Tempesta sull’Ucraina

Molti sono rimasti stupiti dal comportamento di Putin in questi ultimi giorni, ma in realtà quello che è accaduto si poteva supporre facilmente dagli avvenimenti degli ultimi anni.

Tutto parte dal 1989, l’anno in cui crolla il muro di Berlino e il Comunismo e sembra che l’Occidente guidato dagli USA abbia il sopravvento per sempre.
Il grande errore commesso da George Bush Sr e proseguito sino agli anni di presidenza di George Bush Jr è quello di avere umiliato la Russia, corpo centrale della defunta Unione Sovietica e di averla portata a uno stato di prostrazione difficilmente comprensibile in Occidente: crollo dell’occupazione in ambito lavorativo, crollo dell’egemonia sulla parte orientale dell’Europa, crollo soprattutto delle forze armate, ridotte in pochi anni in una condizione disperata, con ufficiali e soldati privati della dignità e della morale, che prima li contraddistingueva.
Da grande potenza a media potenza in pochi anni e, soprattutto gli Americani, non hanno fatto nulla per allungare una mano verso i cosiddetti vinti, anzi, hanno cercato di affogarli.
Putin ha vissuto tutto questo, è stato un fedele servitore dello Stato sovietico per anni, in un settore molto delicato, e, a cinquant’anni circa, si è trovato ad assurgere alla carica di Presidente della Russia, dopo il periodo di Eltsin.
Ma Putin, lo ha ben dimostrato, non è Eltsin, è fatto di tutta un’altra pasta: forza, determinazione, capacità di cogliere i punti deboli dell’avversario, ne fanno un personaggio politico discutibile, ma sicuramente da rispettare.
Gli Occidentali, con la loro tradizionale supponenza, tipica dei vecchi imperi inglese e francese e di quello attuale (americano), non hanno tenuto conto di questi fattori e lo hanno pesantemente sottovalutato.
A me, amante del cinema, ha ricordato per molti versi Ivan il Terribile di Eisenstein, specialmente nella sua lotta accanita contro i Tatari, per difendere la nascente nazione russa, e la lotta senza quartiere contro i Boiardi, per accentrare nella propria persona il potere assoluto, anche adiuvato dalle gerarchie religiose ortodosse.
Ecco nascere Putin il Temibile, l’uomo che è in grado di ricostruire, ai propri occhi, un impero analogo e successore di quello zarista, come se il settantennio dell’URSS fosse non cancellato, ma in un certo senso messo in parentesi e la congiunzione temporale lo portasse ad un impero zarista precedente a Nicola II.
Non si può dire che Putin non abbia pubblicamente dichiarato le sue intenzioni, non è mai stato enigmatico, ha detto chiaramente cosa voleva per sé e per la rinata Russia: recuperare i territori perduti dopo il disastro del 1989, ricompattare attorno ad una bandiera nazionale russa e, forse, panslava i popoli che costituivano la defunta URSS.
Anche in questi giorni di venti di guerra, che si sono trasformati in giorni di guerra, le sue direttive sono chiare, precise, ancorché evidentemente inaccettabili per le cosiddette potenze Occidentali.
Ma, l’abbiamo visto recentemente, l’America è ancora scioccata dall’imprudente ritiro dall’Afghanistan, che ne ha messo in evidenza le debolezze intrinseche.
E l’Europa? L’Europa è quello che è, cioè un coacervo di paesi, che alla fine badano soltanto al loro “particulare” e non sono capaci di avere una voce unica, poiché l’Europa, così come è oggi, non esiste.
Allora, che fare?
Il Presidente Biden potrebbe recarsi di persona in Afghanistan e chiedere ai talebani di mediare una trattativa con Mosca…
Quanto all’Italia, Luigi Di Maio potrebbe recarsi allo stadio del Napoli, che conosce molto bene, per chiedere alla folla degli spettatori dei volontari per il Donbass…
Ma c’è di peggio: Putin non è da solo, la disastrosa politica estera americana potrebbe essere come una cometa per Xi Jinping, il quale potrebbe avere la forte tentazione di applicare il sistema Putin alle sue volontà annessionistiche su Taiwan, che a questo punto potrebbe essere una preda abbastanza facile…
Per usare un facile gioco di parole in inglese (a word game), si potrebbe dire che oggi Vladimir e domani Xi Jinping sarebbero pienamente put-in nel mondo attuale, mentre gli Occidentali, sia Americani che Europei, sarebbero collocati put-out nella Storia.
Giorgio Penzo

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