Vive le Président!

Un mio vecchio amico di Ginevra è venuto a visitarmi per una settimana e ha trovato rifugio nel bellissimo borgo di Montepulciano, emblema dell’Umanesimo toscano.
Ho avuto modo con lui di parlare di vari argomenti, Jacques è un giornalista attento e curioso, e sovente si trova a parlare, nei suoi articoli, della realtà italiana.
E’ un innamorato dell’Italia, ma un innamorato critico, che, da buon Svizzero, è in grado di osservarne le virtù e i vizi.
SI è fermato a Montepulciano durante la settimana delle elezioni presidenziali e abbiamo avuto quindi modo di scambiarci delle opinioni in merito.
Jacques ha messo subito da parte due protagonisti, precisamente Draghi, che, secondo lui, non si è messo praticamente in gioco, e Mattarella, che, secondo lui, ha accettato il secondo mandato “obtorto collo”, visto che gli altri candidati e le altre candidatesse si sono auto-eliminati uno ad uno.
Ma, gli altri, gli esponenti della bassa politica italiana, sono quelli che lo hanno impressionato per negatività.
Jacques ha fatto un confronto piuttosto greve con le manifestazioni che avvengono annualmente nei più antichi cantoni svizzeri, Uri, Schwyz, Unterwalden, dove si premiano le migliori razze bovine e si sentono i caratteristici clangori dei campanacci.
Ecco, al nostro amico Jacques le mosse dei partiti di Destra, Sinistra, Centro sembravano molto simili a queste manifestazioni folkloristiche.
Lui, da innamorato dell’Italia e parlando da un luogo dello Spirito come Montepulciano, sosteneva che purtroppo per ipocrisia o inganno tutti i partiti sottacevano le vecchie piaghe di questa Italietta: la solita, connaturata ipocrisia; il non voler parlare di problemi fondamentali quali l’enorme debito pubblico, il poker di mafie, l’enorme evasione fiscale e soprattutto la Roma ventripotente e vampiresca, che si arroga il diritto di decidere su tutto ed annacquare con il suo Ponentino le forze ad essa ostili, come la vecchia Lega di Bossi o il primigenio Movimento 5 Stelle di Grillo.
Ecco, secondo Jacques la contraddizione è sempre questa, tra il volgersi verso un meraviglioso passato e l’incapacità di indirizzarsi verso un futuro potenzialmente difficile, ma serio.
In questo Giano bifronte, il nostro Jacques vedeva i limiti di quest’Italia, di cui, nel bene o nel male, anche lui non può fare a meno.
Sfuggendo alle logiche “particulari” dei partiti, nel futuro, come presidenti, bisognerà trovare delle personalità che si impongano di per sé, come Luigi Einaudi, Willy Brandt, oppure, perché no, Charles De Gaulle, che si identificava, in un modo del tutto unico, con la Francia.
Vive le Président!

Giorgio Penzo

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