La Sinistra senza storia

            Man mano che il rapporto fra M5S e Lega si va sempre più complicando, aumenta la tifoseria dell’opposizione a favore dei grillini. Con  più convinzione di prima non solo D’Alema e Bersani, ma anche Speranza di Articolo Uno, Fratoianni di Sinistra Italiana e, perfino, Rifondazione, auspicano una rottura dei protagonisti dell’attuale governo e, di conseguenza, un accordo tra Sinistra e 5Stelle. E’ il segno evidente della rinuncia della Sinistra ad un ruolo autonomo di forza di alternativa e la garanzia del protagonismo pentastellato anche per dopo.

         Non avendo una strategia, la Sinistra ripiega sulla tattica della ricerca di una soluzione “di potere” non tardiva, anche con una funzione subalterna. Si cerca l’alternativa  all’attuale governo di destra proprio col contributo determinante della parte maggioritaria dell’attuale governo di destra. Il fatto che i 5Stelle stiano da più di un anno al governo con la Lega, e che abbiano condiviso e sollecitato scelte sciagurate per il Paese e per la democrazia, non conta niente. Conta, appunto, il tifo nella lotta tra due protagonisti che vede la Sinistra semplice spettatrice rassegnata.

        M5S e Lega sono entrambe forze populiste, hanno entrambe la stessa idea miserabile della politica, lo stesso disprezzo per la democrazia e le istituzioni. Litigano non perché una sia più democratica dell’altra, una moderata e l’altra ‘eccessiva’, ma proprio per avere entrambe una identica idea rozza e selvaggia del potere, un comune basso livello politico e di cultura istituzionale. Prescindendo dalla realtà dei fatti, la Sinistra  si è fatta irretire dal mimetismo vuoto dei 5Stelle, da una forza senza una politica strutturata, che si dichiara indifferentemente di destra e di sinistra. E non dà il peso dovuto al fatto che Di Maio ha condiviso tutte le scelte di Salvini sui naufraghi, tutte le decisioni razziste sugli immigrati, tutte le misure sulla sicurezza. Che i 5Stelle hanno oltraggiato il parlamento sostituendolo con una consultazione on line fasulla per decidere sulla incriminazione di Salvini per reati gravissimi contro principi universali tutelati dalla nostra  Costituzione. Che i grillini appartengono ad una formazione padronale, aziendale, i cui proventi aumentano grazie all’opacità dei suoi rapporti col movimento. Ora, poi, che Scalfari ha paragonato il presidente del Consiglio grillino Conte a Moro indicandolo come il traghettatore dei 5Stelle verso la Sinistra, l’innamoramento di questa per i pentastellati è al top.

           La minoranza non populista, scegliendo l’alleanza con i 5Stelle, riduce la politica al protagonismo unidirezionale ,sempre e comunque(tanto se stanno al governo quanto all’opposizione),  di due populismi simili, facendo di fatto venir meno il ruolo dell’opposizione, cioè di un orizzonte politico e programmatico diverso e alternativo. La Sinistra deve invece dare nettezza alla sua identità di forza alternativa alla omogeneità conflittuale gialloverde. L’alternativa a Salvini non può essere Di Maio, per la natura stessa della forza che rappresenta.  Al Paese occorre far capire che l’alternativa all’attuale governo è il governo della Sinistra. Ai 5Stelle, ora deboli e sconfitti, in crisi organica, non bisogna offrire alcuna occasione per riprendersi: ad essi la Sinistra deve semmai cercare di assestare il colpo di grazia e lasciarli soli. Non si tratta di sposare la miope posizione dell’attesa con i pop corn. Tutt’altro. Per una intera fase occorre lavorare molto non facendosi condizionare troppo dall’asimmetria  delle forze in campo. Bisogna ristabilire il rapporto con la società e col sindacato e dar vita ad un partito organizzato. Un Paese a democrazia evoluta non può essere lasciato nelle mani di un movimento invertebrato e con leadership ridicole. Ma ciò è quanto accadrebbe proprio con una alleanza tra Sinistra e M5S.

       Se soggetti politici ormai residuali come la sinistra a sinistra del PD possono permettersi di indicare tattiche e strategie stravaganti senza arrecare danno, la stessa cosa non è consentita al PD  del dopo-Renzi. Per fortuna, benché siano già in atto tentativi per disarcionarlo, Zingaretti sul punto riguardante l’alleanza spuria con i grillini sta tenendo duro. E’ forse il solo ad aver compreso che non bisogna lasciare a Renzi il ruolo di unico oppositore  col rischio di riconsegnargli le chiavi del partito. Infatti, il nefasto passato renziano potrebbe tornare di attualità proprio se continuasse a non esserci una opposizione efficace all’intero governo gialloverde (e non solo ad una parte di esso).

        Purtroppo, figure storiche ancora in campo della sinistra, con i loro grossolani errori di analisi, stanno fornendo la prova che il loro tempo è davvero passato. E leader attuali  con la loro leggerezza dimostrano che abbiamo a che fare con una sinistra ormai priva della sua storia.

                                                               Egidio ZACHEO

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