“Scalo Merci: Borioli risponde a De Dominicis e ricostruisce la vicenda”.

Con il consenso dell’autore pubblichiamo la risposta di Daniele Borioli a Rodolfo De Dominicis

Caro Rodolfo,

in un articolo di Enrico Sozzetti, di recente pubblicato e in buona parte a me dedicato (bontà sua), affermi tra virgolette a proposito del terminal di Rivalta Scrivia e dello Scalo di Alessandria “non c’è competizione, sono due strutture che avranno a regime funzioni differenti, una più intermodale / logistica e l’altra più intermodale / ferroviaria”. Sottoscrivo senza riserve, dalla prima all’ultima parola: è ciò che io penso da sempre, sin dalla seconda infanzia, ed è l’obiettivo per cui ho sempre lavorato, sino a quando mi competeva farlo. Racconterò in altra sede la mia versione di questa ormai lunga storia, che in troppi oggi raccontano a modo loro, e torno a bomba sulla tua considerazione.

Perfetta, se non fosse che la indirizzi alla persona sbagliata, probabilmente perché non esattamente informato di ciò che è emerso al convegno sulla Scalo merci di Alessandria, tenutosi verso la fine del mese scorso.

A cantare il “de profundis” dello smistamento alessandrino non sono stato io, che caso mai ho chiesto di capire se ci siano e quali siano i progetti di rilancio che lo riguardano, e neppure per la verità gli altri “politici” presenti, che tutti seppur con sfumature diverse hanno formulato l’auspicio di un suo recupero per la funzione logistica. Sono stati gli altri interlocutori a ordinare il marmo e a disporre le parole di commiato da scrivere sulla lapide. In primis, il rappresentante della massima associazione imprenditoriale, che ha semplicemente ribadito la posizione tenuta ormai da anni da quelle parti: “c’è Rivalta Scrivia, basta e avanza”.

Una posizione che conosco bene e con la quale ho fatto più volte i conti quando ancora stavo in Parlamento e, contestualmente, mi occupavo di Slala. Una vera e propria, aperta ostilità a ogni disegno di sviluppo che potesse coinvolgere anche gli Scali di Alessandria e Novi, che senza infingimenti è stata espressa non solo a me ma anche, direttamente, all’allora Commissario per il Terzo Valico, nel corso di una riunione svoltasi nella sede dell’Unione Industriale.

Rebus sic stantibus, vorrei ti fosse chiaro che il concreto realizzarsi del tuo auspicio non può passare se non dalla rimozione, da parte della politica, delle resistenze frapposte da interessi privati, tanto legittimi quanto diversamente orientati: per i quali lo sviluppo di Alessandria e Novi è visto come elemento ostile a quello degli impianti di Rivalta Scrivia.

A tale proposito, se mi consenti una piccola notazione, il fatto che nella compagine di Slala abbiano di recente fatto ingresso, unici tra i privati, soggetti imprenditoriali ricompresi nel gruppo che controlla le attività dell’area tortonese, induce a qualche perplessità circa le reali prospettive per lo sviluppo del polo alessandrino. 

Sui 2 milioni di euro stanziati in legge di bilancio e messi a disposizione del Commissario Bucci ho detto bene, anche pubblicamente. Non compensano i 10 milioni a suo tempo stanziati dalla Giunta Bresso (di cui facevo parte) per la realizzazione della strada di collegamento tra Scalo e tangenziale/autostrada (senza la quale lo smistamento ferroviario è clinicamente morto), poi inopinatamente cancellati dalla Giuta Cota. Non compensano, ripeto, ma sono importanti. Solo che forse comincia a essere ora di sapere come verranno spesi.

Infine, le aree buffer. So cosa sono, ma ti ringrazio comunque per avermelo ricordato. La domanda che non solo io ma anche altri tra gli intervenuti hanno formulato è la seguente: ma è proprio necessario cospargere il territorio con 4/5 o forse più di queste infrastrutture, che in alcuni casi andranno a occupare e compromettere porzioni di suolo ancora libero? Non è ragionevole concentrarle, oltre che a Rivalta Scrivia, in punti già toccati da precedenti processi di infrastrutturazione, e tra questi propro nello Scalo di Alessandria, dove come a Rivalta sarebbe molto più semplice l’integrazione gomma-ferro, fondamentale per quel riequilibrio modale che rappresenta un obiettivo primario non meno rilavante dello sviluppo di attività logistiche a valore aggiunto. Anche su questo nessuna risposta e non mi pare di essere stato il solo a notarlo. Un cordiale saluto

Daniele Borioli

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