Un anniversario importante

Cento anni fa moriva Giacomo Matteotti.

Deputato socialista per il Polesine, da oltre un anno e mezzo si opponeva con tenacia all’instaurazione della dittatura fascista.

Per quanto ben conosciuto nella sua regione di origine, la sua fama divenne generale, non solo in Italia, ma anche in Europa, poiché dopo le elezioni-farsa dell’aprile 1924, egli ebbe la forza di denunciare i brogli e le violenze delle squadracce fasciste durante le elezioni.

Punto per punto ricordò la serie di comportamenti illegittimi da parte dei fascisti che avevano, secondo lui e molti altri, reso non valide le elezioni.

Il discorso da lui pronunciato alla Camera, presente Benito Mussolini, fu un colpo rovente e micidiale contro la nascente dittatura.

Espose fatti e vicende, pronunciò un discorso memorabile e con ciò forse la sua condanna a morte.

Ci sono alcune ipotesi, e cioè che Mussolini stesso abbia pronunciato la sua condanna o che alcuni seguaci zelanti lo abbiano preso a bersaglio o, altra ipotesi, che alcuni abbiano compiuto l’omicidio per ingraziarsi il futuro Duce.

In ogni caso, c’è la mano del partito fascista dietro questa esecuzione, chiunque sia stato il mandante.

Fatto sta che questa esecuzione violenta è stata un incredibile boomerang per il potere nascente e che solo dopo molti mesi Mussolini, quasi stordito dagli eventi, riuscì a ricompattare le fila, assumersi in toto le responsabilità politiche, forse anche del delitto, e ricominciare la costruzione dello stato fascista.

Per molti dei suoi conterranei, Matteotti è stato un alfiere, un eroe, anche un santo, ma è indubbio che la sua presa di posizione, precisa e tersa, contro chi voleva distruggere lo stato liberale per ergersi a creatore di una nuova forma di potere, è stato un monumento indiscutibile alla Libertà.

Ricordo che mio padre, conterraneo di Matteotti, mi parlava con emozione di questo personaggio, pur essendo passati tanti anni dal delitto e nelle sue parole sentivo un rispetto che normalmente non veniva dimostrato verso i politici, come se la figura di Matteotti fosse al di là di un incarico parlamentare e quasi simbolo di valori Universali.

Certo il Fascismo si è reso responsabile di tanti altri delitti, e voglio ricordare con commozione l’assassinio dei fratelli Rosselli, eseguito dalla Cagoule, ma commissionato da Roma: un altro episodio terribile, ma meno conosciuto.

Ritorniamo a Matteotti: il suo ricordo e la sua memoria vogliono rammentare un personaggio che si era reso perfettamente conto delle presenti e future nequizie del regime fascista, come fosse un profeta che sapeva a cosa si andava incontro.

A cento anni dalla sua morte, ricordiamolo con affetto ed amore, poiché già allora lui ci indicava la strada di una fratellanza universale, di una liberazione dalle catene per tutti.

Non saranno sicuramente i residui del regime politico che lui ha combattuto ad impedirci di rendere omaggio a questo Grande Italiano.

Viator

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