mozambicani, in quanto i proventi derivanti dalla vendita del libro avrebbero potuto realizzare “il sogno delle bambine”. Il mulino dell’orfanotrofio delle suore di suor Francelina, realizzato nell’estate del 2008 grazie alla pubblicazione della prima edizione del libro Dona Ana. Mozambico, Africa, è stato l’ultimo intervento di Roberto Nani in Mozambico.[5]

La macina nel mulino delle bambine

 

Grazie Roberto e grazie Dona Ana!

 Anche Roberto Nani aveva un sogno: vivere abbracciati a prescindere dal colore della pelle. Il sogno di Roberto si è interrotto il 1° dicembre 2013.

 

[1]  è notizia di questi giorni l’avvio della procedura atta ad intitolare a Roberto Nani la Scuola del CPIA2 DI ALESSANDRIA, sede di Novi Ligure. Istituiti con DDG USR Piemonte n. 5343 del 30 giugno 2014 con effetto dal 1° settembre 2014, I CPIA (Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti), che sostituiscono i vecchi corsi delle 150 ore, sono strutture del Ministero dell’Istruzione che realizzano un’offerta formativa per adulti e giovani adulti strutturata a livello territoriale.

[2] Sorto nel 1990, il Consorzio di Enti Locali ICS è stato sciolto nel 2011 e dal 2012, è subentrata al suo posto l’attuale Associazione ONLUS Istituto Cooperazione Sviluppo Ets.

[3] Con una popolazione di poco più di 25 milioni di abitanti e un reddito pro capite di 786 $ USA (poco più di 2 $ al giorno, pari a 1,80 euro), il Mozambico occupa la dodicesima posizione nella graduatoria dei venti paesi più poveri al mondo.

[4] Traggo queste informazioni e quelle che seguiranno dal libro che raccoglie i racconti di Roberto Nani sulla sua esperienza mozambicana, R. Nani, Dona Ana. Mozambico, Africa, iGrafismi Boccassi, Alessandria, 2007.

[5] Il racconto della realizzazione del mulino delle bambine, che porta il titolo “La banalità del bisogno” è stato inserito nella seconda edizione del libro pubblicato, sotto l’egida dell’ICS di Alessandria, ad un anno della scomparsa di Roberto Nani.

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