Viaggio a Mosca

In questi giorni si assiste ad un corri-corri del mondo intero verso Mosca.

Sembra che il Cremlino sia diventato una sorta di miele a cui tutte le api accorrono.

Apparentemente si tratta della tensione creata dal dissidio fra Russia ed Ucraina.

Ma perché?

Le ragioni sono politiche ma anche storiche ed è nella Storia che bisogna ricercarne le origini.

I legami tra Russia e Ucraina sono fortissimi e risalgono ai tempi in cui in realtà la nazione russa sorgeva per effetto dell’espansione dei Rus, i Vichinghi svedesi, i cosiddetti Variaghi, che dal Baltico scesero lungo i corsi dei fiumi dell’Est europeo.

Si potrebbe dire che la stessa nozione di Russia sia nata in realtà nell’odierna Ucraina e che il principato di Mosca fu in realtà un’estensione di tale civiltà.

Ma non è solo per questi dissidi inter-slavi che la stampa di tutto il mondo si occupa di Russia e Ucraina, anche se i venti di guerra sono forti.

È chiaro che la Russia è militarmente troppo superiore all’Ucraina, ma dietro quest’ultima si schierano le forze della NATO.

A parte questo dissidio apparentemente insanabile, Mosca è diventata da alcuni giorni il centro del mondo, poiché tutti mirano alle sue risorse energetiche e sembra che Putin utilizzi quest’arma per far sì che la concordia fra Stati Uniti ed Europa, e ancor più fra USA e le singole nazioni d’Europa, sia incrinata.

Qual è la posizione dell’Italia in tutto questo bailamme? Come sempre, da paese disorganizzato qual è, l’Italia non ha un chiaro piano di forniture energetiche.

Compra il petrolio di qua e di là, lo stesso vale per il gas, ma è evidente che la Russia è il principale fornitore, sicuramente di gas e forse di entrambi.

Quindi il compito del signor Draghi, invece di starsene seduto tranquillamente a palazzo Chigi o fare il maggiordomo delle consorterie bancarie d’Europa, è quello di effettuare un viaggio a Mosca e chiedere insistentemente un colloquio al signor Putin, l’unica misura opportuna e necessaria.

In questo caso, non è possibile continuare a farsi comandare a bacchetta da Washington o da Bruxelles.

L’unico interesse deve essere quello dell’Italia, punto e basta.

Bisogna assicurare a questo paese l’energia di cui necessita, sia per i privati che per l’industria e non c’è verso.

Permettetemi qui di citare con ammirazione il nome di Enrico Mattei, che, per quanto cinico intrallazzatore e corruttore, aveva comunque un target ben preciso, quello di fornire in qualunque modo, all’Italia del boom economico, l’energia di cui aveva bisogno.

In un certo senso, boom economico ed Enrico Mattei sono collegati, nel bene e nel male.

Ma comunque Mattei è stato un gigante in confronto a questi pseudopolitici di oggi, che affollano le conventicole romane, tutti chiacchere e niente fatti, tutti incapaci di cogliere in un colpo d’occhio le problematiche immense che ci fronteggiano.

Caro Draghi, vai a Mosca dignitosamente ed affronta il tuo interlocutore, tenendo bene a mente che la Russia non è un paese con cui si possa trattare dall’alto in basso, ma deve essere un rapporto da pari a pari, in cui l’Italia deve ricevere le risorse energetiche di cui ha bisogno e deve offrire il suo know how per portare a termine i grandi progetti, di cui questo sterminato paese ha bisogno.

Concludo in gloria, ricordando la creazione di Togliattigrad, che negli anni ’60-’70 fu un esempio magistrale della cooperazione di un paese socialista, affamato di tecnologia, con una (allora) grande casa automobilistica quale era la FIAT, capaci entrambi di realizzare un sogno del quale i protagonisti parlano ancora dopo mezzo secolo.

Giorgio Penzo

1 Commento

  1. Ma si franza o spagna purché se magna e poi un po’ di democratura forse può essere persino
    meno peggio del finto antagonismo tra fascisti ecomunisti

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